martedì 2 aprile 2024

#Teatro: Sangue di strega

Foto e grafica di
Carla Calandra
Surreale, ironico, tagliente, dirompente, estraniante, affascinante a tratti profetico… sono questi gli aggettivi che ci vengono in mente nel descrivere “Sangue di strega”, lo spettacolo scritto e ideato da Enza di Gioi, diretto da Fabio Luigi Lionello e andato sulle scene il 26, 27, 28 marzo 2024 al Teatro Porta Portese.


Il cast, composto da Daniela Cavallini, Joyce Conte e Franco Dragotta, ha saputo tenere il palco in modo armonico e con un’intesa che di sicuro fa commuovere il pubblico, ma di questo tenteremo di non parlare per non fare troppi spoiler, in caso lo spettacolo abbia qualche altra replica, come ci auguriamo.

Elvira (Daniela Cavallini) ed Enea (Joyce Conte) sono due fratelli, forse dovremmo scrivere sorelle, influencer che vendono amuleti portafortuna con una sostanza raccapricciante… beh, quale la si evince dal titolo.
Quando per natura fisiologica questa viene a mancare, però, il loro impero entra in piena crisi. Enea prende il timone del comando e trova una soluzione forse ancora più inquietante, ma dal risultato miracoloso: le donne sterile riescono a rimanere incinte, si concretizzano storie d’amore, si realizzano sogni e… vendette. A quale prezzo?

Il testo, che alterna comicità e drammaticità, affronta con profonda delicatezza i grandi temi che più fanno parlare la società contemporanea: il gender fluid, le guerre mondiali, il cambiamento climatico, la malattia, la vecchiaia… ma soprattutto l’esaltazione femminile non nel più becero del qualunquismo da movimento per masse, bensì decantando il ciclo mestruale, con il corpo delle donne che cambia a seconda dei giorni del mese e degli anni che passano.

Uno di quei tabù che sta scomparendo piano piano, perché le donne sanguinano ed è proprio grazie a questo che riescono a dare la vita, nulla di cui vergognarsi. Un flusso che non dovrebbe essere rilegato solo a una mera causa/conseguenza della riproduzione del genere umano, ma a una vera e propria condizione di sacralità riconosciuta anche dagli uomini. Difatti non è un mistero, almeno per noi donne, che nei giorni delle mestruazioni la nostra creatività aumenti, se non in maniera fisica, in ambito spirituale e siamo totalmente connesse con quella che è la natura.

Una storia che potrebbe sembrare assurda, ma che alla sua radice quasi denuncia la realtà che viviamo sui social, se pensiamo che esistono davvero influencer esoterici, che parlano al loro pubblico vendendo a caro costo amuleti o corsi per poter, chissà, aprire porte della nostra vita, quando le chiavi per poterlo fare sono solo dentro di noi.

Ph. Carla Calandra
La sinergia tra Daniela Cavallini e Joyce Conte, poi, rende il tutto più umano, portando il pubblico a passare da spettatore a follower di Elvira ed Enea.

L’Alexo umano (Franco Dragotta), poi, può darci quel brivido perché tra una risata e l’altra capiamo che lo scenario di avere un robot da intelligenza artificiale a nostra immagine e somiglianza non è poi così lontano.

Elvira una donna diva che però vive per il fratello Enea, ancora più diva. Quest’ultimo, la parte più ingenua, buona e sognatrice della società che, dopotutto, con il proprio sacrificio la sa rendere migliore.

La ciliegina sulla torta di questo spettacolo è stata la musica dal vivo con: Massimo Bettoni (sax soprano), Angelo Menna (trombone) e Tommaso Marchetti (sax tenore), con le musiche originali e arrangiamenti di Adriano Dragotta.

Uno spettacolo vincente, che speriamo possa avere quante più repliche possibili.

Un grande applauso ai nomi già citati, ma anche ad Antony Rosa per le coreografie, TonyCreation per le scene e costumi, Stefano Germani per luci e fonica e Carla Calandra per le foto e grafica.

Abbiamo amato questo spettacolo... con tutto il nostro sangue.

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