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mercoledì 10 maggio 2023

#Racconti: It didn't pass - Terza Parte

Attenzione: questa è una fan-fiction sulla serie tv Fleabag, quindi se ne raccomanda la lettura solo a chi l’ha conclusa, per evitare eventuali spoiler.


Link della prima parte.

Link della seconda parte

sabato 6 maggio 2023

#Racconti: Il guasto della metropolitana

Sembra un normalissimo racconto di un viaggio in metropolitana, ci sono dei personaggi che potrebbero essere i due protagonisti della storia (decidete voi il sesso, per me è indifferente) e ci sono anche dei tipi loschi che li stanno spiando (anche qui, decidete voi se sono uomini o donne). Non si sa bene cosa stia succedendo, e non si saprà mai.

Questa non è la storia di oggi, perché parte della tratta della metropolitana è stata costruita su un antichissimo cimitero.

Certo, la metropolitana è sempre passata da lì e non ha mai creato problemi, ma adesso tocca raccontare un racconto e i problemi li crea eccome.

Gli spiriti, disturbati dall’ennesimo passaggio del treno, decidono di rompere la quarta parete.

#Racconti: Osmio

Un importante studioso di chimica sta per tenere un discorso tra altri luminari della materia. Il professor Vijinsky ha acquisito una fama mondiale per le sue ultime ricerche e ora vuole condividere al mondo i nuovi confini di conoscenza da lui esplorati.

“Cari colleghi, per me è un onore trovarmi oggi in questa sala per esporvi le mie scoperte.

Avete presente l’Osmio? L’elemento definito più pesante, quello con maggiore massa per unità di volume?

Ebbene, ho motivo di credere che le riserve di questo metallo si accrescano in natura durante eventi particolari.

Transiti planetari, eclissi, guerre e pestilenze potrebbero influire direttamente sulla produzione di tale metallo. Lungi da me affermare una sorta di correlazione magica, ma penso che ci siano delle leggi che regolino tutto ciò”.

venerdì 5 maggio 2023

#Racconti: Ho perso una festività

All’alba di un’importante ricorrenza, Enrico si sveglia da un sonno molto leggero e si accorge di non sentirsi bene. Ormai ha preso l’abitudine di scrivere ogni qualvolta percepisce un certo malessere, e difatti in questo periodo la sua scrivania è piena di fogli. Enrico ha ancora sonno, ma non riesce a rimandare l’appuntamento con i suoi pensieri. Enrico si sciacqua la faccia con acqua fredda e subito dopo si siede alla sua scrivania iniziando a scrivere.

“Ho una forte nausea, una di quelle che ti scavano nel profondo. Può essere “La Nausea” di cui parlava Sartre, ma forse c’è anche dell’altro. Forse ho anche alzato troppo il gomito oggi…

Io capisco che nella vita si vince e si perde, e capisco anche che sbagliare non fa di me sbagliato.

Ma diamine, ogni volta che si avvicina “La Ricorrenza” sento un forte disagio, una cupa nube di pensieri orrendi.

La verità è che da quando “La Ricorrenza” esiste, io l’ho sempre persa.

giovedì 4 maggio 2023

#Racconti: Il temporale irritante

ATTENZIONE
: il contenuto del seguente racconto potrebbe urtare la sensibilità di alcune persone, se nutrite un certo ribrezzo per i racconti cruenti, ne sconsigliamo vivamente la lettura.

Ripensavo a un piccolo incidente che ho avuto nel tardo pomeriggio, e riflettendoci, sto maturando l’idea di avere un problema con la gestione della rabbia. Ora vi racconto tutto.

Stavo semplicemente lavorando e fuori stava piovendo. Per carità, non voglio ora esagerare descrivendo la pioggia più insistente di quanto fosse. Era una semplice pioggia primaverile.

Il problema non era di per sé l’intensità di quella pioggia, ma la sua comparsa: il cielo aveva sfogato il suo pianto in maniera del tutto improvvisa, nessun meteorologo aveva previsto ciò. In mattinata non si vedeva neanche l’ombra di una nuvola.

Tutto questo per dire cosa? Sì, ero senza ombrello, e pure senza un adeguato cappotto.

venerdì 28 aprile 2023

#Racconti: La prigione di nuvole

Ho aperto di nuovo quella finestra, è la stessa di tempo fa e penso che rimarrà così per lungo tempo. Consunta e impolverata, la finestra sfoggia inelegantemente quei vetri opachi sui quali son rimasti i residui dell’acqua.

