mercoledì 20 ottobre 2021

#Arte: Trittico della Vendetta

La settimana scorsa abbiamo introdotto Hayez con la sua opera più celebre, “Il Bacio” e ci siamo chieste: perché non esaminare anche opere meno conosciute ma egualmente belle dello stesso autore? E quindi oggi parliamo di quello che l’artista definì il “Trittico della vendetta”: tre quadri realizzati tra il 1847 e il 1853.

Ovviamente le tre opere si inseriscono del discorso vendicativo in campo sentimentale. La protagonista è Maria, colei che ha subito il tradimento. Il trittico è composto da tre azioni compiute dalla donna, sotto consiglio dell’amica Rachele, in cui viene convinta a denunciare, a portare la missiva nella "bocca del leone marmoreo" (dove venivano messe le dichiarazioni anonime) e successivamente a ripensarci. I quadri sono denominati rispettivamente: "Consiglio alla vendetta", "Accusa segreta" e "La vendetta di una rivale".

Datato 1851, in “Consiglio alla vendetta” vediamo Rachele vicina a Maria, intenta a convincerla di qualcosa. L’ambientazione è tra i canali di Venezia, dove la consigliera, con indosso una maschera nera che le copre parte del volto, sembra voler indurre la dama a fare qualcosa per cui non è del tutto convinta. Maria non sembra volerla stare a sentire, infatti fa per allontanarsi. Venezia si staglia alle loro spalle tra le acque placide del Canal Grande mentre la silenziosa alba risplende alle loro spalle. Le due dame, che si erano incontrate al mattino presto, sembrano animate da una discussione che manda in confusione Maria. Lei non è ancora del tutto certa di voler denunciare il tradimento, infatti la notte passata insonne sembra riflettersi nelle profonde occhiaie che le cerchiano lo sguardo. La mano, però, tradisce quello che il resto suggerisce, perché si allunga ad afferrare la lettera dell’amica.

In “Accusa Segreta” ritroviamo Maria con la lettera in mano, pronta a mettere in atto la “delazione”, una denuncia anonima. Alle sue sue spalle, mentre la dama è ancora indecisa e mossa da una rabbia latente, si staglia un altro scorcio di Venezia, del Canal Grande con la Basilica di San Marco sullo sfondo. La donna sembra reduce da un lungo pianto, come evidenziato dal volto bianco e le guance arrossate. Quest’opera è stata realizzata prima di “Consiglio alla vendetta”, infatti la data risale tra il 1847 e il 1848, eppure a livello di rappresentazione ne fa il seguito.

L’ultima parte del trittico ha il titolo di “La vendetta di una rivale” ed è del 1853. Maria ha consegnato la denuncia anonima, ma si è subito pentita di averlo fatto. Fa per riprendersi la lettera dall’uomo vestito di rosso, ma Rachele fa di tutto per trattenerla. La presenza di quest’ultima è opprimente, i colori sono pesanti e scuri, le punta il dito contro, come a minacciarla di non ripensarci. Maria è intimorita da quel gesto, ma sembra darle ascolto. Ora l’aria di Venezia non emana più tranquillità, quanto più ostilità. Non c’è più la presenza dei canali, ma solo di palazzi spigolosi e  di ombre che rendono il tutto più cupo.

Questo trittico è una metafora della Venezia Ottocentesca: nonostante la bellezza delle vedute e dei paesaggi, dei balli in maschera e del Carnevale con la sua euforia, nasconde tra gli angoli bui della città scandali e sotterfugi. In quel periodo storico, l’Italia era oppressa dall’Austria, Venezia ospitava gli esuli e questo dava adito a sospetti e delazioni, a un vociare continuo tra i vicoli delle contrade cittadine. Questa situazione accese la scintilla al pittore per mostrare questi intrighi e tradimenti spostando la scena dalla situazione politica a una più intima e sentimentale.

A oggi, solo di due opere su tre se ne conosce l’ubicazione: “Consiglio alla vendetta” si trova a Vienna, nel Liechtenstein Museum, mentre “Accusa Segreta” è a Pavia, nel Castello Visconteo (che spesso ospita i Musei Civici). “La vendetta di una rivale”, invece, non si ha la più pallida idea di dove sia.  

  

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