venerdì 4 giugno 2021

#Costume&Società: Antonio Machado

“In una vivienda de este palacio nació,el 26 de julio de 1875 ,el poeta Antonio Machado, aquì conoció la luz,el huerto claro,la fuente y el limonero
(In un’ abitazione di questo palazzo nacque il 26 luglio del 1875 il poeta Antonio Machado,qui conobbe la luce ,il giardino chiaro,la fonte e l’albero di limoni)"


Immaginiamo di aver comprato un biglietto con destinazione Siviglia. Improvvisamente, camminando per le calles, scorgiamo il Palazzo Las Duenas, residenza dei duchi di Alba aperto al pubblico; proprio su questo palazzo ricorre una dedica speciale indirizzata al poeta Antonio Machado.
Probabilmente non lo avrete mai sentito nominare, eppure è considerato uno dei poeti spagnoli più importanti del XX secolo.

Nato nel 1875, il poeta trascorre la maggior parte dell'infanzia nella città natale con gli zii e i nonni paterni, i quali gli permettono di godere un’atmosfera di idillio familiare; la bellissima infanzia è spesso evocata nei suoi poemi.
Successivamente i genitori si trasferiscono a Madrid portando gli otto figli con sé, in modo che i bambini possano ricevere un'istruzione migliore. La metropoli è una meta prolifica per la carriera letteraria del poeta: qui infatti, entra a contatto con eminenti personalità spagnole dell’epoca come Miguel de Unamuno, José Augusto Trinidad Martínez Ruiz, conosciuto con lo pseudonimo di AzorínRamón María del Valle-Inclan, scrittori della generazione del 98’, coevo movimento letterario di Machado.

Raggiunta la maturità viaggia verso la Francia; a Parigi si relaziona con il simbolismo francese (che avrà grande influenza sulla sua poetica) e incontra Oscar Wilde, Paul Verlaine e Rubén Dario, quest’ultimo esponente del modernismo.

La Francia lo accoglie fino alla morte della moglie, Leonor Izquierdo, e tornerà in Andalusia; con l’avvento della guerra civile e della vittoria dei franchisti si incammina in un esodo insieme alla madre e al fratello arrivando nella città di Collioure, dove morirà.

La sua produzione poetica mostra una propensione all’introspezione intimista e non può essere catalogata in nessuna corrente letteraria precisa, e il suo percorso letterario è segnato da alcuni punti cardine: i ricordi e i sogni di gioventù, l'emozione dei paesaggi della Castiglia e dell'Andalusia (Il paesaggio della Castiglia, arido e brullo, non è altro che la rappresentazione dello spirito degli spagnoli di quell’epoca, evocante emozioni austere e tragiche), le riflessioni del filosofo Henri Bergson sul tempo, la morte e la ricerca di Dio. Allo stesso modo, ha approfondito il ruolo delle donne all'interno della società in cui viveva, considerando il genere femminile superiore a quello maschile in molti aspetti:

“Dicono che l'uomo non è un uomo se non ascolta il suo nome dalle labbra di una donna”

La simbologia all’interno delle liriche dell’autore assume un significato centrale. I simboli ricorrenti come: l’orologio, la sera, l’acqua che fluisce, i sentieri e le gallerie delineano il passare del tempo mentre di contro l’acqua stagna, i cipressi e le campane descrivono la morte.
Tra le sue poesie più celebri ricordiamo “Caminante, no hay camino” (letteralmente: “Camminatore, non c’è cammino”) e “Retrato” (letteralmente “Autoritratto”), le quali riassumono l’intera poetica dell’artista.
Riportiamo di seguito la traduzione delle due poesie:

Caminante no hay camino:
"Viaggiatore, tutto passa e tutto resta,
però il nostro è passare,
passare facendo sentieri,
sentieri sul mare.

Mai cercai la gloria,
né di lasciare alla memoria
degli uomini il mio canto,
io amo i mondi delicati,
lievi e gentili,
come bolle di sapone.

Mi piace vederle dipingersi
di sole e scarlatto, volare
sotto il cielo azzurro, tremare
improvvisamente e disintegrarsi…
Mai cercai la gloria.

Viaggiatore, sono le tue orme
il sentiero e niente più;
viaggiatore, non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando.

Camminando si fa il sentiero
e girando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai più
si tornerà a calpestare.

Viaggiatore, non esiste il sentiero,
ma solamente scie nel mare…

Un tempo in questo luogo dove
ora i boschi si vestono di spine,
si udì la voce di un poeta gridare
«Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»

Colpo dopo colpo, verso dopo verso…

Il poeta morì lontano dal focolare.
Lo copre la polvere di un paese vicino.
Allontanandosi lo videro piangere.
«Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»

Colpo dopo colpo, verso dopo verso…

Quando il cardellino non può cantare.
Quando il poeta è un pellegrino,
quando non serve a nulla pregare.
«Viaggiatore non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»

Colpo dopo colpo, verso dopo verso."


Retrato:
"La mia infanzia: memorie d'un patio di Siviglia,
e d'un chiaro giardino in cui matura il limone;
la gioventù, vent'anni in terra castigliana;
la mia storia: vicende che non voglio evocare.

Nè Don Juan seduttore, nè un Bradomìn io fui
- già conoscete il goffo abbigliamento mio -,
ma ricevei la freccia che mi assegnò Cupìdo
e amai quanto vi sia in quella di ospitale.

Gocce di giacobino sangue nelle mie vene,
ma zampilla il mio verso da sorgiva serena;
più che uomo alla moda, che sa la sua dottrina,
sono, nel miglior senso della parola, buono.

Adoro la bellezza; nella moderna estetica
tagliai le vecchie rose dell'orto di Ronsard;
ma non amo i belletti dell'ultima cosmetica,
né i suoni dei nuovi uccelli del lirico trillare.

Disprezzo le romanze dei turgidi tenori
e il coro dei grilli che cantano alla luna.
A distinguer le voci dagli echi mi soffermo
e ascolto solamente, tra le voci, una sola.

Sono classico o romantico? Non lo so. Lasciar vorrei
il verso, come lascia la spada il capitano:
famosa per la mano virile che l'impugna,
non per l'arte sapiente del suo fabbro pregiata.

Mi trattengo con l'uomo che viene sempre meco
- chi parla solo spera parlare un giorno a Dio -;
colloquio è il mio monologo con questo buon amico
che m'insegnò il segreto della filantropia.

Nulla vi debbo, infine; voi a me quel che ho scritto.
Al mio lavoro attendo, col mio denaro pago
la veste che mi copre e la casa che abito,
il pane che mi nutre e il letto in cui mi giaccio.

E quando il dì verrà dell'ultimo mio viaggio
dedica a Palazzo Las Duenas
e salperà la nave per non più ritornare,
mi troverete a bordo leggero di bagaglio
e sarò quasi nudo, come i figli del mare."

Curiosità: Nel 1969 la cantautrice spagnola Joan Manuel Serrat ha presentato “Dedicato ad Antonio
Machado, poeta dell'anno 1969
”album in cui le poesie del poeta vengono cantate dalla stessa.
Con questo assaggio del letterato spagnolo, se vi dovesse capitare di camminare per Siviglia, saprete sicuramente riconoscere la dedica al Palazzo Las Duenas.

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