mercoledì 4 agosto 2021

#Arte: Il Bacio di Klimt

Noi di 4Muses siamo affascinate dal mondo dell’arte e oggi vogliamo parlarvi di un quadro che sicuramente conoscerete, anche se solo di nome: “Il Bacio” (Der Kuss) di Gustav Klimt. Piccolo appunto: sì, questo è davvero dell’autore viennese, non come “Le lacrime di Freyja”.

Realizzato tra il 1907 e il 1908, questo olio su tela è il simbolo del periodo definito “Secessione viennese”. Nel 1896 Klimt prese le distanze dalla Wiener Künstlerhaus, l'associazione ufficiale degli artisti di Vienna e con altri cercò di formare un nuovo movimento, per ritornare all’arte fatta quasi di magia, con figure e colori in grado di trasmettere una visione del mondo diversa, più arcaica, meravigliosa, in grado di rappresentare realmente l’animo umano, non più un mero prodotto commerciale. 

Si rifacevano all’idea del Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, a una fusione tra le arti. Un movimento simile si sviluppò anche nel resto d’Europa, ma con il nome di “Art Nouveau”, nel recupero della tradizione ma con i materiali e le tecniche moderne.

L’opera è la rappresentazione di un forte amore romantico, che lega i due amanti nel quadro. “Il Bacio” rappresenta un punto importante del periodo aureo dell’artista, che dopo un viaggio in Italia (per la precisione a Ravenna e Venezia) prese ispirazione dai mosaici bizantini per inserire l’oro nelle sue opere. Certo, in termini artistici il suo uso elimina la profondità, ma in termini visivi le opere acquisiscono una luce talmente forte da bucare, metaforicamente, la tela.

“Il Bacio” rappresenta un momento intimo tra un uomo e una donna, entrambi vestiti con una lunga tunica dorata (la stessa che indossavano l’artista e la compagna). In primo piano c’è lei, dipinta in un momento di estasi che porta un braccio intorno al collo dell’amato, che si vede solo in parte, mentre la bacia dolcemente sulla guancia e la tiene stretta a sè. Il tempo alle loro spalle sembra fermarsi, bloccando in un momento preciso il loro amore. L’opera subì delle aspre critiche per l’immagine carica di erotismo, rappresentato dallo sguardo della donna, quasi al limite della pornografia.

Le loro vesti, dorate, sembrano fondersi e perdere consistenza, rendendo le figure in un mistro di astrattismo e non, perché alla fine solo i tratti umani sono ben riconoscibili. I capelli di lei sono puntinati degli stessi fiori posti ai loro piedi, mentre sui capelli dell’uomo è adagiata una ghirlanda di edera, simbolo classico della divinità delle passioni umane che nell’antica Grecia prendevano forma nel dio Dioniso.

Sono i contrasti il fulcro dell’opera, più dell’amore. Le mani dell’uomo sono rappresentate nodose, ruvide, rispetto a quelle della donna, più piccole e delicate. Sulle vesti, inoltre, sono i simboli che marcano ancora di più le differenze: rettangoli sull’abito di lui e figure tondeggianti su quello di lei.

Molti si sono chiesti chi siano i due innamorati rappresentati sulla tela e il primo pensiero è stato rivolto immediatamente a Klimt stesso e a Emilie Flöge, sua compagna di vita che, nonostante i molteplici tradimenti, gli rimase accanto fino all’ultimo dei suoi giorni. La Flöge era una stilista austriaca, con un carattere forte e una intelligenza sottile, fiuto negli affari e donna di successo; quella che sembrava nata solo come una relazione occasionale, si trasformò in una sinergia forte, in cui Klimt stesso disegnava gli abiti che venivano poi venduti nell’atelier della compagna. Ne “Il Bacio”, infatti, l’autore pone la donna in primo piano, è l’unica che vediamo bene, come a rimarcarne la superiorità, perché lei è vita e bellezza, mentre tiene le redini del sentimento che si sta consumando in quel preciso istante, astratto e fuori dalla dimensione spazio-tempo.

Quest’opera conservato nell'Österreichische Galerie Belvedere di Vienna.

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