sabato 16 ottobre 2021

#Arte: Il Bacio di Hayez

Ci sono alcuni baci che restano nella storia: abbiamo visto il Bacio di Klimt e tutti conoscono la celebre foto del bacio di Times Square. Oggi vogliamo, però, parlarvi dell’opera di Hayez, il cui titolo completo è “Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV”, comunemente noto solo come “Il Bacio”. Si tratta di un olio su tela realizzato dal pittore italiano Fracensco Hayez nel 1859 e a oggi custodito nella Pinacoteca di Brera (Milano).

Opera nata come simbolo patriottico, viene rappresentato in un ambiente medievale, un momento di intimità tra due amanti. Si tratta dell’androne di un castello, dove si possono notare tre gradini laterali e il punto di fuga sulla sinistra. Il viso di lui è coperto da un ampio cappello, così come il resto del corpo è celato dietro un lungo mantello rosso, che però lascia intravedere un pugnale sul suo fianco sinistro. La giovane, invece, si aggrappa al compagno che la stringe a sè, completamente persa nell’effusione del momento.

L’innamorato ha un piede sul primo gradino, come se quel bacio fosse una sorta di addio verso la compagna amata, che sembra fermarlo per impedirgli di fuggire, certa che quello sia il loro ultimo saluto. Alle loro spalle si intravede una figura in piedi, nascosta dalla penombra, che potrebbe essere un compagno d’armi, una spia o, secondo altri, una domestica. 

Hayez realizzò diverse versioni della stessa opera, commissionatagli dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto. Ogni versione si allaccia a un evento storico differente. Nella prima versione, infatti, Hayez celebra l’alleanza con il popolo francese, come si evince dai colori (il mantello rosso di lui, il vestito bianco e blu di lei). Nel 1859, infatti, erano stati appena siglati gli accordi di Plombières tra Napoleone III e Camillo Benso Conte di Cavour, quindi quest’opera ne celebrava l’alleanza. 

Nella seconda, datata 1861, il vestito della dama diviene bianco, a simboleggiare l’unificazione del popolo italiano, con la nascita del Regno d’Italia. 

L’ultima, del 1867, il nostro stato si traduce nella scelta cromatica differente: mantello verde, panno bianco sulle scale, calzamaglia rossa.

Il messaggio patriottico, oltre che dato dalle sfumature, si avvale del simbolo allegorico della donna: tradotta come patria, si deve combattere per essa, tenerla saldamente tra le proprie braccia per evitare che cada vittima del nemico (all’epoca rappresentata dall’impero austroungarico), il corpo come nazione, il bacio come punto di unione. Come disse Hayez stesso, non vi è separazione tra donna e patria.

L’intera scena è pervasa da un dolore inevitabile, perché possiamo facilmente intuire cosa accadrà dopo: la ragazza attenderà con la tristezza nel cuore il ritorno del suo amato, con l’angosciante pensiero che non vi farà mai più ritorno. L’opera si configura quindi come un capolavoro del Romanticismo e, in generale, della pittura Ottocentesca italiana, tanto da diventare un simbolo dell’amore romantico e patriottico al contempo.

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