La vista mi infastidisce non poco, come il litigio di due estranei in casa mia. Per questo l’ho spalancata, non solo per una questione di aria. Sì, lascio che il solito vento fluisca all’interno della mia magione (o tugurio barocco, che dir si voglia).

Sì, sono qui per essere”, ripeto e ripeto. C’è però una forte dissonanza in questo disordine, in quel fastidio pigro e iracondo che nasce dal cuore e che nega e conferma.

Delle volte è come se avessi finito le parole per spiegarlo, per spiegarmi.

È come una voragine che si amplia e che sgretola tutto ciò che si ritrova intorno. Non hanno molto senso queste frasi, non cercatelo, perché in fin dei conti è una cosa che devo vedere io. Una “cosa”, un urlo che non volevo emettere.

Vedo una gabbia di nuvole nel cielo, forse la finestra chiusa non era così male. Ecco, non mi va bene mai niente, magari sono io il problema. Come se ci dovesse essere davvero un problema, come se questa non sia una visione lucida, ma tant’è…

No, non ci penso nemmeno. Tutt’ora non ci sto pensando, sono i pensieri che vengono a me per plasmarsi e per plasmarsi. Alla fine non ha neanche senso che sia così triste, anche se forse non ha senso essere felici… non adesso.

lunedì 24 aprile 2023

#Racconti: It didn't pass - Seconda Parte

Attenzione: questa è una fan-fiction sulla serie tv Fleabag, quindi se ne raccomanda la lettura solo a chi l’ha conclusa, per evitare eventuali spoiler.

Potete recuperare la prima parte cliccando qui.

sabato 22 aprile 2023

#Racconti: La conchiglia sull'asfalto

È primavera in questa meravigliosa città, e proprio in questo momento un lontano ricordo s’affaccia nella mente di Fausto.

Avete presente quando piove per giorni senza che le nuvole lascino mai intravedere il sole? Immaginatevi tutte quelle nuvole dissolversi di colpo, lasciando spazio solo a un cielo terso che non vedevate da anni.

Fausto si sente così ogni qualvolta che un ricordo lo viene a trovare, non perché la sua vita fosse “nuvolosa” ma perché gradisce particolarmente le visite dei suoi momenti passati.

In questo caso si tratta di un tepore indefinito portato dal vento, un brivido piacevole conservato nei meandri della mente.

Fausto pensa che questa sensazione di leggerezza sia dovuta alla giornata particolare: oggi il sole sembra risplendere sull’asfalto, l’inverno pare ormai lontano.

#Racconti: La storia inconclusa

“Là dove finisce il fiume comincia il film”
Squallor, 38 Luglio

Tutto è perduto, ogni ricordo e ogni ninnolo che lo legava al passato. Nelle sue memorie ora esistono solo contorni indefiniti che sfumano in un bianco vacuo.

Ho sbagliato, ho sbagliato. Ma cosa ho sbagliato?

Nessuna memoria, solo un lugubre lamento che proviene dalle nebbie dell’inconscio.

E la nebbia densa lo avvolge, barrandogli ogni vista se non quella delle immediate vicinanze.

Ma lui continua, imperterrito in avanti, finché l’estro non gli dice di svoltare a destra. La strada asfaltata è uguale in ogni dove ed è l’unica cosa riconoscibile. Ci devono essere dei muri che la recingono, ma non possono essere visti perché la nebbia copre tutto.

Ho sbagliato strada!

Esclama come se cambiasse qualcosa, come se qualcuno potesse sentirlo.

Da dove vengo, dove vado?

venerdì 21 aprile 2023

#Racconti: L'altro nello specchio

Dillo di nuovo, ripetimelo, dimmelo ancora una volta!

Davide parlava, alzava il tono fino a urlare. Poteva sembrare anche un dialogo normale, ma Davide stava parlando con il suo specchio. O meglio, se dobbiamo essere precisi, Davide parlava con la figura riflessa.

Era semplice e allo stesso tempo complicato. D’altronde elaborare frasi non è difficile, ma farsi comprendere delle volte può risultare complesso. E credetemi, Davide parlava come se avesse davanti un’altra persona, come se dovesse convincersi e convincere che in quello spazio distorto non si trovasse lui.

