sabato 11 settembre 2021

#Arte: Banksy per il sociale


Centra sempre il suo bersaglio, ma la sua vera identità… non si sa tuttora!

Sì, sappiamo che l’avete letta cantando, ma no, oggi non vi parliamo del piccolo grande detective Conan, ma di un artista che tutti, almeno una volta, abbiamo sentito nominare: Banksy.

È vero, nessuno conosce la sua identità. Non si è mai mostrato in volto, eppure tutti lo conoscono di fama. Sappiamo essere un artista di Bristol, ma il suo vero nome è solo frutto di ipotesi: secondo alcuni dietro il cappuccio di Banksy si nasconderebbe Robert Del Naja, un musicista e un artista sempre inglese, per altri Robin Gunningham, ma nulla di certo alla fine della fiera. Per molti è un vandalo, per altri un importante esponente della Street Art. Discusso, criticato, amato, Banksy non passa mai inosservato. Anche se il movimento artistico di cui fa parte (la sopracitata Street Art) risale agli anni Sessanta del Novecento, questo artista è stato in grado di riportare in auge un genere che sembrava costretto a nascondersi dietro tag e graffiti di dubbia qualità sui muri delle città. Chi l’avrebbe mai detto che, nel giro di qualche anno, i suoi schizzi sarebbero valsi una fortuna?

Lo stile di questo anonimo artista risiede nella facilità con cui riesce a comunicare, con cui fa capire il proprio modo di pensare e determinati messaggi universali. Le sue opere sono apparse sui muri di tutto il mondo, in Italia ha realizzato anche un murale a Napoli. In realtà andrebbe detto che nella città campana Banksy aveva realizzato due opere, una in cui veniva raffigurata l’estasi di Ludovica Albertoni di Bernini con in mano patatine e un panino con il marchio McDonald’s, come denuncia verso il consumismo. Questa rappresentazione, però, venne coperta da un altro artista, quindi a oggi rimane l’altro: "la Madonna con la pistola", dove l'arma viene messa al posto dell’aureola.

Le opere più iconiche dell’artista, però, sono altre e tutte di denuncia sociale. Famosa è sicuramente “Girl with Baloon”, la bambina con il palloncino, realizzata nel 2007 su un muro di South Bank, a Londra. Accanto capeggia la scritta “There is always hope” (c’è sempre speranza). Quando, undici anni dopo, l’opera venne battuta all’asta per una cifra da capogiro – 1,37 milioni di sterline – la cornice si scoprì nascondere un marchingegno: si attivò un tritacarte interno che distrusse in parte l’opera. Oggi porta il nome di “Love is in the trash”.

Nel 2005 realizza su di un muro che divide Palestina e Israele una colomba con un giubotto antiproiettile con il mirino puntato sul cuore e un rametto di ulivo nel becco. L’opera si chiama “Armored Dove” (colomba corazzata). La provocazione di questa rappresentazione di pace non è stata propriamente apprezzata dai palestinesi. Anche “Show me Monet” (mostrami Monet) non ha ricevuto commenti positivi: rifacendosi alle ninfee dell’artista impressionista, Banksy ha rappresentato anche due carrelli della spesa e un cono stradale immersi nello stagno, come denuncia dell’inquinamento ambientale e, ancora una volta, del consumismo.

Le opere di Bansky sono tante e tutte con un messaggio importante dietro. Ve ne citiamo un’ultima in conclusione, dal nome “Napalm girl”. Impossibile non ricordare la foto di Kim Phuc, la ragazza del Vietnam che, nuda e denutrita, corre piangendo per la strada ai tempi del conflitto del 1955. L’artista della street art riprende la raffigurazione della bambina, che viene però sorretta da Topolino e da Ronald McDonald. Il messaggio è abbastanza evidente, soprattutto se ci rifacciamo al motivo per cui gli Stati Uniti sbarcarono in Vietnam: salvatori o carnefici? I due personaggi stanno davvero salvando la bambina o la stanno trascinando verso un tragico epilogo?

Sicuramente in un secondo momento torneremo a parlare di altre opere di questo “graffitaro”, ma per il momento ci limitiamo a rispondere alla domanda che sorge spontanea: perché piace tanto? Il segreto del suo successo risiede nel fatto che entriamo in contatto con le sue opere in maniera semplice, diretta, il tempo di una passeggiata o di uno sguardo annoiato dai mezzi pubblici. Le sue opere sono chiare, dal significato immediato e in grado di suscitare emozioni come apprezzamento, sdegno, sorpresa, avversione. Le critiche che fa verso la società vengono rappresentati come elementi del quotidiano, così come nel quotidiano vediamo disegni e scritte sui muri delle città. Per ultimo, ma non per importanza, c’è il fascino del mistero, perché non si conosce l’identità dell’autore e, come dicevamo per il surrealismo di Magritte, a volte siamo più affascinati da ciò che il reale ci nasconde che da ciò che ci si presenta davanti agli occhi. 

Se siete interessati a conoscere più opere di questo artista, fino al 9 gennaio 2022 è possibile visitare a Roma la mostra "All About Banksy: Exhibition 2" al Chiostro del Bramante.

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