giovedì 12 novembre 2020

#Cinema&SerieTv: Un buon trip. Avventure psichedeliche - Recensione

Apriamo l'articolo constatando l'ovvio: tutti gli artisti, volenti o nolenti, fanno uso di sostanze psichedeliche almeno una volta nella loro vita.
Perché vi parliamo subito degli artisti? Beh, è semplice: sono i protagonisti di questo documentario, nonché il suo punto forte.

Sting, A$AP Rocky, Carrie Fisher, Ben StillerSarah Silverman sono solo alcuni dei numerosi personaggi intervistati in questo documentario uscito l'11 Maggio 2020 diretto da Donick Cary, che conoscerete sicuramente per aver scritto (e talvolta prodotto) programmi e serie TV come Late Night with David Letterman, I Simpsons, New Girl e Silicon Valley.
Insomma, come potete ben immaginare Donick Cary non è sicuramente un personaggio che si lascia intimorire e fermare dalla società politicamente corretta in cui viviamo.
Guardando questo documentario potreste arrivare alla conclusione che sia estremamente a favore degli allucinogeni, e a dirvi la verità non sareste nemmeno gli unici ad arrivare a tale conclusione.
La critica statunitense si è infatti divisa, e buona parte di questa ha criticato l'atteggiamento che Cary ha assunto nel documentario, apparentemente troppo a favore delle sostanza allucinogene.
Nel documentario però non si parla solo di quelli che sono i lati positivi di queste droghe, anzi.
Le varie celebrità, dando la loro semplice esperienza con l'LSD, i funghi e gli acidi parlano anche di quelle che sono state le esperienze negative avute nel corso degli anni e dei trip.

Al di là delle diverse opinioni che la critica e il pubblico possono avere, quasi tutti sono d'accordo su una cosa: parlarne apertamente è fondamentale per eliminare (o quantomeno iniziare ad eliminare) i tantissimi stereotipi su questo tipo di droghe.

"Un'altra cosa veramente ridicola: «chiediamo all'uomo medio cosa ne pensa».
Smettiamola di chiedere all'uomo medio... lo sapete quanto cazzo è stupido l'uomo medio?"
- Ricky Gervais, Humanity (2018).

Se l'uomo medio si sforzasse infatti di andare oltre ai suoi pregiudizi e oltre ai luoghi comuni e utilizzasse il più grande mezzo di informazione che ad oggi ha a disposizione, Internet, il World Wide Web o chiamatelo come volete, l'uomo medio saprebbe anche che è vero che queste droghe possono essere pericolosissime se mischiate con altre droghe e/o prese quando si è in uno stato mentale non appropriato ed è vero che ovviamente bisogna farne uso in modo estremamente consapevole e con persone accanto esperte e sobrie che possono aiutarti nel caso ci fosse la necessità, ma è anche vero che queste sostanze non creano alcun tipo di dipendenza né mentale né fisica e possono avere e hanno effetti incredibilmente positivi sul corpo e sulla mente di moltissime persone che ne fanno uso.

Noi di 4Muses abbiamo voluto espandere i nostri orizzonti e uscire dai nostri schemi ancora una volta,  cercando di allontanarci dall'uomo medio il più possibile, ci siamo informate.
Non siamo medici di nessun tipo e non vogliamo esserlo, ma siamo andate a cercare testimonianze ed esperienze di chi, con le sostanze allucinogene, ha risolto dei problemi a dir poco debilitanti.

