venerdì 11 settembre 2020

#StorieRomane: Il segno di Durlindana, la spada dell'Orlando Furioso


La leggenda romana di cui tratteremo oggi trae origine da un poema cavalleresco che tutti conoscono (o dovrebbero conoscere): L’”Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto. Quest’opera italiana deve le sue origini da un altro poema epico, a cui si allaccia, L’”Orlando Innamorato” di  Boiardo. Ma come si legano questi poemi a Roma?

Partiamo da una piccola introduzione sulle due opere: l’”Orlando innamorato” parte con Angelica, bellissima principessa del Catai, che si presenta alla corte di Carlo Magno per chiedere aiuto contro i suoi nemici.
Orlando, il migliore paladino di Francia s’innamora così follemente della principessa, che la insegue fino al suo regno in Oriente, arrivando a battersi persino con suo cugino Rinaldo per averla. L’opera di Boiardo risulta incompiuta, ma Ariosto si propose di scriverne un finale epico, creando poi un’opera a se stante. Nell’”Orlando Furioso”, il protagonista è alla disperata ricerca di Angelica, fino a quando non scopre che lei è innamorata di un soldato saraceno, Medoro. I due sono innamorati al punto di scrivere i loro nomi su di un albero, sulle pareti di alcune grotte dove consumano il loro amore. Il protagonista lo scopre e perde completamente la testa, distruggendo tutto ciò che incontra sul suo cammino.
Orlando aveva una spada leggendaria, Durlindana, famosa per essere indistruttibile. Alcune leggende affermano che sia il risultato di diverse reliquie cristiane: un dente di San Pietro, il sangue di San Basilio, i capelli di San Dionigi e un frammento di abito della vergine Maria, per altri l’arma dell’eroe troiano Ettore. 

Nell’opera epica, è Carlo Magno a consegnarla ad Orlando, che l’aveva a sua volta ricevuta in dono da un angelo. Quando il nostro eroe viene mortalmente ferito, è attanagliato dalla paura che la spada leggendaria possa cadere in mano nemiche. Nel suo impeto di follia, il protagonista comincia a girare per il mondo intero, cercando di distruggerla. Il suo passaggio a Roma ha lasciato il segno: secondo la leggenda, infatti, Orlando cominciò a far ruotare l’arma a destra e a manca nel vano tentativo di distruggerla, fino a spezzare in due una colonna, di cui rimane oggi solo la parte inferiore, situata nel Vicolo della Spada D’Orlando (Piazza Capranica), nei pressi del Pantheon. Si possono vedere ancora i fendenti che sul pezzo di marmo cipollino che l’hanno distrutta.

Secondo un’altra leggenda, la spada lasciò lì il suo segno perché il protagonista era caduto in una imboscata dei Mori. Uno degli infedeli schivò uno dei potenti fendenti, che andò a spezzare una colonna alle sue spalle. 
Che sia un caso che questa colonna mozzata sorga nei pressi del Pantheon, luogo in cui Ariosto amava soggiornare in una locanda che ancora oggi porta una targa in suo onore? L'albergo del sole, infatti, è proprio a Piazza della Rotonda.

Dopo di ciò, Orlando decise di sbarazzarsene lanciandola in aria. Questa andò a conficcarsi tra le rocce della città di Rocamadour, in Francia. In quel luogo è tutt'ora presente una spada incastrata nella roccia, tenuta al sicuro da possibili ladri con delle catene.
 

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