martedì 26 marzo 2024

#Libri: La grande fortuna

Sarà che i tempi sono quelli che sono, ma effettivamente ci siamo dedicati un po’ alla lettura di romanzi ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale.

Continuiamo su questa scia parlando de “La grande fortuna”, romanzo del 1960 – primo della trilogia dei Balcani – di Olivia Manning e uscito per la Fazi Editore il 19 marzo 2024. Con questo libro abbiamo riso, pianto, pianto riso…

Autunno 1939. Guy e Harriet Pringle si sono sposati da poco e senza il giusto tempo per godere di questa unione, si trasferiscono dall’Inghilterra in Romania, perché Guy insegna all’università di Bucarest.
Harriet ha un carattere chiuso, schivo e non riesce a stare al passo con la socievolezza del marito che al contrario ama circondarsi di quanti più conoscenti possibili, trattandoli tutti come grandi amici. Tra questi compare il principe britannico di origine russe Yakimov che, pur caduto in disgrazia, non accetta di cambiare il suo stile di vita, per questo viene visto come un pigro approfittatore dalla distaccata Harriet. Troviamo poi Sophie Oresanu, giovane e frivola studentessa un po’ troppo vicina a Guy.
Mentre Harriet prova a trovare il suo posto nella società medio-alta rumena, nel resto dEuropa la situazione diviene sempre più tesa e neanche quando la guerra scoppia a tutti gli effetti, la cerchia di giornalisti, universitari e aristocratici riesce a prendere sul serio la vita, preferendo continuare a intrallazzare per salotti, ristoranti e spettacoli più alla moda.

Sono davvero superficiali o hanno capito il senso più profondo del vivere?


Questa è la domanda che ci siamo sentiti di farci mentre passavamo con loro questi momenti. Sarà – e stiamo diventando petulanti nel ricordarlo, lo ammettiamo – che ci sentiamo a un passo dallo stesso orrore del secolo precedente, ma non riusciamo a non chiederci se in fin dei conti è proprio la leggerezza e fare della nostra vita una forma d’arte il vero senso di stare su questo pianeta.

Per carità, questo non vuol dire ignorare quanto sta succedendo fuori dal nostro circolo, piuttosto chiedersi: “Io cosa posso fare per migliorare il mondo?” e farlo.
Spesso si pensa che le classi abbienti abbiano più potere rispetto a quelle minori, ma la verità è che la vera Resistenza è sempre partita dal basso, dalle zone popolari di chi davvero crede nelle collaborazioni e unità.

E forse non è un fattore di ceto sociale, quanto più di carattere: si è egoisti o altruisti? Filantropici o misantropi? Ed è in base a come si è che viene da sé il fare il massimo in momenti di crisi. A volte questo massimo è mettere su una compagnia teatrale, far dimenticare per un attimo le bombe che cadono in Francia e gli eserciti che occupano territori stranieri, sperando che non siano i nostri.

Harriet osserva tutto cercando di non sfociare nel giudizio perché sarebbe troppo facile e lei non è una donna che si trova a suo agio nella semplicità di pensiero. Vuole scavare a fondo prima di capire e lo stesso fa il lettore assieme a lei.

“La grande fortuna” è nel capire il senso della vita, nel rendere ogni giorno degno di essere vissuto senza alcun timore di sbagliare o giudicare perché bisognerebbe riconoscere che in fondo anche il più grande degli egoriferiti sta facendo del suo meglio.

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