sabato 12 settembre 2020

#MustToWatch: Pose

In questi giorni ho cercato di portare alla luce quanto profondo sia il mio legame con il cinema. 

Noi di #4Muses siamo connesse in modo quasi inscindibile con la cultura e con tutto ciò che ne deriva, ma per la sottoscritta il cinema è praticamente vita.
Le esperienze mediate sono quanto mai fondamentali per poterci permettere di entrare letteralmente, anche se per poche ore, nei panni degli altri. Il must to watch di oggi vuole parlare proprio di ciò: comprendere le difficoltà lontane da noi e farle un po’ nostre. Creata e diretta da Ryan Murphy vi parleremo di: Pose; una serie che racconta la New York suburbana nel periodo che va a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, il periodo di Madonna con la sua Vogue per intenderci.
Le prime due stagioni sono già disponibili per un rapido bingewatching sulla piattaforma di streaming di Netflix.

Quella che Murphy porta in scena è una realtà che nel corso degli anni è stata salvifica per centinaia di persone. Le famiglie che incontrerete, ovviamente, sono frutto della fantasia dell’autore, ma comunque rappresentano davvero una realtà che forse non tutti hanno avuto la possibilità di conoscere. La tolleranza era ridotta ai minimi termini e i nuclei familiari preferivano considerare morti i loro figli piuttosto che accettare quella che era considerata una diversità, un’anomalia. Pose, infatti, racconta la verità dei ragazzi gay e trans che venivano cacciati di casa e finivano col vivere per strada. Una storia che mostra come, il più delle volte, la famiglia sia quella che si sceglie di formare e non quella data dalla parentela.

Una cosa da ammirare di questa serie è sicuramente il fatto che i suoi interpreti sono gli stessi che hanno vissuto sulla loro stessa pelle quella realtà. Le attrici, infatti, sono tutte donne facenti parte della comunità LGBTQ+, una comunità che per tanto tempo ha dovuto lottare per i propri diritti, ma allo stesso tempo ha dovuto sorbire i colpi delle lotte che si sono battute al suo interno. 

Questa serie rientra di diritto nelle serie da dover guardare proprio per poter cercare di provare a calarsi nei panni degli altri, così da poter far proprie le esperienze di quella realtà. Un modo, dunque, per poter provare sulla propria pelle cosa si prova nel dover essere costretti a lasciare le mura domestiche, nel provare odio e contemporaneamente amore per le persone che ti hanno messo al mondo, trovando un porto nel quale poter coltivare i propri sogni.

È pur vero che abbiamo davanti una storia romanticizzata, perché comunque portare in scena la completa durezza di quegli anni non deve essere facile o adatto per un pubblico più vasto. Ryan Murphy del resto fa ciò, racconta la sua verità, a modo suo, riempiendola di Paillettes e lustrini; un velo esagerato, ma necessario comunque alla narrazione.

Pose va vista, va guardata, va assimilata.

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