venerdì 22 gennaio 2021

#Libri: Quando cadono gli angeli

 Avevamo già analizzato un libro di Tracy Chevalier, “La ragazza con l’orecchino di perla”, ma una recente visita in libreria ci ha fatte scoprire un altro romanzo della stessa autrice, “Quando cadono gli angeli”.

Ambientata in un periodo storico che va dal 1901 al 1910 a Londra, ci troviamo a seguire le vicende storiche di due famiglie, Coleman e Waterhouse durante ciò che accadde nel Regno Unito alla morte della Regina Vittoria. La famiglia Coleman è costituita da Kitty (una annoiata moglie il cui unico scopo è quello di organizzare tea pomeridiani e prendersi cura della famiglia),  Maude (una ragazzina curiosa e intelligente) e Richard, lontano mentalmente dalla moglie ma molto in sintonia con la figlia, a cui ha trasmesso l’amore per lo spazio. I Waterhouse, d’altro canto, sono composti da Albert, un marito che il più delle volte preferisce commentare in silenzio ciò che accade, Gertrude, donna che ama dedicarsi anima e corpo alla famiglia a cui è devota, Ivy May, la silenziosa e piccola di casa  e Lavinia, una ragazzina viziata dell’età di Maude e fissata con le regole del bon ton e che tendenzialmente ha delle continue uscite teatrali. Le loro storie si intrecciano in un cimitero, di fronte alle reciproche tombe di famiglia. Maude e Lavinia diventano da subito amiche e, mentre gironzolano per il camposanto, fanno la conoscenza di Simon, un ragazzo che aiuta il padre a scavare le tombe.
Grazie a lui, le due ragazze, affascinate dal luogo, vanno alla ricerca degli angeli più particolari, portandosi dietro la piccola di casa Waterhouse. Da quel momento in poi, Lavinia e Maude faranno di tutto per farsi portare ini visita al cimitero, giusto per giocare tra le tombe.  

Il Novecento è anche il secolo dove ancora le caviglie in bella mostra erano il massimo del sensuale . Kitty comincia a non sopportare più la sua vita vuota e intraprende una relazione clandestina con il direttore del cimitero. I guai sono alle porte e un possibile scandalo mette alle strette Kitty che è costretta a prendere una scelta difficile che le toglierà la voglia di vivere. Tutto le appare grigio, senza senso, fino a che una voce irrompe forte e chiara all’inaugurazione di una nuova libreria inglese: Caroline Black rende di pubblico dominio il desiderio di svegliare le donne dal loro torpore e spingerle a lottare per il suffragio universale. Sarà questa la scossa che serve a Kitty per riprendersi, a darle uno scopo, nonostante sia un concetto che molti dei protagonisti biasimano. Ricordiamoci che era un’epoca storica in cui era il marito colui che doveva pensare alla politica e che la moglie doveva essere assolutamente d’accordo con lo sposo, perché “non è una cosa da donne”. È il periodo delle suffragette, in cui vediamo la contrapposizione tra le donne puntate verso il nuovo secolo e quelle ancora ancorate al vecchio.

La battaglia di Caroline Black e di Kitty Coleman dopo, è quella di avere prima il diritto di voto, poi il riconoscimento di eguali diritti per ambo i sessi. Ancora oggi le donne, seppur con il diritto di voto, trovano non poche difficoltà nell’affermarsi nella vita di tutti i giorni. L’uguaglianza e i pari diritti sembrano ancora un qualcosa di irraggiungibile, anche se sono stati fatti passi da giganti. Kitty si dedica anima e corpo alla causa, abbandonando anche la figlia nel momento del bisogno. D’altro canto abbiamo Gertude Waterhouse che guarda con diffidenza alle suffregette, ma non impedisce a Lavinia e a Ivy May di partecipare alla sfilata del 1908 ad Hyde Park.

Tracey Chevalier diginge uno stupendo affresco in cui amore e morte si fondono insieme per renderci spettatori della storia della lotta al suffragio uiniversale, del senso di smarrimento che aleggia nella storia alla morte della Regina Vittoria, caposaldo della cultura inglese. La speranza che si ha con il suo successore Edoardo è che ci sia ancora quella ventata d’aria fresca che la regnante precedente aveva fatto entrare. Così, con le suffragette che sfilano in piazza, ecco che ai cavalli si affiancano le prime automobili e le case risplendono con le prime illuminazioni elettriche, perché il mondo va avanti, senza tener conto della morte. Quella di una regina, alla fine, è la stessa di una donna comune. La differenza sta nel luogo di sepoltura, che in realtà serve solo ai vivi. I morti non se ne fanno niente di statue imponenti, tombe monumentali. No, quelle servono solo a chi rimane per ricordare in qualsiasi momento gli insegnamenti che ci sono stati forniti. Ed ecco che le donne cominciano a pensare all’università, a lavorare e a non essere più soltanto mogli e trofei, non pensano più solo alla prole e alla casa, ma portano avanti cause che appena dieci anni dopo avranno il loro giusto impatto.

Se c’è una cosa che colpisce davvero di questo libro, è che ogni punto di vista, raccontato in prima persona, rende il lettore quasi un confidente dei personaggi della storia. Sappiamo i loro segreti, i loro pensieri più profondi, le loro ferite e le loro scelte perché ce le raccontano con semplicità, senza troppi giri di parole, come se fossimo semplicemente due amici che spettegolano al bar (prima che fossero chiusi insomma).

Gli angeli che cadono sono quelli che si mettono in mezzo alla vita e che hanno un impatto sul nostro futuro. Anche la caduta di una semplice statua può far prendere alla storia una piega totalmente diversa. Ma gli angeli sono anche l’innocenza che conosce la brutalità dell’essere umano, così come le convinzioni che ci spingono a scendere dai nostri altari per combattere la guerra di tutti. Chevalier non delude mai e noi non vediamo l’ora di leggere altri libri della stessa autrice.

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