lunedì 18 ottobre 2021

#Marvel: Venom 2 - promosso o bocciato?

Ormai dovremmo averlo imparato, meglio entrare in sala senza alcuna aspettativa per non restare delusi da ciò che si vedrà e “La Furia di Carnage” ne è la riprova. Noi di 4Muses abbiamo avuto modo di vedere questa pellicola qualche giorno prima dell’uscita in sala e adesso vogliamo prenderci qualche minuto del vostro tempo per poterne parlare insieme; cercando di restare Spoiler Free.

La Sony, col primo capitolo della saga, aveva già fatto intuire la direzione che aveva intenzione di prendere, ma in questo caso la devia ulteriormente verso qualcosa di - sì, divertente, ma - scialbo.

La storia si apre esattamente dove l’avevamo lasciata con la post-credits del primo film: Eddie che intrattiene delle conversazioni, alla ricerca di un nuovo scoop, con Cletus Kasady. Il giornalista, dunque, cerca di carpire quelli che sono i segreti del pluri-omicida condannato alla pena di morte; così da poter continuare quella scalata di carriera che Venom stesso gli ha permesso di ottenere da quando loro sono diventati una cosa sola. Ma questo lo possiamo anche semplicemente evincere da quello che è il trailer e, in parte, anche dagli albi a fumetti che nel corso del tempo hanno narrato queste storie. Dove sta il sostanziale problema? Beh… come già detto, è come se mancasse qualcosa e quel qualcosa è proprio la violenza che ci si aspetta di trovare in un film del genere. Una violenza che il primo volume di questa saga ci aveva fatto saggiare appena, ma che qui sembra mancare del tutto.

Siamo davanti a un film che punta a far ridere, a divertire con qualcosa che in realtà manca di sostanza e che spinge lo spettatore - soprattutto se appassionato di fumetti - a pensare che ciò che sta guardando è quasi vuoto. Ma appunto, come già detto, se si entra in sala senza le aspettative di vedere qualcosa che possa essere paragonato ai fumetti per ambientazione e per caratterizzazione, beh ci si può effettivamente divertire. Venom punta sulla battuta facile, sulle facce stupide di Tom Hardy che sembra esser nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Cerca di puntate l’attenzione sul patetico spingendo ancora una volta su una caratterizzazione da perdente per entrambi i protagonisti. Pareva, infatti, che sia Venom che Eddie avessero iniziato a capire come poter essere dei vincenti nella propria narrazione, invece sembrano continuare a preferire la via del perdente senza una reale ragione. È tutto così tanto surreale da non permettere neanche una reale immersione nel personaggio da parte dello spettatore, si è distanti e si resta tali per via di queste caratterizzazioni che risultano essere al limite del ridicolo. Manca, in sostanza, la potenza e il potenziale espresso di Venom; anche perchè è ridicolo continuare a spingere sulla narrativa del perdente, ne risentono le battute stesse del film e anche l’intera struttura della trama. Il tutto risulta, così, forzato e privo di sostanza. L’unica cosa che ci sentiamo di salvare è l’amore tossico tra i due protagonisti, che comunque è l’unico punto di forza del film perchè è quello che realmente dà allo spettatore qualcosa alla quale potersi emotivamente aggrappare. Il rapporto tra i due, il legame del simbionte, sembra volgere sempre più verso una necessaria terapia di coppia e ciò suggerisce ilarità, ma allo stesso tempo comprensione di ciò che abbiamo davanti. Tolta, intatti, la parte delle litigate tra Venom ed Eddie, al film manca tutto.
È come se, in questo film, mancasse davvero il corpo e il vero cuore; un cuore oscuro che, comunque, si vorrebbe vedere in un film che si intitola “la furia” di qualcuno che ha per nome “carnage”, cioè carneficina.

Qui ci addentreremo nelle caratteristiche meno visibili dal trailer, quindi se non volete spoilerarvi nulla non leggete la parte nella quale vi parliamo di Cletus, tappa fondamentale per capire cosa non va in quest’ora e quaranta.

Passiamo, quindi, all’analisi del nemico di questa pellicola, colui le cui azioni ci vengono giustificate in tutti i modi possibili e immaginabili senza alcun reale senso. Si chiama Carnage, Carneficina. Dovrebbe esattamente fare ciò che il suo nome suggerisce: una mattanza senza regole e senza alcun controllo. Cletus, infatti, una volta evaso (non potete considerare ciò davvero come uno spoiler), pazzo furioso omicida, decide di uccidere solo ed esclusivamente per prendere dei vestiti o per poter prendere quella una o due cose che gli servono per poter tirare fino a fine giornata. Non lo fa in maniera incontrollata, immotivata; non commette nessuna mattanza e non si vede neanche per sbaglio una goccia di sangue. La furia di Carnage si vede solo per i diversi interessi che il simbionte ha rispetto a ciò che desidera Cletus stesso. Ma, come già detto, cercano di giustificarci il suo operato in tutti i modi possibili e immaginabili. Gli danno un passato di abusi, una storia tormentata d’amore e di separazione; moventi tutti molto umani se ci fate caso, ma che non dovrebbero né esistere, né essere esplicati. Necessitavamo di un nemico senza alcun controllo, di qualcuno di matto che lo era semplicemente per il gusto di esserlo. Necessitavamo di furia, non di un mancato romanticismo con annesso tentato ricongiungimento.

Anche dal punto di vista di gestione dei tempi scenici, la pellicola non passa il turno. Sì, vi abbiamo già detto che è divertente e tutto il resto, che comunque troverete il modo di ridere guardandolo, ma la verità è che tutto quanto non funziona. Non funzionano i tempi della narrazione, tutto immotivatamente troppo veloce su quello che doveva essere il cuore del film - lo scontro Venom vs Carnage - e tutto molto lento sulla costruzione di un passato di cui, in fin dei conti, ci importa ben poco.

In conclusione, Venom appartiene al mondo narrativo della Marvel, quel mondo nella quale il protagonista è un anti-eroe che cerca di salvare le vite nel modo meno convenzionale e politicamente corretto possibile, dov’è tutto questo? 
Non possiamo accontentarci da un ottimo design, da una buonissima componente musicale, ma il tutto resta in secondo piano davanti alla mediocrità della trama. Bisognerebbe prestare maggiore attenzione ai dettagli sulla caratterizzazione dei personaggi - soprattutto perchè essi sono il fil rouge tra le varie versioni dello stesso - e cercare di dar loro il giusto spessore. Entrambi i simbionti, ad esempio, non mostrano mai il loro reale potenziale. E sì, ci si aspetta che questo potenziale sia furente, oscuro, pregno di violenza.

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