lunedì 15 aprile 2024

#Eventi: Come un'armonia - Noi, tre Italiani

ph. Claudio Giuli
Noi, tre italiani: le vere storie di tre italiani durante la Grande Guerra
Se cambiamo i nomi dei luoghi e dei mandanti cosa è cambiato? Centodieci anni fa quella che fu definita la Grande Guerra fu combattuta anche da ragazzi giovanissimi, i famosi ragazzi del ’99 che a guerra finita non avevano ancora vent’anni. I loro fratelli maggiori come Ciro Scianna dalla Sicilia e Riccardo Giusto da Udine non tornarono, il racconto di Massimo Simonini è reso con grande maestria dalla regista Mariagabriella Chinè che riesce a coniugare dolore, passione, paura, incosciente sfacciataggine di fronte alla morte che poi è il coraggio di fare proprie le scelte di altri fino a morirne.


Fuoco e mitragliatrici, si sente il cannone che spara; per conquistar la trincea: Savoia! - si va. Trincea di raggi, maledizioni, quanti fratelli son morti lassù! Finirà dunque 'sta flagellazione? di questa guerra non se ne parli più. 

 

ph. Claudio Giuli
Il libro di Massimo Simonini è bello, ti prende, ma lo spettacolo lo è ancora di più, sia se sei giovane come i nostri Ciro dalla Sicilia (Roberto Leocata), Riccardo da Udine (Marco Gabrielli) e Giovanni dall’Abruzzo (Stefano de Santis) sia se sei un po’ più in là con gli anni come Coppola padre (Fabio Fantozzi) o la maestra Laura (Giulia Sacramone) che con l’Italia quasi fatta aveva il compito non facile di fare gli italiani.
Quanto dolore, quante vite non vissute o vissute con la compagnia dei fantasmi dei compagni caduti, delle giornate trascorse nel fango delle notti insonni con le urla dei feriti, e tutto per un palmo di terra, per una bandiera che ci hanno insegnato essere la nostra e che dobbiamo difendere e onorare.

O monte San Michele, bagnato di sangue italiano! Tentato più volte, ma invano Gorizia pigliar. Da monte Nero a monte Cappuccio fino all'altura di Doberdò, un reggimento più volte distrutto: alfine indietro nessuno tornò. 

 Si pensava che quella guerra dovesse essere l’ultima e sancire l’indipendenza dell’Italia dagli oppressori austriaci fu invece la prima di quelle chiamate mondiali che fece altri ancora milioni di morti e altre atrocità come i campi di sterminio.
Purtroppo ancora oggi non siamo stufi di trincee, di razzi, di bombe e mitraglie, ancora oggi ci sono tanti Giovanni Coppola, Riccardo Giusto, Ciro Scianna spinti, incoraggiati dai loro superiori a compiere il loro dovere di soldati, ammazzare ed essere ammazzati per quel palmo di terra che non sarà mai loro mentre le loro famiglie vivono nell’angoscia.
E che dire di Suor Clara (Angela Agresta) e delle tante volontarie che cercavano di dare conforto a quei ragazzi feriti mutilati che lottavano con il loro dolore fisico e quello dell’anima.

 Non ne parliamo di questa guerra che sarà lunga un'eternità; per conquistare un palmo di terra quanti fratelli son morti di già! Fuoco e mitragliatrici, si sente il cannone che spara; per conquistar la trincea: Savoia! - si va. 

ph. Claudio Giuli
La Memoria, una dolcissima, affranta Mariagabriella Chinè che canta questa canzone (se volete ascoltarla, vi lasciamo il link qui)
Dei nostri tre ragazzi ne tornò solo uno: Giovanni Coppola, menomato nel corpo e ferito nell’anima. Sono stati i suoi discendenti a raccontare la sua storia, a tenere viva la Memoria.
Tre giovani vite nella grande carneficina di una delle tante guerre volute dall’ipertrofico ego di un qualcuno senza alcun senso morale. 

Ai morti resta a volte un monumento, a volte una corona d’alloro, qualche medaglia e le tante lacrime di chi li ha amati. Applausi e commozione per un bellissmo spettacolo, attori eccellenti.

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