lunedì 9 agosto 2021

#Costume&Società: San Giorgio, da Genova a Londra

Grazie alla finale degli Euro2020, l’Europa sembra aver ricordato che il simbolo della croce di San Giorgio accomuna un po' tutti i membri della Ue, per non parlare di Nuova Zelanda, Australia, Hawaii e Figi. Di certo il Santo è importante in Italia quanto in Inghilterra e in quest’ultimo stato lo testimonia il fatto che sono esistiti sei monarchi a portare il suo nome. Il primo risale all’inizio del regno Hannover, con Giorgio I, (1714-1727). Dinastia finita con l’ascesa al trono del primogenito della regina Vittoria: re Edoardo VII (1901-1910). Ultimo dei re Giorgio, abbiamo re Giorgio VI (1936-1952), il padre della sempre eterna Elisabetta II (1952). In attesa di vedere anche Baby George con corona e scettro, e chissà che non scelga proprio il suo come nome da monarca, oggi vi parliamo della Croce di San Giorgio.

I crociati venivano riconosciuti, e ancora adesso riusciamo a farlo, dalla croce rossa su sfondo bianco che tenevano sul petto. Con la conquista di Gerusalemme, dopo il 1095, anche i pellegrini che si recavano nei luoghi santi erano soliti indossare tale croce. Spinti dal credere che il simbolo potesse dare loro più forza e coraggio, divenne praticamente quasi obbligatorio indossarla se appartenenti alla religione cristiana. Nell’arco degli anni il significato della bandiera divenne di dominio pubblico, tanto che bastava fosse issata dalle navi genovesi per evitare ogni tipo di conflitto. Le navi nemiche, spinte dalla paura che simbolo incuteva, abbandonavano ogni idea malevola. 

Ma davvero gli inglesi hanno preso in prestito la bandiera dal doge di Genova? Sarebbe sicuramente un aneddoto storico divertente, ma non è così. Già attorno al 1070 gli inglesi la utilizzavano come simbolo, come testimoniato dall’arazzo di Bayeux (o arazzo della regina Matilde). In questo arazzo, realizzato durante la seconda metà dell’XI secolo, sono raffigurati i momenti più importanti della conquista normanna dell’Inghilterra (1066). Lo si può ammirare ancora adesso nel Centre Guillaume-le-Conquérant di Bayeux. Nel 2007 l’Unesco lo ha inserito nel Registro della Memoria del mondo.
Non avrebbe avuto senso, quindi, per gli inglesi pagare il tributo per un simbolo che già utilizzavano.


Ma perché proprio San Giorgio?

Secondo la leggenda, nella citta di Silena, situata in Libia, in un grandissimo stagno, viveva un drago. Questa bestia enorme uccideva con il suo fiato qualsiasi persona incontrasse. Per poterlo calmare, gli abitanti gli davano in sacrificio due pecore al giorno e quando cominciarono a finire, il popolo fu costretto a sacrificare anche i giovani tirati a sorte.
Quando venne estratta la figlia del re, quest’ultimo offrì il suo patrimonio e metà del regno per tentare di salvare la vita della ragazza. Ma questo comportamento suscitò le ire del popolo e il sovrano fu costretto ad accettare il volere del fato.
Proprio mentre la ragazza stava per andare verso il lago, un giovane cavaliere di nome Giorgio cercò di tranquillizzarla, promettendo la sua salvezza nel nome di Cristo.
Così Giorgio, proteggendosi con la croce e avendo fiducia in Dio, riuscì a sconfiggere il drago, ferendolo gravemente con la sua lancia. La ragazza gli cinse il collo con la sua cintura e da quel momento il drago divenne docile, tanto che la principessa riuscì a tornare in città seguita da quella bestiolina divenuta ubbidiente.
Nonostante la calma del drago, gli abitanti continuavano a esserne spaventati, tanto che Giorgio disse loro:  

«Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro.»

Così dicendo re e popolazione si convertirono, e Giorgio uccise definitivamente il drago, portando poi il suo corpo fuori dalla città.

Pare che questa leggenda provenga da un’errata interpretazione di un’immagine dell’imperatore Costantino in cui schiacciava un enorme drago. Nel Medioevo, però, la leggenda di San Giorgio divenne la rappresentazione della lotta del bene contro il male, temi tanto cari per l’epoca. La stessa epoca dove nacque la cavalleria che proprio in San Giorgio vide raffigurati tutti i suoi ideali.

Non a caso, quindi, l’immagine di Giorgio, il cavaliere coraggioso che per salvare la principessa uccide il drago affidandosi a Cristo, diviene così popolare per tutto l’Occidente cristiano, ricordiamoci che l’Inghilterra passa alla religione anglicana nel XVI secolo, con Enrico VIII.

Ancora oggi i vari Ordini cavallereschi, tra tutti: l’Ordine della Giarrettiera, l’Ordine Teutonico, l’Ordine Militare di Calatrava, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione… portano il suo simbolo. Più che una presa in prestito, o uno “scopiazziare”, la croce di San Giorgio testimonia le radici europee e culturali che accomunano l’Italia e l’Inghilterra. E non fa mai male ricordare che il tutto nasce da un'errata rappresentazione dell'immagine dell'imperatore Costantino, perché dopotutto, siamo tutti figli di Roma.

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