lunedì 12 luglio 2021

#Costume&Società: Notti magiche

Attenzione: questo articolo è stato scritto prima della finale di Euro2020. Lo stiamo scrivendo e salvando tra le bozze mercoledì 7 luglio 2021, alle ore 15:44. Non solo prima della finale, quindi, ma ancora prima dell’ultima semifinale. Non sappiamo come andranno le cose, né con chi giocheremo domenica. Perché? Perché non serve sapere come andrà a finire per descrivere questo nuovo senso di appartenenza, questo ritrovato entusiasmo sotto i colori del verde, bianco e rosso. Stiamo peccando di ingenuità? Probabile. Siamo ancora troppo euforiche per ieri sera? Probabile anche questo. Ma va bene così. 

Spesso anche noi, quando ci ritroviamo a dire: “L’anno scorso” intendiamo in realtà il 2019. Che il 2020 sia stato l’anno fantasma, non c’è dubbio. Che sia stato negativo o positivo, di sicuro è stato critico. Ci ha costretto al confronto con noi stessi, al vedere con assoluta sincerità la nostra vita e la nostra persona. Abbiamo dovuto abbandonare le nostre certezze, cambiando drasticamente la vita. Eppure, siamo stati prima di tutto italiani. E per un fenomeno inspiegabile nel 2021, siamo stati forse per la prima volta un popolo unito.

“Noi siam da secoli/ calpesti, derisi/perché non siam Popolo, perché siam divisi:/raccolgaci un’unica bandiera, una speme:/di fonderci insieme/già l’ora suonò.”

Lo sappiamo, siamo sempre uniti quando si tratta del calcio. Ma non è solo questo. Da "Il canto degli italiani" cantato sui balconi, dagli arcobaleni “Andrà tutto bene”, siamo passati alla guerra tra mascherina e non mascherina, vaccino e non vaccino. Non sapendo ancora bene come, a febbraio ci siamo ritrovati uniti sotto la forza dei Måneskin, per poi trovarceli a tifare come fosse stata la finale dei mondiali 2006 all’Eurovision Song Contest.

E se i quattro ragazzi romani ci hanno unito in sfottò e orgoglio italiano, tanto da piangere di commozione alla visione della loro pubblicità su Times Square, ecco che arriva il film d’animazione Disney/Pixar Luca. “Silenzio Bruno” non riecheggia solo “dall’Alpi a Sicilia”, ma anche oltre i confini dell’Europa, ricordandoci i bei tempi andati di un Impero che a essere onesti noi non abbiamo mai dimenticato. Anche qui: orgoglio italiano, viva la Liguria e l’Italia tutta, anche perché bellissimo Il gobbo di Notre Dame, ma volemo mette con Luca, Alberto e Giulia e le ship (vedere bene due persone insieme) che seguono?

“Uniamoci, amiamoci,/l’unione e l’amore/rivelano ai popoli/le vie del Signore;/giuriamo far libero/il suolo natio:/uniti per Dio,/chi vincer ci può?”

Partita dopo partita questo senso di unione è diventato sempre più tangibile. Lo abbiamo sempre e solo avvertito durante le pagine più nere della nostra storia, vederlo anche nella gioia, ci riempie il cuore di quello stesso sentimento.

Siamo italiani, conosciamo la nostra storia, conosciamo a memoria la vita dei grandi dell’umanità che tra le nostre terre sono nati. Abbiamo calpestato il suolo già battuto da Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Dante, Michelangelo, Raffaello e così tanti altri che elencarli sarebbe impossibile. Per non parlare di tutti gli artisti stranieri che dal passato ad adesso ancora giungono da noi per trovare l’ispirazione e l’energia creatrice dell’arte più pura. 
 
Troppe volte, inoltre, dimentichiamo il peso fondamentale che abbiamo avuto come popolo nella Liberazione e nella Ricostruzione di un paese che spesso tendiamo a sminuire, troppo presi a guardare l'erba del vicino. Che no, non è più verde.
 
Allora, indipendentemente da domenica, indipendentemente da un Europeo finito, cerchiamo di mantenere questo senso di unione. Proprio come eravamo uniti sotto il nome di Roma: chi vincer ci può?

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