sabato 27 giugno 2020

#Costume&Società: la cosa più importante che abbiamo

Quale pensi che sia la cosa più importante che l’uomo possieda?

Una domanda difficile, per la maggior parte di noi, alla quale poter rispondere. Per me, invece, è quasi scontato considerare secondo vari punti di vista o vari aspetti quello che possa essere realmente fondamentale. E voglio spingerti a riflettere su quanto dirò così da poter avere un tuo parere al termine di questo articolo.
La cosa più importante che l’uomo possieda è la memoria.
Senza non ci sarebbe nulla sulla quale poter costruire una base sociale, o non esisterebbe neanche l’idea di retaggio. Noi siamo figli della memoria lasciata dagli altri. Siamo i figli delle esperienze dei nostri genitori o di chi ci cresce, così come assimiliamo anche empiricamente le esperienze degli altri perché ci vengono tramandate. Leggende, racconti, esperienze, suoni, parole, tutti elementi che uniti e mescolati sono in grado di restituire un ricordo. Unico, prezioso, modificabile, ma pur sempre proprio e collettivo allo stesso tempo.

La memoria sedimenta la storia, la crea e dovrebbe spingere chiunque a studiarla. Solo dalle esperienze che derivano dal passato si possono evitare gli errori del presente e prevenire quelli del futuro. E dallo scorso secolo, ormai, essa viene tramandata attraverso i nuovi supporti. Basti pensare a come i film, soprattutto quelli del passato, non erano altro che uno specchio della società che cercavano di ritrarre. I fratelli Lumiere cercarono di immortalare l’arrivo di un treno, o ponevano la loro telecamera – per lo più fissa – in un punto di passaggio quotidiano e catturavano i lavoratori o le persone comuni che vi passavano davanti.

Screen risalente al 22/06/2020
Oggi, figli di quell’epoca, siamo arrivati al punto in cui temiamo di non poter ricordare, immortaliamo in foto o video come se questi possano essere frammentati testimoni della verità che stiamo vivendo. Come se attraverso essi potessimo non scordarli mai. Ma allo stesso tempo, ciò che viene dal passato sembra quasi farci paura perché testimone di qualcosa di scomodo.
Notizia recente è stata la polemica che si è alzata in America per la presenza nel palinsesto in streaming dell’HBO di “Via col Vento” (recensione). Il film è stato oggetto di discussione perché contenente una rappresentazione appartenente al passato e non più conforme a ciò che oggi sta accadendo. Una tematica delicata, ovviamente, qualcosa che in molti hanno trattato con le pinze, ma sulla quale io ho riflettuto a lungo. Le rappresentazioni del passato non sono sbagliate, il fatto che lo spettatore sia portato ad entrare in empatia con una cultura schiavista può essere utile. Avvicinare il negativo può renderlo abbastanza reale da comprendere quanto sia sbagliato. Il fatto che i “buoni” del film, per il loro punto di vista, considerino normale la schiavitù e la servitù deve spingere l’uomo di oggi a riflettere su tale comportamento. Il nascondersi dietro un dito, il voler seppellire la testa sotto la sabbia, non porta a nulla di buono. La realtà durante la guerra di secessione era quella, inserire delle postille o nasconderla non la cambierà.
Screen risalente al 19/06/2020

Ricordare è importante, sapere è fondamentale e l’avere delle rappresentazioni così veritiere, seppur dislocate nello spazio e nel tempo, permette all’uomo di prendere come monito quella realtà. Gli sbagli degli altri possono essere monito per non far commettere a noi gli stessi errori. Non sarà di certo una postilla a cambiare la visione di chi considera corretto quel modo di vivere. Chi ha un ideale sbagliato profondamente radicato in sé non sarà mai destato da un consiglio o un suggerimento che neanche leggerà.

(Notare come in meno di una settimana sia cambiata la descrizione del film sulla stessa piattaforma italiana. È rilevante evidenziare quanto ci sia stato, in questi giorni, il tentativo di voler andare incontro all'opinione pubblica. Cercare di accontentare la massa non è mai cosa positiva. Tale azione non fa altro che giustificare e protrarre un comportamento che non insegna, ma che nega.)

La memoria è quello che ci rende umani e quello che ci contraddistingue da chi ha vissuto prima di noi. Essa si sedimenta, si rafforza, insegna. Solo sapendo ciò che è accaduto agli altri possiamo vivere milioni di vite che non ci appartengono, ma che possiamo far via via più nostre.

Nessun commento:

Posta un commento