mercoledì 20 dicembre 2023

#Cinema&SerieTv: Gigolò per caso - Recensione

Il 21 dicembre, su Prime Video, arriva una nuova serie tv tutta italiana. Pronti a scaldare l’inverno con battute sagaci e tematiche scottanti, “Gigolò per caso” ci porta alla crescita di consapevolezza che i suoi protagonisti devono intraprendere nel loro arco narrativo. Noi abbiamo visto in anteprima i suoi primi tre episodi e abbiamo assistito alla conferenza stampa con cui è stato possibile approfondire alcuni dei suoi aspetti.

Ve la consigliamo? Ve lo diciamo a fine articolo!

Immergiamoci immediatamente nelle vicende che ruotano intorno ad Alfonso (Pietro Sermonti) che, successivamente al ricovero del padre (Christian De Sica) in ospedale, è costretto a riallacciare i rapporti con lui. L’uomo, però, viene messo al corrente della reale professione che il padre ha intrapreso nel corso della sua vita: è un gigolò che rischia di perdere le sue clienti a causa del suo periodo di inattività.
Alfonso viene posto davanti l’idea di rilevare l’attività di suo padre anche perché, tra la crisi che sta affrontando con la moglie (Ambra Angolini) e il rapporto con la terapista della coppia (Asia Argento), tutto lo spinge a riappacificarsi col padre e a prendere la lista delle sue clienti.

Fatte le premesse di sinossi, da qui inizia l’avventura che il pubblico instaurerà col protagonista della serie. Ci si intrufolerà all’interno della vita di questo “maschile risolto” dall’alta sensibilità che deve un po’ scoprire come poter ritrovare il rispetto per sé stesso. Ogni singolo personaggio, in questo modo, riesce a trovare il proprio percorso evolutivo fin dai primi istanti della serie. Lo spettatore, infatti, riesce perfettamente a seguire le vicende che riguardano ogni singolo soggetto senza che nessuna trama venga tralasciata o surclassata in vista delle vicende di Alfonso. Vi è una grande attenzione ai dettagli e alla struttura del racconto, il che rende tutto molto accattivante oltre che divertente. In tal senso, non possiamo fare a meno di fare un plauso alla regia di Eros Puglielli che fin da subito riesce a farci immergere in una storia dalle grandi tematiche.

Si parla quindi di femminile tanto quanto di maschile, così come di rapporti e di rispetto. Un bel mix che riesce a metter in luce l’importanza di determinati argomenti proprio ai giorni nostri. Perché sì, il titolo è abbastanza esplicativo sull’attenzione che viene data al sesso, ma lo svolgimento dei fatti mette in luce quando importante sia l’assenza di giudizio. In tal senso, è utile sottolineare anche la scelta che è stata fatta nei riguardi delle canzoni che fanno da sfondo alle avventure dei nostri protagonisti. Canzoni che parlano non solo di sesso, ma proprio di quanto i tabù vadano sdoganati per poter vivere con maggiore leggerezza un atto che fa parte della vita di ognuno di noi.

Le battute, come stavamo dicendo all’inizio, sono eleganti e mai volgari. Si ride per la situazione che si viene a creare, così come grazie alla gestione delle tempistiche sulla scena. Inoltre, per poter creare una vera e propria sinergia sul set è stata più volte, in conferenza stampa, sottolineata l’importanza del nuovo ruolo che sta sempre più prendendo piede all’interno delle produzioni: l’intimacy coordinator: una professione che Amazon Studio ha imposto già da qualche anno sui set, ma che ha contribuito a creare una protezione per tutto il cast nelle scene più intime e giocose. Un’attenzione che ci sentiamo anche noi di dare a tale figura proprio perché riteniamo importante la sicurezza che gli attori possano provare durante le riprese. Diviene, in questo modo, interessante comprendere quanto tutto diventi coordinazione e cesellamento di ogni singola emozione anche per poter fornire una resa quanto più credibile davanti la macchina da presa.

Un altro aspetto che vogliamo evidenziare è la magnificenza dei luoghi romani che si prestano come scenografie a cielo aperto. Riconoscere la Garbatella, così come il quartiere Coppedé o Trastevere è molto rilevante perché conferiscono ulteriori punti di comprensione dei caratteri che si muovono nella storia. Pensare all’infanzia di Alfonso, vissuta all’interno di uno degli appartamenti del quartiere Coppedé, per esempio, conferisce il potere di creare identità e appartenenza attraverso il luogo di provenienza.

Noi “diamo atto” a questa serie di averci colpiti e non vediamo l’ora di completare la visione di tutti e sei gli episodi. Quindi è probabile che possa arrivare un ulteriore approfondimento sul nostro parare a riguardo. Intanto, concludiamo dicendovi che le premesse sono più che ottime.

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