mercoledì 20 gennaio 2021

#Musica: Imagine

Come ben sapete noi di 4Muses amiamo andare nella profondità del tutto. E se continuate a voler leggere i nostri articoli è perché anche a voi piace, amate addentrarvi in quelle profondità assieme a noi. Forse una parte rimane ancora scettica, o non riesce a lasciar andare certe convinzioni. Sapete cosa? Va benissimo così. Accettate quella parte, sul serio. Accoglietela mentre andate avanti in questa lettura


Oggi vogliamo parlarvi di una canzone storica: Imagine, di John Lennon. Pubblicata nel 1971, mezzo secolo fa, questa canzone ha stupito l’umanità intera per il testo semplice, ma profondo, che Lennon ha voluto donarci. La impariamo alle medie – ringraziamo ancora tantissimo i nostri professori di musica o di inglese che ce l’hanno fatta cantare e ricantare - la intoniamo dopo ogni attentato, o evento catastrofico, ma abbiamo mai interiorizzato le parole?

Prima di proseguire, se potete, ricercate la canzone su YouTube o Spotify. Fatela vostra, ascoltatela con le cuffiette, a occhi chiusi. Vivete le sue note, siate la voce di John. Osservate il mondo com’è andato avanti dal settembre 1971 ai giorni nostri. Poi, quando sarete pronti, continuate con la lettura.

“Imagine there’s no heaven/it’s easy if you try/no hell below us/above us only sky/imagine all the people living for today.”

“Immagina che non ci sia il paradiso/è facile se ci provi/nessun inferno sotto di noi/sopra noi stessi, solo il cielo/immagina tutte le persone vivere per l’oggi”. Non vogliamo giudicare, e John stesso non voleva farlo, le vostre credenze personali. Le parole, che hanno sempre una potenza inimmaginabile, vi chiedono di visualizzare un mondo dove non esiste il Paradiso (la speranza per il futuro) o l’Inferno (la condanna per i peccati commessi, il passato). Vi si chiede di pensare a un mondo dove l’unica cosa che conta è il presente. È difficile?

“Imagine there’s no countries/it isn’t hard to do/nothing to kill or die for/and no religions too/imagine all the people living life in peace”

“Immagina non ci siano Paesi/non è difficile da fare/nulla per cui uccidere o morire/e neanche nessuna religione/immagina tutte le persone vivere la vita in pace”. È in questo momento che vi si chiede di immaginare un mondo senza religioni, ma con la spiritualità. Non esistono confini, lotte di espansione. Non esistono religioni, non esistono guerre per accaparrarsi una ragione assoluta. Ci si immagina un mondo dove le persone, libere dai legami di possedimento (le nazioni) o di autoaffermazione, (io credo in…) possano veramente vivere in pace. Senza confini, o teorie assolute, l'uomo non deve dimostrare niente a nessuno. Non deve far vedere di avere una casa più grande, né deve dimostrare che la propria filosofia sia giusta. Vive per la vita, semplicemente.

“Imagine no possesions/I wonder if you can/no need for greed or hunger/a brotherhood of man/imagine all the people sharing all the world”

“Immagina non ci siano possedimenti/mi chiedo se tu ci riesca/nessun bisogno di avidità o fame/una fratellanza di uomini/immagina tutte le persone che condividono l’intero mondo”. Pensate a un mondo dove l’abbondanza e la ricchezza sono alla portata di tutti. Dove tutti hanno la possibilità dei pasti quotidiani, di una casa, dell’ultimo modello di cellulare… che mondo verrebbe fuori? Se tutti potessero avere sul serio questa opportunità, esisterebbe ancora il concetto di bramosia? Se tutti potessimo strofinare la lampada di Aladino, desidereremmo ancora sminuire l’altro con l’illusione di far brillare la nostra luce?

“You may say i’m a dreamer/But I’m not the only one/I hope some day you’ll join us/And the world will live as one”

“Potresti dire che sono un sognatore/ma non sono l’unico/spero che tu possa unirti a noi, un giorno/e che il mondo viva come l'Uno”. Certamente siamo anche noi delle sognatrici: sogniamo di scrivere, di mostrare la profondità dell’arte con semplicità, di vivere un giorno in una Comunità che sia Una.

Un messaggio così profondo parte sempre da una mente sola, e poi arriva a quante più persone possibili. Le difficoltà esistono ed esisteranno sempre, non lo mettiamo in dubbio, ma cosa accade se nutriamo dubbi? Raccogliamo instabilità. Cosa succede se non nutriamo dubbi? Raccogliamo certezze.

Ecco. Noi siamo certe che prima o poi questo mondo verrà fuori. Che tornerà l’età dell’oro così tanto acclamata in passato – e che Orwell descrive bene nel libro "La fattoria degli animali" -. E se è vero che la storia serve per imparare, così come il nostro passato, forse è ora di apprendere sul serio dagli errori già commessi.
 
Un’ideologia è sbagliata quando porta alla morte, ma non per questo va eliminata e sotterrata chissà dove. Va rivista, rivisitata, con tutta la consapevolezza dei secoli, o anni, trascorsi. Si riplasma, portando alla luce ogni sua parte ombra.

Nel 1971 John Lennon si definiva sognatore, ma noi più volte vi abbiamo fatto notare che un sogno rimane utopia quando non lo si concretizza. Un sogno attuato diventa obiettivo. Forse è momento di puntare la freccia al nostro arco e centrare quell’obiettivo.

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