mercoledì 6 ottobre 2021

#Cinema&SerieTv: Lucifer - Recensione

[L'articolo contiene spoiler!]
 
Nel mese di settembre si è conclusa la serie tv “Lucifer” dopo cinque anni dalla messa in onda su Netflix. Cinque anni in cui la voce di Tom Ellis (l’attore che interpreta il protagonista della serie) ha affascinato tutti con il suo accetto inglese e con il suo “Detective!” pronunciato sempre con quel tono sorpreso. Dopo cinque anni è arrivato il fatidico momento, quello della fine dello show e noi di 4Muses siamo qui per recensire questo prodotto della piattaforma streaming Netflix.

Iniziamo dalla trama, abbastanza semplice. Dopo secoli di torture alle anime dannate, Lucifer decide di prendersi una pausa, anzi, di andare in pensione dal suo lavoro di Re dell’inferno. Scappa a Los Angeles con la sua migliore amica, nonché demone, Mazekeen e insieme aprono un locale notturno, il Lux. Nel suo soggiorno sulla Terra, Lucifer si dedica ai più disparati piaceri della vita, non mancando di avvicinarsi agli umani. Nel primo caso che ci viene presentato, perché si tratta di una serie tv crime soprannaturale, Lucifer incontra una sua amica di vecchia data, Delilah. Lei, diventata star della musica, viene freddata da uno spacciatore e spira tra le sue braccia. Sul caso, quindi, interviene la polizia con la detective Chloe Decker (Lauren German), che si occupa di interrogarlo. Sembra trattarsi di un caso abbastanza semplice, motivo per cui viene affidato al personaggio della polizia trattata come l’emarginata del dipartimento per un clamoroso caso andato male. In una serie di eventi tragicomici, i due si ritrovano a lavorare insieme. Nel corso della serie stringeranno un forte rapporto, tanto da diventare perfino partner lavorativi. Lucifer si avvicinerà a tal punto agli esseri umani e ad alcuni personaggi che diverranno la sua famiglia, da diventare una sorte di consulente detective per risolvere casi di omicidio, dando un apporto prezioso alle indagini.

Già nella prima puntata veniamo a sapere che non può esserci un posto vacante all’Inferno, il Diavolo non può mancare, non esiste il “pensionamento” per certi incarichi, quindi a mettere Lucifer in allerta sarà suo fratello Amenadiel (David Bryan Woodside), il preferito di Dio, che cercherà in tutti i modi di convincerlo a fare ritorno nell’Ade, ma col tempo anche lui finirà per affezionarsi agli umani, arrivando lui stesso a disobbedire al Padre.

Nella serie tv ci viene mostrato un volto ormai conclamato del Diavolo: affascinante, seducente, ma che viene considerato malvagio per antonomasia, non per il suo operato. Come accadde per il Lucifero di Supernatural, anche quello interpretato da Tom Ellis si interroga su se stesso:

“Sono il Diavolo perché sono malvagio dentro o solo perché il caro Paparino ha deciso così?”

Se Dio, in sintesi, ha concesso agli umani il libero arbitrio e ha creato tutto, perché non potrebbe aver creato nella Stella del Mattino l’antagonista per eccellenza? Il tutto, quindi, sarebbe frutto di un Suo volere, compresa la ribellione stessa di Lucifero.

Il personaggio che ci viene presentato è immortale, incapace di mentire e che riesce a esercitare un certo magnetismo nei confronti di chi si trova davanti, infatti un suo “superpotere” è quello di far confesare a tutti (o quasi) quali sono i desideri più radicati nei cuori delle persone. Questo potere gli sarà particolarmente utile per risolvere i casi su cui lavorerà insieme alla detective, a volte usando metodi non propriamente ortodossi come la tortura o, perché no, mostrando il suo inquietante volto reale.

Lucifer, vivendo tra gli umani, inizia a preoccuparsi per loro, tanto da venir ripreso dalla sua migliore amica Mazekeen, scoprendo che, anche se attribuiscono il più delle volte a lui la colpa delle loro scelte, gli umani sono dotati di libero arbitrio, quindi capaci di scegliere sempre e comunque, a volte sorprendendo e spiazzando gli esseri celesti. Talmente affascinato dall’umanità, Lucifero riuscirà a trovare la sua dimensione e, perché no, a scoprire quale sarà la sua vera vocazione, il lavoro interiore che Dio cercherà di fargli capire. Non solo lui, ma anche tutti i suoi amici (compresi gli esseri soprannaturali) scopriranno la loro umanità, arrivando a doverci fare i conti. Debolezze, punti di forza, ma anche la capacità di rialzarsi dopo micidiali batoste e, perché no, dover fare i conti con le proprie scelte, sia Lucifer che tutti gli altri personaggi, dalla Detective al suo ex marito e collega Dan, da Ella (la coroner) a Mazekeen, da Linda (la psicologa che avrà un impatto significativo nel lavoro interiore del Diavolo) ad Amenadiel,verranno a patti con chi sono realmente, con i propri demoni interiori, dubbi e risposte che troveranno, potendo contare sulla forza di riuscire a cambiare.

Arriviamo al tasto semi-dolente. Il finale che ci ha regalato Netflix, dopo sei stagioni, è piacevole, anche se non “sacrale” come molti si aspettavano. Forse per la chiusura di una serie i fan si aspettavano di più, nonostante i colpi di scena e anni di episodi filler (ma sono un must to di tutte le serie tv che durano tanto), ma non per questo non ci sarà un tocco drammatico a corollare la fine. Piacevole, sì, ma forse un lavoro approfondito lo avrebbe reso più memorabile. Che la piattaforma avesse avuto voglia di chiudere in fretta la serie?

E a voi è piaciuto Lucifer?

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