martedì 20 febbraio 2024

#Libri: Bestie

Bestie” di Federigo Tozzi è uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, pubblicato per la prima volta nel 1917.

La Fazi Editore ha voluto ridonarcelo, questa volta arricchito con le illustrazioni di uno dei più grandi illustratori contemporanei: Giuseppe Salvatori.

Esce quindi oggi in una versione che non può mancare in nessuna libreria degli amanti della lettura e… della poesia.
 Sì, perché “Bestie” ha molto di poetico, se consideriamo che i pensieri più introspettivi dell’autore, assoluto protagonista, si susseguono in scenari della Toscana rurale, con uno sguardo sempre puntato sugli animali.
Così sono quest’ultimi, dal più nobile dei gatti al più insignificante degli insetti, a divenire co-protagonisti di un’opera che ci invita alla contemplazione e al rispetto di ogni essere vivente.

La nostra umanità spesso è intessuta di dubbi, domande volte al cercare un senso più profondo di ogni nostro piccolo gesto, e del perché siano avvenute determinate situazioni. Tozzi non è esente da tutto ciò, sia perché essere umano, sia perché – passateci questa piccola frase di superbia – artista e di conseguenza mai superficiale.

Proprio non può fare a meno di riflettere sulla natura e metterla così in correlazione con gli eventi che vive. Anche una febbre può essere connessa a un’ape che entra in una stanza; una lite con la propria moglie con una formica che prova ad entrare dentro la bottiglia di vino; il canarino dello studio del medico a un senso libertà… insomma, tutto è connesso a tutto, anche se alla nostra mente logica noi sfugge il come e il perché.

«Che punto sarebbe quello dove s’è fermato l’azzurro?
Lo sanno le allodole che prima vi si spaziano e poi vengono a buttarsi come pazze vicino a me?
Una mi ha proprio rasentato gli occhi, come se avesse avuto piacere d’impaurirsi così, fuggendo.
Che chiarità tranquille per queste campagne, che si mettono stese per stare più comode!
Che silenzi là dall’orizzonte e dentro di me!
La strada per tornare a Siena è là. Vado».

Un libro che può essere sia una raccolta di racconti, che di poesie. Una scrittura di inizi Novecento forse non del tutto compresa, ma che potrebbe trovare una svolta adesso, a più di cento anni dalla sua pubblicazione, perché è ormai chiaro a tutti che le nuove generazioni sono molto connesse alla natura e alla salvaguardia del regno animale e vegetale di quanto non lo siano state quelle precedenti.


Commuoversi per lo sguardo di una farfalla, per il ronzio di un insetto non è da tutti e non lo è farlo mentre si legge di tutto ciò, ecco perché la comprensione di “Bestie”, seppur debba essere di tutti in quanto patrimonio della nostra letteratura italiana, è difficile e necessita di varie riletture.

Le più recenti illustrazioni, poi, ci fanno perdere nell’armonia campestre per i più ormai persa nella quotidianità, ma che sentiamo il bisogno di riavere nelle infinite passeggiate pomeridiane o nei weekend fuori porta.

Questa nuova e più completa edizione esce proprio oggi in tutte le librerie.

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