Quello che non tutti sanno, è che nei primi quindici anni dalla sua scoperta, droghe come l’LSD vennero utilizzate esclusivamente nella psichiatria e nella ricerca biologica e fin da subito furono sperimentate nel trattamento di malattie psichiatriche e dipendenze.
In un ambito medico e controllato e applicando la cosiddetta psicoterapia psichedelica, queste droghe svolgono molto spesso un ruolo fondamentale nel miglioramento (spesso drastico) di depressione, ansia, attacchi di panico, disturbi dell'umorePTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress)OCD (Disturbo Ossessivo Compulsivo) e cefalee a grappolo.
Uno dei ruoli decisamente più delicati che gli psichedelici hanno ricoperto è sicuramente con persone in fin di vita.
Alcuni medici americani notarono infatti che somministrando piccole dosi di LSD ad alcuni malati di cancro che avevano iniziato a sviluppare una resistenza ai classici antidolorifici, questa droga alleviava o addirittura eliminava stati di sofferenza e dolore fisico.

Nel libro "A really good day: how microdosing made a mega difference in my mood, my marriage, and
my life" del 2017, la scrittrice Ayelet Waldman racconta di come dopo aver provato diversi trattamenti contro la sua depressione senza riscontrare alcun effetto positivo, si è imbattuta nelle ricerche dello
psicologo James Fadiman che dal 2010 stava studiando l’effetto delle micro-dosi di LSD sull’umore dei pazienti.
Con una micro dose ogni tre giorni e dopo un mese dall'inizio dell'LSD la scrittrice ha notato i primi benefici.

Dopo le prime dosi, è come se il computer del mio cervello si fosse riavviato. Ero ancora vittima degli sbalzi d’umore. Avevo giorni davvero buoni e altri pessimi, giorni in cui invece era la solita solfa. In ogni caso, però, anche i giorni più difficili non erano da incubo, avevo la capacità di lavorare sui problemi come non avevo mai fatto prima. Di sicuro, miravo alla felicità. Ciò che ho ottenuto è stata una distanza abbastanza ampia dal dolore in cui ero immersa, che potesse darmi la possibilità di lavorare sulle cause scatenanti di quella situazione

Però quello per cui sostanze come l'LSD, la mescalina, i funghi, la DMT, l'AYA (Ayahuasca) e altre
droghe di questo tipo sono veramente conosciute sono i loro trip, che mutano in base alla sostanza, alla dose, allo stato mentale ed emotivo di chi ne fa uso e all'ambiente che si ha intorno.
Tutti sanno la differenza tra good trip e bad trip, e tutti abbiamo idea di quanto può essere terrificante un bad trip, ma perché queste droghe attirano così tante persone?

Forse avrete sentito parlare di una delle cose più comuni che avviene quando si decide di far uso di queste droghe: l'ego death o morte dell'ego; suona spaventoso, ma in realtà alla fine viene descritta come una esperienza estremamente positiva e d'impatto. Difficile, ma positiva.
La morte dell'ego è differente per tutti, in quanto non tutti nutriamo il nostro ego allo stesso modo.
Tutte le persone che hanno questa esperienza però parlano di alcune esperienze comuni.

La parola chiave è consapevolezza.
Durante la morte dell'ego ci si rende improvvisamente conto di come tutto quello che si è vissuto fino a quel momento sia una bugia, come suggerisce anche il nome stesso del fenomeno, per tutta la durata del trip, l'ego muore completamente e ci si rende conto di non sapere più cosa la parola "legame" significhi. Quando nasciamo ci viene dato un nome, un'identità e crescendo iniziamo ad affibbiare etichette alle persone, iniziandole a percepire come diverse da noi, ma con la morte dell'ego ci si dimentica anche di avere un corpo, o semplicemente si diventa pienamente consapevoli del fatto che in realtà il nostro corpo non è assolutamente niente, se non un tramite.
Chi ha questa esperienza afferma di comprendere cosa sia la dualità: le persone che abbiamo intorno non sono diverse e distaccate da noi, l'universo non è distaccato da noi, niente è distaccato da noi.
Noi qui a 4Muses sappiamo collegare perfettamente questa esperienza a una frase dei Beatles estremamente importante per iniziare a capire questo discorso:

"I am he as you are he as you are me and we are all together.
(Io sono lui così come tu sei lui e come tu sei me e noi lo siamo tutti insieme.)"
- I am the Warlus, The Beatles (1967).



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