lunedì 24 agosto 2020

#CostumeESocietà: Il marcio dei social

Abbandonato Facebook, la piattaforma giovanile è sicuramente Twitter, insieme ad altre app come Tik Tok e Snapchat. Ormai non si predilige più il post lunghissimo, no, ormai i ragazzi affollano un social network fatto di caratteri contenuti, dove con un semplice hastag sei in contatto con tutto il mondo. Puoi leggere ciò che si dice riguardo un determinato argomento soltanto scrivendo una parola nella barra di ricerca. 

Nel bene o nel male, Twitter ha aiutato a ridurre le distanze tra i soggetti, forse anche di più rispetto a Facebook: la prima, in sostanza, è una piazza sul mondo ed è molto più vasta rispetto alla seconda. 

Ovviamente questo ampliamento di orizzonti non è sempre e solo qualcosa di positivo, ma ha contribuito anche a portare alla luce quanto di malato ci sia nella società. Siamo, sì, in contatto con il mondo, ma lo vediamo comunque dietro uno schermo, con un nickname che può non avere alcun legame con noi. Dietro un profilo, purtroppo, molto spesso vediamo come si celino i cosiddetti “leoni da tastiera”, persone di ogni età o sesso che si divertono a scrivere pensieri più o meno offensivi, nascondendosi dietro l’anonimato che il social network concede. 

Lo sanno benissimo le star dell’intrattenimento e non, continuamente bersagliati da chi dietro un account lancia cattiverie gratuite. Non è un caso che molti abbiano preso le distanze dai social: basti guardare Ed Sheeran, che ha chiuso tutti gli account social pubblici che aveva per poter vivere sereno la famiglia che sta costruendo con la moglie. Bob Morley (Bellamy Blake in The 100) è stato accusato dalla ex compagna di violenza psicologica e il popolo dei social si è diviso tra chi sosteneva il giovane e chi Arryn Zech. Le invettive non sono mancate da nessuna delle due fazioni del fandom. 
Forse il marcio, a volte, risiede proprio in questa forme di “fan uniti”, appassionati di un determinato programma o personaggio, di cui la parte malata ha perso il contatto con la realtà, nascondendosi dietro profili che di vero, il più delle volte, non ha neanche la foto del profilo. Quando la relazione tra Ashley Benson e Cara Delevigne è giunta al capolinea, l’account della prima è stato investito da una valanga di insulti gratuiti. 
Il calvario delle star su questo percorso non ha risparmiato nessuno, infatti alla prima gravidanza di Danneel Harris, l’attrice venne accusata di portare in grembo il figlio del demonio e che la paternità non fosse di Jensen Ackles (Dean Winchester in Supernatural), suo marito. A volte si perde il contatto con la realtà, dicevamo, perché si finisce per non distinguerla più dalla finzione. 

L’ultima vittima dei social, ad oggi, è Gigi Hadid, la nota modella, legata sentimentalmente con un ex membro degli One Direction, Zayn Malik. A settembre dovrebbe nascere la loro prima figlia, eppure Twitter è diventato terreno d’odio verso la super-modella. La colpa? Aver sfruttato il cantante per accrescere la sua popolarità, dimenticando, forse, che la sua carriera era già navigata all’inizio della sua relazione. Bersaglio di tweet offensivi, molti sono stati anche quelli di incoraggiamento.
La stessa Chiara Ferragni, o anche suo marito Fedez, sono costantemente bersaglio di chi li crede bambini viziati e solo fortunati, con la valanga di post offensivi nei loro riguardi che sono quasi all’ordine del giorno. 

Purtroppo nell’era dei social si è perso il pensiero che ogni parola abbia un peso, che non tutti siamo forti allo stesso modo e che un post velenoso può ferire nel profondo. “Ognuno ha il suo pensiero” mi si potrebbe contestare, ma nel 2020 se cediamo ancora all’ignoranza, perché di ignoranza si tratta, forse bisognerebbe ricordare “meglio stare zitti e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.” [Oscar Wilde]

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