Che avesse forse ragione? D’altronde cos’è uno specchio e cos’è lo spazio? Ha forse la scienza smentito l’esistenza di universi paralleli nei riflessi? E quanto può risultare inquietante sentire un rumore che sembra venire dall’oltretomba mente si parla con se stessi?

#Comicità: Il tecnico della sicurezza

Quale onore più grande di essere ciò che si è. Vero? Il problema però sorge quando si crede di essere ciò che non si è. Si sente particolarmente speciale quel malato nato e cresciuto in una società distopica. Qui un disturbo mentale è un dono del progresso. E sto parlando di un disturbo particolare.

Parliamo di Giustino, individuo esile e rachitico cresciuto con un disturbo paranoide di personalità. In un posto normale Giustino dovrebbe andare in terapia, ma nel mondo in cui vive viene incoraggiato. D’altronde in molti sono come lui. Sembra che l’esistenza di questo tipo di persone sia solo finalizzata a infastidire gli altri. Un po’ come per l’esistenza dei burocrati.

lunedì 17 aprile 2023

#Racconti: It didn't pass - Prima Parte

Attenzione: questa è una fan-fiction sulla serie tv Fleabag, quindi se ne raccomanda la lettura solo a chi l’ha conclusa, per evitare eventuali spoiler.

La fan-fiction nasce nella mente dell’autrice dal momento in cui ha letto la dichiarazione di Papa Francesco sui matrimoni nel mondo ecclesiastico, per approfondimenti potete cliccare qui.

Quanto andrete a leggere, però, non ha nulla a che vedere con la sua opinione personale, né su quanto detto dal Papa stesso. Il tutto è puramente opera di fantasia. 

sabato 15 aprile 2023

#Racconti: Una giornata

Sta fermo lì, ormai da ore, in quel letto disfatto. Giordano non ha neanche la forza di sistemare le lenzuola e oggi non ha nessuna voglia di alzarsi. Che ore saranno ormai? La finestra è ancora chiusa e la luce diurna filtra a malapena e sembra affievolirsi. Potrebbe essere il pomeriggio? Giordano si chiede come sia possibile aver passato tutto questo tempo a letto, lo trova assurdo. Eppure è lì, sdraiato, stanco come se si fosse messo lì da appena dieci minuti dopo un’intensa giornata in piedi.

Nessun senso di colpa in ciò, ma a tratti vorrebbe un istante aprire le imposte per vedere meglio i colori del cielo. Ma tanto a che serve? Si chiede tra sé e sé. D’altronde non ha intenzione di alzarsi, quel letto è così soffice e morbido nonostante ora sia più disfatto che mai. Il mondo esterno è così ruvido, spigoloso e ostile; ogni cosa appare insensata e fine a se stessa.

È vero, dentro questo letto non c’è nulla, ma fuori dal letto il tutto ha il sapore del nulla.

E così le vicende umane e naturali trascorrono nella loro vacuità, seguendo un ordine privo di significato.

E così, per non soffrire più, Giordano si lascia alle spalle ogni speranza e ogni passione, abbandonandosi all’anedonia più totale e schermandosi da ogni emozione.

sabato 8 aprile 2023

#Racconti: Una psicosi

Con i medici non parlo. So già che cercheranno di imbottirmi di farmaci, magari mi interneranno pure in qualche clinica, ma ciò che sto vivendo è reale, non può non esserlo perché è la prima volta che provo emozioni così forti. 

Tutto iniziò quando la vidi per la prima volta in un sogno, la sua immagine sfumava ma la sua bellezza era qualcosa di concreto. Dimenticai tutto al risveglio, non saprei dire nemmeno indicativamente quanto tempo è passato da allora.

#Racconti: Un'altra speranza da custodire

*25 agosto 2032*

Ricordo quel giorno, mi trovavo isolato in quella camera d’hotel. L’avevo richiesto vista mare, la brezza che soffiava mi creava un lieve un conforto. Per lavoro mi ritrovavo l’ennesima volta fuori città e nonostante mi trovassi da solo in quella stanza, udivo una grande confusione, un rumore che percepivo solo io, nessuno che si avvicinava a me era in grado di sentirlo, nessuno era in grado di sentirmi. 

