martedì 4 luglio 2023

#Libri: Posto sbagliato, momento sbagliato

Ci sono libri buoni, libri brutti e libri speciali. Posto sbagliato, momento sbagliato di Gillian McAllister è un buon libro. Un thriller/poliziesco capace di rendere la lettura scorrevole che non tedia il lettore, facendogli assaporare un'esperienza piacevole ma non indimenticabile. 
La trama di Posto sbagliato, momento sbagliato inizia in maniera esplosiva e ci fa pregustare l'idea originale che è alla base del libro stesso.
Una famiglia normale della "provincia" brittanica, una madre che aspetta il rientro del figlio diciannovenne a casa e un episodio che le cambierà la vita per sempre.
Dalla finestra Jen (la madre protagonista del libro) scorge Todd (il suo amato figlio), e già si rilassa, pregustando la tranquilla notte di sonno che l'aspetta.
Di punto in bianco Todd pone l'attenzione su un uomo che gli si avvicina minaccioso. Jen e Kelly (il marito) si precipitano in strada per aiutare il figlio, per ritrovasi davanti ad una scena sconcertante.
Todd senza troppi problemi sfodera un coltello e uccide il misterioso uomo.
Tutto si fa veloce. La polizia arriva sul posto. Jen è disperata e in commissariato li rimandano indietro per ripresentarsi la mattina dopo.
Svegliata Jen farà un'altra strana scoperta. Il tempo sta andando a ritroso e si trova nella giornata precedente all'omicidio perpetuato dal figlio.
Ogni volta che dorme il tempo scorre ancora indietro. Inizia quindi un'inquietante indagine che porterà a galla terribili segreti sul figlio e sulla sua famiglia...


Potrete ben capire, quindi, che ci troviamo davanti ad un'idea tutto sommato originale che riesce a intrecciare funzionalmente il tema dei viaggi nel tempo alla struttura da "giallo" (invertendola).
Tutto nel libro trasuda best-seller. Questo, ovviamente, non è di per sé un elemento negativo ma vanno segnalate almeno due questioni:
  1. Non aspettatevi un romanzo che vi stravolgerà la vita;
  2. Di contro non siamo di certo davanti a un libro spazzatura.
La prosa sembra essere stata strutturata proprio per evitare di annoiare il lettore, come se l'autrice voglia rivolgersi anche ai lettori "non forti". Periodi secchi, diretti e brevi. Molti punti. Narrazione al presente.
Tutti ingredienti che permettono di far lievitare la torta dell'intrattenimento ma che mal si accordano con delle riflessioni più profonde.
Nonostante il tentativo di inserire qui e là qualche sporadico elemento del genere, gli attimi riflessivi insistono spesso sul "Quanto sappiamo davvero di noi, della nostra famiglia e della nostra vita?" e ancora a "Basta davvero poco per cambiare totalmente il corso della nostra esistenza".
La percezione che si ha nella lettura, tuttavia, è di una storia ben raccontata sorretta da un'idea avvicente che tuttavia si "incarta" verso la metà del libro, facendo percepire al lettore una sorta di stanchezza.
Tale rallentamento, a nostro avviso, avrebbe potuto essere evitato stringendo e scrivendo una cinquantina di pagine in meno.
Nonostante i colpi di scena e l'interessante caratterizzazione dei personaggi (per una volta leggiamo di protagonisti che, per esempio, usano smartphone e sono inseriti in un contesto davvero contemporaneo) non ci sentiamo di promuovere a pieni voti questo libro.
Senza dubbio siamo davanti a una lettura che si fa portare a termine e che rientra funzionalmente in quelle estive. Chiudiamo questo articolo con la seguente domanda: davvero per fare best-seller è necessaria una iper-semplificazione della prosa?

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