sabato 8 agosto 2020

#StorieRomane: Arte ed energia


Vi ho già parlato del Cimitero Acattolico per gli Stranieri a Testaccio (se non avete letto il primo articolo, potete trovarlo qui) e di quanta energia vitale sia racchiusa all’interno di quel luogo.

Oltre ad Elsbeth, vado a trovare anche il poeta John Keats, che riposa accanto al suo amico pittore Joseph Severn. Davanti alle due lapidi l’energia è tranquilla, pacifica. Il mondo è totalmente al di là delle mura che lo separano dal Cimitero, come se i nostri problemi cessassero di esistere.
John Keats giunse a Roma nel 1820 con la speranza di prolungare di qualche mese la sua vita. Era malato di tubercolosi e Roma gli diede il sollievo che tanto desiderava.

Forse è per questo motivo che andandolo a trovare ci sentiamo alleggeriti da un peso. Visse gli ultimi giorni in serenità, stando nella città che aveva tanto sognato. Uscendo dal Cimitero, se la mia ultima tappa è stata proprio alla sua tomba, mi ritrovo avviluppata in uno stato di appagamento mentale e spirituale.
È possibile avvertire la sua forte energia anche a piazza di Spagna, nel Keats and Shelley Museum, museo situato nel palazzo dove Keats visse fino alla sua morte.
La sua presenza è quasi tangibile tra le mura, lo possiamo facilmente immaginare mentre legge seduto sulle comode poltrone, sempre in compagnia dei suoi amici Shelley e Severn, ovviamente.

Shelley morì in mare, nei pressi di Viareggio, nel 1822. Le sue ceneri giacciono nel Cimitero Acattolico, poco distanti da quelle di Keats e Severn. 


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