martedì 28 febbraio 2023

#Libri: il paradiso perduto

Il paradiso perduto è un poema scritto da John Milton e al giorno odierno è considerato uno dei classici della letteratura inglese. Da Google Books è possibile scaricare gratuitamente una traduzione in italiano del testo. Lazzaro Papi è stato uno dei primi traduttori del testo di Milton, ed è proprio la sua traduzione che abbiamo avuto modo di visionare. 

Il testo è largamente ispirato alle prime pagine della Genesi, raccontandone non solo gli eventi ma anche una sorta di prequel. Nelle ultime pagine invece, vengono velocemente introdotti gli eventi biblici che infine portano alla nascita e al sacrificio di Gesù. 

Come mai questa ri-proposizione delle antiche scritture ha ottenuto così successo nell'America del Seicento? Riteniamo che ci siano motivi espliciti e altri più impliciti. 

Per quanto riguarda le ragioni apparentemente più esplicite, esse sono da rintracciare in una cospicua parte del libro nel quale si assiste alla narrazione degli eventi dal punto di vista di Satana, descritto minuziosamente una volta caduto dal paradiso insieme alla sua schiera di angeli/demoni.

Non solo è presente una descrizione minuziosa degli inferi, ma viene anche approfondita le relazioni che i demoni instaurano con la loro nuova condizione. Un punto di vista terrificante, spiazzante e pressoché inedito per il periodo storico. 

I motivi più impliciti, invece, possiamo rinvenirli nella proposizione di uno spazio prettamente americano. 

Satana, relegato negli inferi, lo spazio del male, affronta il vuoto per giungere il paradiso terrestre per turbarne la quiete. Si ha dunque la concezione di un luogo esterno deputato e segnato dal male, uno spazio che minaccia la purezza e la perfezione del primo giardino. 

Se nella Divina Commedia abbiamo Dante, un uomo è costretto ad affrontare l'Inferno affinché possa arrivare al Paradiso, qui abbiamo Satana che dagli inferi fronteggia il vuoto per giungere al paradiso terrestre.

 

Questo è traslabile, in un discorso più generale, nella netta contrapposizione tra bene e male, l’ immaginario americano, nonché un riferimento al pericolo che giunge dall’esterno e dal quale bisogna ripararsi. Dante invece affronta i propri demoni, deve passare dal vizio per tramutarlo in virtù. 

Nell’immaginario americano le cose sono più semplici e binarie. Il male è male e il bene è bene, senza possibilità di commistioni e mezze misure. Da questo punto di vista, le colonie americane non sono altro che un piccolo Eden da proteggere dalle inferenze esterne, che possono essere i popoli precolombiani o gli europei stessi.

Ci riserviamo ora una piccola nota finale sul testo che abbiamo avuto modo di visionare gratuitamente. Il traduttore, da buon uomo del Settecento, si esprime con un italiano abbastanza arcaico e per certi versi criptico. Il lato negativo è che la lettura del testo è tutt'altro che scorrevole, ma il lato positivo è che ciò rende possibile l’apprendimento di termini usati con poca frequenza, e riteniamo anche che lo sforzo cognitivo dato da tale lettura ampli gli orizzonti linguistici della mente migliorandone anche la dimestichezza nell'uso dell'italiano attuale.

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