giovedì 4 gennaio 2024

#Libri: Come polvere nel sole

Leggere libri di amici e colleghi è un onore ma anche un onere non da poco. La nostra mente è divisa tra il rimanere oggettiva e il voler prendere il telefono per commentare passo passo la piega della storia.

Angela Ciacciulli, autrice di “Come polvere nel sole”, però, è stata ben chiara dal dirci di farle sapere tutto solo a fine lettura… quindi eccoci qui.

In questo breve romanzo si affronta una tematica ahinoi che dura da millenni: la sottomissione della donna in una società che ha scelto di essere patriarcale.
Non vogliamo far alzare gli occhi al cielo, né farvi una paternale, in quanto crediamo che se abbiamo scelto di rendere gli uomini al centro di tutto, la colpa/merito risiede anche nel genere femminile.
Ingrid, Donatella e Silvana: tre amiche da decenni, con tre vite differenti ma simili che hanno da sempre lottato per rendersi visibili nella carriera e nei sentimenti, quest’ultimi sacrificati per il lavoro, o forse perché troppo stanche di lottare contro i mulini a vento di uomini che in fin dei conti cercano una seconda madre e mai una compagna.
Le loro vite si intrinsecano in quelle di altre donne, quest’ultime sempre vittime psicologiche e fisiche di un pensiero sessista.

La donna che deve pensare alla casa anche se passa otto ore fuori per lavoro, la donna che deve risultare angelo del focolare, dal fare materno, anche se di figli non ne ha e non li desidera. La donna che non deve comportarsi in un certo modo, che invece deve vestirsi in un altro. La donna che deve prendere decisioni in base al volere maschile, che un compagno ci sia o meno perché l
’uomo re del marketing è dietro al prodotto dimagrante del momento, all’ultimo rossetto o capo firmato. L’uomo che crea un bisogno per arricchire il proprio guadagno a discapito della sicurezza della donna, come Mad Men e una qualsiasi mente critica insegnano.

Sono pagine piene di dolore, perché descrivono quello patito e lo portano in superficie, facendolo nostro.
Questi romanzi e i casi di femminicidio portano a galla una verità di cui siamo nauseate e che ci fa soffocare proprio per quanto sia all’ordine del giorno: ognuna di noi può dirsi vittima e carnefice di un sistema che si nasconde dietro a un fintamente innocuo: “Mi devo fare la ceretta, altrimenti che penseranno di me?” in barba – parola azzeccatissima – a uomini fieri e villosi. “Eh, ma l’uomo e la donna è donna”, ci risponde la società, forse ignorando che la pubertà esiste anche per noi e che la natura ci ha dotate degli stessi peli, fregandosene degli assurdi paletti che ci siamo volute imporre.

Ma ancora, instancabili vittime e carnefici di noi stesse, andiamo a dire alle altre come comportarsi. “Non puoi lavorare, se vuoi figli e non puoi avere figli se vuoi lavorare”. “Ma l’hai vista? Ma ci credo che il marito la tradisce, guardala: non si cura.”, “Sai, ho saputo che non pulisce neanche casa. Ci credo che poi lui la tratta così male”.

Frasi che valgono come giustificazioni, anche se poi puntiamo il dito contro ad assassini e stupratori, inconsapevoli che le loro armi gliele abbiamo consegnate noi.
Esiste una violenza psicologica prima di quella fisica della quale siamo responsabili al cento per cento tutti noi, con le parole, i gesti e soprattutto i fatti.
Quante volte siamo state in silenzio quando abbiamo nostre amiche, sorelle, madri, colleghe venire sminuite? Per quante di loro ci siamo alzate, urlando di smetterla?

Nella realtà non esiste un principe azzurro che può venire a salvarci, quelle favole ci dovrebbero insegnare che è la nostra parte maschile a doversi unire alla femminile. Siamo noi, quindi, che dovremmo scoprire il nostro valore e metterlo in salvo prima che sia troppo tardi.


In “Come polvere nel sole” troviamo tre amiche che si supportano l’una con l’altra e che rimangono vicine perché tutte ben conoscono lo schifo che si cela dietro relazioni all’apparenza solide e rispettose.

La scrittura della Ciacciulli è schietta, priva di fronzoli e ben curata nel rispettare le ferite inflitte alle vittime, senza mai renderle disarmanti, ma anzi: sono le eroine di loro stesse, di conseguenza possono esserlo per tutte le altre donne vittime di violenza.
Una, ma in realtà più storie, che vivono nel nostro quotidiano e che possono dare modo di riflettere sia su quanto scritto in precedenza, sia sui primi, fondamentali cambiamenti che dovremmo attuare per la società del domani.

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