lunedì 17 agosto 2020

#StorieRomane: La Leggenda del Muro Torto

Roma è sempre stata teatro di leggende, sin dalla sua fondazione per mano di uno dei due gemellini allevati da una lupa. Non sorprende, poi, il fatto che la capitale sia la culla di numerose leggende che solo in pochi conoscono. 
Noi di 4Muses vi stiamo pian piano facendo scoprire delle “chicche” riguardo la nostra bellissima città. Per la rubrica #StorieRomane oggi parliamo del Muro Torto.

Situato nei pressi di Piazzale Flaminio, questo sperone storto collega due parti di Villa Borghese ed è talmente inclinato che dà l’impressione di cadere da un momento all’altro… e invece è in quel precario equilibrio da ben venti secoli!

Eretto in età repubblicana per sorreggere la collina dove c’erano diverse ville patrizie, una delle leggende narra che quello sperone fosse stato santificato da San Pietro per difendere Roma dalle invasioni. I Visigoti, infatti, durante l’assedio armato del 410 d.C. non vi giunsero, passarono per Porta Salaria.
La stessa leggenda narra che il muro si inclinò a causa di un fulmine nel momento in cui Pietro venne crocefisso al Gianicolo, situato a pochi passi dal Muro.

Il Muro Torto suscita quasi un timore reverenziale da parte dei romani, in quanto ritenuto luogo infausto e infestato. La stessa zona ha sempre avuto la fama di alto rischio demoniaco per la sepoltura di Nerone, una sorta di anticristo per i cristiani perseguitati. Si dice, infatti, che il suo spirito abbia iniziato a vagare in quel posto insieme ad altri dannati. Le sue spoglie giacerebbero nelle viscere della Terra. Sulla tomba di Nerone, inoltre, sembra che fosse cresciuto un pioppo su cui erano soliti appollaiarcisi i corvi. Papa Pasquale II lo fece tagliare ed esorcizzò la zona, facendo costruire la chiesa di Santa Maria del Popolo, posta poco dopo gli archi.




Anche Messalina vi trovò la morte: l’imperatrice consorte di Claudio, per scappare alla condanna di morte per adulterio, si rifugiò nei giardini di Lucullo che tanto amava (zona del Pincio) e venne uccisa da un tribuno. 

In epoca medievale, quella parte di terra sconsacrata era chiamata “Contrada del Muro Malo”. Ai suoi piedi venivano sepolte le persone lontane dai dettami religiosi, quali le prostitute, i vagabondi, i delinquenti. Secondo la leggenda, quelle anime sono ancora lì, incapaci di andare oltre, a terrorizzare i passanti. 
Nel 1825, davanti ad una Piazza del Popolo gremita di gente, vennero ghigliottinati due carbonari, Targhini e Montanari, seppelliti poi a Muro Torto. 

Muro Torto era anche il punto in cui molti andavano a suicidarsi, prima che venisse messa una rete di protezione.
Tra eretici (per un periodo soggiornò in quella zona anche Galileo Galilei), suicidi, sconsacrati e morti violente, le leggende sono ancora tante e vivide nella mente dei romani. Non di rado capita, infatti, che le macchine si rompano all’improvviso passando in quel punto. 
Casualità o maledizione? Un salto dal meccanico e passa la paura!

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