lunedì 3 agosto 2020

#CostumeESocietà: The Dark Side Of Influencers

Influencer: ragazzi più o meno giovani che, grazie alla loro popolarità sui social, sono in grado di influenzare l’andamento di un determinate brand. Ce ne sono per tutti i gusti, da chi fa video mentre gioca a questo o a quel gioco online, chi si chiude in camera e davanti ad una telecamera spacchetta e prova i trucchi inviati da questo o da quel marchio, chi ancora suggerisce quale libro leggere sotto l’ombrellone. C’è un influencer per ogni gusto, destinato ad un determinato target (coloro che poi andranno a provare i vari marchi, o brand).

Molti sono ragazzi giovanissimi, eppure vengono parecchio bistrattati dai boomer (quelli nati durante il boom economico, i nostri genitori). C’è l’errata credenza che i soldi arrivino con facilità, che basti una telecamera puntata in faccia per fare i milioni, ma è davvero così? Perché c’è tanto odio verso gli influencer?


Leggo ogni tanto in giro di persone che deridono i bambini di oggi se vogliono fare gli influencer. 

Perché? 

Fino a qualche anno fa quando i bambini dicevano di voler fare i calciatori e i cantanti venivano incoraggiati, chi più chi meno, a seguire i propri sogni, tra partite di calcetto e corsi di canto. Ma cantanti e calciatori non sono sempre stati usati negli spot pubblicitari? Pensate al cantante Owl City, a cui il marchio Oreo chiese un brano per pubblicizzare il proprio prodotto. Pensate anche a Bobo Vieri e al suoShave like a bomber per la Gillette. Potrei stare ore e ore a fare esempi su esempi di persone dello spettacolo a cui è stato accostato un determinato brand: Cristiano Ronaldo per Armani, Alessandro del Piero con l'Uliveto e Rocchetta, Francesco Totti con il gioco “10 e lotto”, l’elenco è molto lungo.
Se loro hanno per anni sponsorizzato, tra battute e giochi di parole, determinati marchi – diventando comunque influencer – perché adesso è un ruolo visto così male? Giorni fa ho letto della gogna mediatica rivolta a Chiara Ferragni per il suo essere andata agli Uffizi e per essersi fatta delle foto davanti a quadri di inestimabile valore.

Sono piovute critiche come se non ci fosse un domani, come se avesse fatto qualcosa di indecente. Ha davvero sbagliato la nota influencer? Decisamente no.
Analizziamo insieme il fatto, cercando di trovare questo suo momento funesto.
Sono stati tanti i settori colpiti in maniera drastica dal covid e dal relativo lockdown che ci ha chiuso in casa per quasi tre mesi. Per la nostra economia è stato un duro colpo, molti locali hanno dovuto chiudere, altri reinventarsi, ma le perdite sono state comunque ingenti. L’intrattenimento e l’arte hanno subito un brutto colpo. Si chiede tanto ai giovani di non partire dall’Italia, di cercare di risollevare le sorti di un paese alla deriva, eppure appena un ragazzo prova a fare qualcosa, viene additato e sottoposto alla gogna mediatica. Questo è, in sintesi, quello che è successo a Chiara Ferragni. Con suo marito Fedez, il noto cantante, ha girato per due importanti luoghi di cultura: prima i Musei Vaticani a Roma, poi la Galleria degli Uffizi a Firenze.

Perché sono piovute critiche su critiche? È sbagliato che due ragazzi abbiano scelto di visitare questi due luoghi di un vanto prettamente italiano? È sbagliato che la Ferragni si sia fatta una foto accanto alla Venere di Botticelli?

Personalmente ho apprezzato, invece, lo sforzo dei Ferragnez per risollevare l’Italia. Lo hanno fatto prima con una raccolta fondi che ha permesso l’apertura della terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano, poi attirando turisti da tutto il mondo per queste loro visite culturali. Che si amino o si odino, la Galleria degli Uffizi ha avuto un incremento delle entrate del 27%  dopo la visita di Chiara Ferragni.

Perché è così difficile credere che i giovani possano fare qualcosa? Perché vengono sempre e solo additati come ignoranti? Se anche una persona, fan dei Ferragnez, fosse stata spinta ad entrare in una Galleria d’arte o in un museo dopo aver visto la sua beniamina farlo, non è forse anche questo un modo per avvicinare i giovani all’arte? È davvero così sbagliato quello che ha fatto Chiara Ferragni? Dubito sia stata aperta una campagna contro la Gillette o contro il marchio Armani, allora perché c’è così tanto odio verso ogni cosa che i Ferragnez fanno? Qual è questo loro lato oscuro o di dubbia moralità? Se la risposta è legata al loro essere divenuti ricchi e famosi grazie a delle spinte, forse sarebbe il caso di ricordare che come ci sono i talent scout per cantanti e calciatori, ce ne sono anche per chi vuole essere influencer.

Forse basterebbe guardare anche a quanto facciano di buono per l’Italia, a quanto i giovani in generale si mettano in gioco, smettendo di essere dei semplici boomers.

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