Potevo permettermi quella camera lussuosa, molto luminosa e arredata con quadri impressionisti e con mobili rifiniti fin nei dettagli. Aspettavo che la luce del sole diventasse fioca per uscire in balcone e fare grandi boccate di aria. Cercavo di godermi ogni dettaglio che quella camera potesse offrirmi, ogni gioco di luce e ogni particolare del paesaggio. 

venerdì 7 aprile 2023

#Racconti: Matilde

Aspettando che la pioggia smetta di ghermire le strade della città, una cupa ragazza si ritrova rannicchiata sul proprio letto a osservare con occhi vacui le gocce che si arenano sulla finestra.

Matilde è una ragazza dai capelli dorati, il viso di porcellana e due grandi occhi che richiamano il colore del cielo quando è sereno.

Forse è questo il motivo per cui non sopporta la vista della pioggia. Sembra allontanarla da quel cielo che si rispecchia luminoso nei suoi occhi.

Ma la pioggia oggi è solo un contorno, niente di più e niente di meno. Ormai Matilde ha capito che qualcosa non va, nel suo cuore le nubi sono presenze indipendenti dai colori del cielo.

Giorno dopo giorno, il mondo è sempre grigio e il suo cuore appassisce tra le lacrime scure che le rigano il volto nella penombra.

Cerca di convincersi che non è colpa sua, ma lo fa inutilmente perché un’altra voce nella testa le dice tutto il contrario.

venerdì 31 marzo 2023

#Racconti: il treno nel supermercato

“L’altro giorno ho fatto un sogno stranissimo”.

Disse Carlo a Teresa, guardandola intensamente negli occhi come se volesse essere scrutato nella sua inquietudine più profonda.

Teresa capì subito che qualcosa non stava andando bene, non tanto per lo sguardo vacuo e spaventato di Carlo, quanto per una strana atmosfera che si era formata all’interno del supermercato.

Teresa: “Stiamo facendo la spesa, giusto?”

Carlo: “Non mi stavi ascoltando, come al solito”.

Teresa: “Sì. Ti stavo ascoltando. Ti ho posto questa domanda così ovvia perché sono sicura che il tuo sogno sia legato a questo”.

Carlo: “In un certo senso, sì”.

Teresa: “Non credo sia un sogno, ma potrebbe esserlo. Ma bada bene, se lo fosse, l’intera vita tua sarebbe un sogno”.

Carlo: “Stiamo facendo la spesa, giusto?”

Teresa: “Forse sei tu che non mi stai ascoltando”.

Carlo: “Lascia stare, questo dialogo non porta a nulla di buono”.

Teresa: “Stavamo parlando?”

Carlo: “Ma tu ricordi la luce del sole?”

Teresa: “Certo, ricordo un forte calore dei pomeriggi di agosto di quando ero bambina”.

Carlo: “Non sto parlando di ricordi così lontani. Voglio dire… Da quanto tempo siamo qua dentro?”

Teresa: “Ora che mi ci fai pensare non ricordo quando siamo entrati”.

Carlo: “E soprattutto, cosa stiamo comprando?”

Teresa: “Questo, più o meno, lo ricordo, stiamo aspettando il treno che ci porti al reparto ortofrutta”.

Altoparlante: “Treno per il reparto ortofrutta in arrivo tra due minuti”.

sabato 25 marzo 2023

#Racconti: Disavventure di un musicista

Era sera, la luce del sole era ormai svanita, lasciando spazio alle numerose stelle che si presentavano sulla via lastricata che si allontanava dal castello del re. 

sabato 18 marzo 2023

#Racconti: Incarnazione di un pesce rosso

“Sto dormendo o sono sveglio? Questo è un ricordo o la realtà? Comprendo, nel limite entro cui mi è concesso comprendere. Muovo le mie pinne dove mi sento più al sicuro, dove posso trovare nutrimento. Ho già dimenticato, ma il presente mi sembra così naturale che non è un problema perdere il passato.

giovedì 16 marzo 2023

#Racconti: Quando cerco di dormire

Mi accingo a entrare nel letto, desideroso di concludere una giornata che doveva essere finita già quando è iniziata. Purtroppo, le cose non sono andate così, e la giornata è continuata e ha continuato.