giovedì 22 luglio 2021

#Arte: La Maddalena Penitente - Canova

Il 22 luglio la Chiesa Cattolica celebra la santa descritta dal Vangelo di Luca come la più importante e devota discepola di Gesù: Maria Maddalena.

Si tratta di una delle tre “Marie” ad assistere alla crocefissione del suo maestro e una di quelle che, dopo tre giorni, si recò al sepolcro e ricevette l'annuncio della resurrezione di Cristo dagli angeli. Corsa a chiamare gli altri discepoli, tornò alla tomba e Gesù le apparve, anche se in un primo momento non lo riconobbe. Si riprese solo quando Lui la chiamò per nome, al che lei provò a trattenerlo. “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va' dai miei fratelli e di' loro: sto ascendendo al Padre mio e al Padre vostro, al Mio Dio e al vostro Dio.” (vangelo di Giovanni).

Divenne l’apostola degli apostoli, la prima testimone della resurrezione. Oggi parliamo proprio di lei, de "La Maddalena Penitente", scolpita da Canova ed esposta oggi a Genova, nel palazzo Doria-Tursi. Noi di 4Muses siamo riuscite a vedere alcune delle opere di questo grande artista l’anno scorso quando, in piena “pausa estiva della pandemia” a palazzo Braschi, situato tra piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele, era in corso la mostra “Canova. Eterna Bellezza.”

"La Maddalena Penitente” è una scultura in marmo di circa 90 cm realizzata da Canova tra il 1793 e il 1796. Fu la prima opera dell’autore a raggiungere Parigi nel 1808  e venne fortemente apprezzata dal Salon, una mostra periodica che si svolgeva al Louvre. Realizzata di marmo bianco, la santa viene rappresentata come inginocchiata su di un masso, la testa piegata di lato mentre tra le mani stringe una croce di bronzo e delle lacrime le solcano le guance. Il pentimento della peccatrice è evidente e il suo corpo è coperto appena da una veste chiara, legata malamente da una corda di cilicio in vita, che potrebbe far cadere il tessuto da un momento all’altro, rivelando la bellezza della donna. I capelli, chiari, sono sciolti dietro le spalle e la colorazione è stata ottenuta mischiando zolfo e cera, il che conferisce loro un effetto quasi reale.

Accanto al suo corpo, quasi accasciato in simbolo di pentimento e di pieno abbandono alla volontà del suo maestro, è presente anche un teschio, che troviamo in quasi tutte le raffigurazioni della santa: rappresenta infatti la caducità della vita, il fatto che l’esistenza terrena sia solo transitoria e non permanente. Chiamato nel mondo dell’arte “Vanitas”, sta a indicare qualcosa di molto simile al “Memento Mori”, perché la vita terrena è solo effimera, così come i beni terreni.

La veste cadente sta a indicare l’erotismo di un corpo contrapposto però alla posa, come di qualcuno sfinito che si pente della propria vita dissoluta, appesantito dal bisogno di avere il perdono divino e dai propri peccati. Canova, infatti, aveva come scopo quello di rappresentare una figura dove dolore e sensualità fossero armonizzati, dove il confine tra perfezione e realtà fosse labile. La Maddalena, in piena “crisi”, sembra ignorare lo sguardo dell’osservatore sul proprio corpo, appena nascosto da una veste che lascia scoperti sia i fianchi che le spalle. Più la si guarda e più viene difficile rimanerne indifferenti.

Della stessa opera esistono due versioni, del tutto identiche, fatte eccezione per un dettaglio: in una manca la croce bronzea tra le mani, assente per il non “contaminare” un’opera realizzata completamente di marmo.

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