mercoledì 22 febbraio 2023

#Racconti: Confetti in macelleria

C’era una volta un uomo, anzi… c’era una volta l’uomo.

Siffatto di carne e sangue si ergeva superiore alle altre specie e ai propri simili, finché una voce e un monologo interiore portano l’individuato individuo a fare i conti con i limiti della materialità e con tutti i vizi che ne competono, legando al terreno ogni spirito.

Ed è così che un uomo monopolizza il proprio pensiero, parlando tra sé e sé. Queste sono le parole di ignara colpa che quell’uomo pronuncia ad alta voce:

“Dipendenza. Cos’è la dipendenza? S’insinua lentamente nella piaghe dell’animo e debilita ogni virtù.
E ora quale prelibatezza proibita infonde di vigore i miei pensieri? Non so come son fatti e non mi è dato sapere, ma tale delizia per il palato non può essere pensata da esseri umani ordinari.
Non riesco a liberarmi da questa ossessione. Quella per i confetti della macelleria.
Ogni qualvolta che mi viene fame non penso ad altro. Eppure non so quanto siano nutrienti, ma il desiderio di assaporarli è sempre vivo e vegeto. Il resto degli alimenti è per me ormai banale e scontato. Deliziosi confetti di carne ignota…”

E adesso l’uomo ripete ossessivamente ciò che per lui è un doppio distico:

“Allorquando ovunque sia
ossessione e turpe follia:
divinità vittime d’idolatria,
carcasse e confetti in macelleria”.

L’automobile è ferma, l’uomo ha posteggiato proprio di fronte la macelleria, e trema come un tossicodipendente in cerca della sua dose. Esita un attimo, un languore lo blocca ma non riesce a sopportarlo. Il soggetto sopprime ogni inibizione e compie il passo decisivo, quello di entrate in macelleria.

L’esercizio commerciale è vuoto e quel forte odore di carne pervade le narici.

Macellaio: “Buongiorno”.
Uomo: “Siate voi demoni o uomini, non m’importa. Voi macellai siete spietati e lusingate con leccornie blasfeme. Crudeli e beffardi straziatori di bestie, ora mi avete in pugno. Nessun pasticcere si spinse mai così oltre, ma i vostri idoli corrotti vi hanno portato già da tempo al di là del buon costume, verso le più prave perversioni”.
Macellaio: “Signore se lei è vegano può anche evitare tutto questo teatro”.
Uomo: “Vegano? Io? Magari fossi così illibato! Son qui per acquistare, non posso fare a meno dei vostri prodotti speciali… Vi porgo tutto il mio denaro, ma fornitemi quei deliziosi confetti che producete solo voi!
Macellaio: “Signore… qui non vendiamo confetti”.

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