sabato 26 giugno 2021

#Musica: Lo Zecchino d'Oro

Era il 1959 quando la Rai mandò in onda per la prima volta il Festival Internazionale della canzone del bambino: lo Zecchino d’Oro. Il programma ha riscosso dal primo istante un infinito successo, tanto da diventare un vero e proprio cult. Nell’aprile 2008 ha ricevuto la targa “Patrimoni per una cultura di pace” durante una cerimonia organizzata dai Club e Centri UNESCO.

Che lo seguiate o meno, lo Zecchino d’Oro è entrato nelle nostre vita; canzoni come: "Il valzer del moscerino", "Il coccodrillo come fa", "Le tagliatelle di nonna Pina", "44 gatti"… sono ormai al pari delle filastrocche più tradizionali. Le conoscono bambini e adulti, e non esitiamo a farle conoscere anche ai bambini nati negli anni '20 del Duemila.

Non è un caso…

Come ben sapete, se ci seguite qui sul blog, sui social o in radio, per noi di 4Muses non esistono le coincidenze. Nulla avviene per caso. Come amiamo spesso ripetere: “Caso è una parola che si usa quando ancora non si comprende il perché di qualcosa”.
Così non è stato ovviamente un caso che a Cino Tortorella –famoso per il personaggio del Mago Zurlì- venisse in mente di realizzare una sorta di Festival di Sanremo per bambini. Non è stato un caso che la trasmissione andò in onda per la prima volta dal 24 al 26 settembre 1959, ma soprattutto non è stato un caso che il 20 novembre 1959 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite promulgò la Dichiarazione dei dirittti del fanciullo. Insomma, come abbiamo scritto su un post Instagram:  

“Quando i progetti hanno un’anima ti fanno incontrare le persone giuste. Quando i progetti sono quelli giusti, ti fanno vibrare oltre ogni tuo limite”

E così non è stata di certo una coincidenza che una delle prime canzoni che parteciparono al festival, fu "Lettera a Pinocchio", scritta da Mario Panzeri. Canzone celeberrima e reinterpretata da pilastri della musica italiana: Johnny Dorelli, Rita Pavone, Gigliola Cinquetti, Duo Fasano, Gino Latilla, Rosanna Fratello, Mino Reitano e il Quartetto Cetra.

E non è stato certamente un caso se nel 1961 ci furono dei problemi che portarono il festival a dover cercare un’altra sede. In tutto ciò, non fu un caso che in quello stesso periodo, dopo un soggiorno a Bologna, Tortorella incontrò i suoi amici frati minori dell’Antoniano, che si presero l’incarico di ospitare il tutto. E come ben sapete, non fu neanche un caso che presentarono a Cino una parrocchiana, loro catechista: Mariele Ventre. Nome che diventerà quasi un sinonimo del coro dell’Antoniano, oe  dello Zecchino d’Oro stesso. 

Volete andare avanti con i “casi”? Sappiate che furono proprio Mariele e i frati dell’Antoniano, nel 1981, a fare il nome di Cristina D’Avena a Canale5, all’epoca un’emittente televisiva ancora poco conosciuta, che cercava una voce fresca e nuova per le sigle dei cartoni animati. Altra coincidenza? La prima sigla cantata da Cristina fu “Bambino Pinocchio”. Sembra quasi che tutto sia stato già scritto, non trovate? 

Lo Zecchino d’Oro nella società

Come accennato prima, che vi piaccia o no, che ne siate consapevoli o meno, lo Zecchino d’Oro fa parte della nostra quotidianità. Siamo cresciuti con le canzoni più belle e scommettiamo che molte di queste ci hanno fatto da ninnananne.  

“Ninna nanna mamma insalata non ce n’è/sette le scodelle sulla tavola del re/ninnananna mamma ce ne è una anche per te/dentro cosa c’è/solo un chicco di caffè”

Impossibile non averla cantata. Oltre alle canzoni, tanti piccoli cantanti hanno ricevuto il successo meritato, proprio debuttando allo Zecchino d’Oro. “Il pulcino ballerino” ha ancora adesso la voce di Viviana Stucchi, Gian Marco Gualandi da interprete di “Da grande voglio fare” è diventato l’autore di “Le tagliatelle di nonna Pina”, Walter Brugiolo è la voce di “Popoff”. Non possiamo non menzionare ancora una volta la regina Cristina D’Avena, che ha iniziato la sua carriera proprio allo Zecchino d’Oro, con “Il valzer del moscerino”.

Ora tenetevi forte, perché i prossimi nomi potrebbero lasciarvi senza parole; se vi stesse chiedendo che fine abbia fatto il bambino che cantava “Il coccodrillo come fa?”, sappiate che lo ascoltate spesso perché è un doppiatore affermato: Gabriele Patriarca. Nel 1997 non riuscivate a togliervi dalla testa “Sottosopra”? Sappiate che la bambina è cresciuta ed è Emily Meade, protagonista della serie tv The Deuce-La via del porno.

Critiche  

Come tutto, anche lo Zecchino d’Oro non è stato esente da critiche. Tra accuse di festival truccato, insinuazioni volte a rendere i bambini troppo competitivi, gli stessi ex protagonisti hanno ammesso che ormai sembra aver fatto il suo dovere. Come se fosse arrivato alla frutta.

Qualche anno fa Tortorella affermò: "Questo non è lo Zecchino d'Oro, lo Zecchino ha smesso di essere d'oro quando è morta Mariele, è diventato d'argento; è diventato di bronzo quando hanno mandato via padre Berardo, poi quando hanno mandato via Topo Gigio è diventato di stagno, poi quando hanno mandato via quello che lo ha fatto è diventato di latta. Questo è lo zecchino di latta."

Che sia vero o no, noi crediamo che se qualcosa vuole rimanere nel futuro, debba per forza di cose adattarsi al presente. Una parte del nostro team ha visto Mariele Ventre direttrice, così come ha visto Sabrina Simoni. Certo che molto è cambiato, ma l’amore e la passione per questo Festival rimangono immutati.

E mentre il processo di Beatificazione per Mariele va avanti, a noi non ci resta che cantare a squarciagola le canzoni del passato, ma anche quelle più recenti. Perché “Katalicammello”, “Il cuoco pasticcione”, “Dove vanno i sogni al mattino”, “Una parola magica” e tante altre canzoni, fanno ancora emozionare grandi e piccini.

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