venerdì 21 agosto 2020

#Pensieri: Solitudine; 11 Luglio 2020.

Lonely, Sangeetha Bansal
Questo articolo è solo uno dei tanti pensieri che giornalmente mi passano nella testa nei miei momenti morti.
Quando ho iniziato a scrivere erano le 7:30 di mattina ed ero sveglia da soli venti minuti.
Trovo molto divertente il mio svegliarmi una mattina qualunque e iniziare la giornata con una presa di coscienza.

Non è facile essere nel mio cervello.


 
"Non puoi decidere per gli altri"

Mi sono sentita per anni di non meritare nessuno dei miei amici e nessuna delle persone che mi si avvicinavano. Pensavo: "sono piena di pensieri, piena di difetti, sono goffa nel dare amore perché non sono abituata a riceverlo, la mia storia fa schifo e mi porto dietro traumi che tu non potrai capire". Ero convinta che le persone alla fine della giornata sarebbero state molto meglio con qualcun altro ed ero tra l'altro profondamente sicura che prima o poi quelle persone le avrei annientate.
Allontanare le persone e ferirle era diventata una cosa che ormai accadeva periodicamente e ho trattato come nullità grandi amicizie, amori e conoscenze varie.
Molti di loro non riuscirò più ad averli nella mia vita, ho maestosamente mandato in rovina certe relazioni e non hai idea di quanto mi fa male ricordarmelo ogni volta.
Abbattendo di molto il mio orgoglio (che mi continuavo a ripetere di non avere, perché avevo bisogno di sentirmi meglio con me stessa) ho riscritto ad alcuni, e ho avuto la fortuna di trovarmi persone davanti che hanno capito e hanno smesso di avercela con me, o che hanno semplicemente imparato a mettere la rabbia da parte, almeno un po'.
Ricordo molto bene di aver pensato: "se mi mandano a quel paese potrei anche non superarla". Ad oggi ti dico che menomale che ho avuto il coraggio di prendere il telefono in mano e scrivere a una determinata persona.
Non riuscivo ad accettare che, stupidamente, quella che non voleva saperne di cambiare idea ero io ed ero sempre io quella che non poteva - o voleva - accettare di non avere ragione (e io che dicevo di non essere orgogliosa).
"Il problema sono gli altri ed evidentemente gli altri non hanno capito come sono fatta!". Quante volte l'avrò ripetuto? Dovremmo chiederlo alle persone che avevo intorno allora che adesso non ho più e a quelle poche di allora che, invece, ho ancora nella mia vita. Loro se lo ricordano molto bene secondo me.
Una volta in realtà ho anche provato a chiedere com'era rapportarsi con me. La risposta? Occhi al cielo, alzata di sopracciglia, sguardo esasperato, scappellotto e "sei stata una persona infima, se inizio a dirti le pene dell'inferno che m'hai fatto passare poi non dormi più".
Effettivamente, pensandoci bene, alle mie tre ore di sonno a notte ci tengo.
Mi sono dilungata come al mio solito, ma il succo del discorso è che quando decidiamo di uscire dai nostri pensieri limitanti, alla fine ci rendiamo conto che la maggior parte delle persone sono più che propense a comunicare con noi e a capire.
Nonostante tutto, so che tu, lettore, puoi capirmi; anche tu sei stata una di quelle persone che per anni non si è data pace e anche tu per anni hai allontanato persone che ti volevano bene con comportamenti del genere.
In realtà questi comportamenti li abbiamo messi in atto anche nelle nostra amicizie e nei rapporti familiari, non solo nelle relazioni.
È strano svegliarsi un giorno di agosto e rendersi conto che le persone che si intestardiscono per rimanerci vicino ci vogliono bene così come siamo, e mi chiedo se le persone che ho allontanato riusciranno mai a perdonarmi per per non aver capito prima questo concetto, o per non averlo voluto capire prima.

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