lunedì 20 febbraio 2023

#Marvel: Antman and the Wasp - Quantumania

Non vogliamo rovinarvi la visione di Ant-Man and The Wasp, quindi tornate successivamente alla visione del film se siete suscettibili alle spiegazioni. Non ci dilungheremo troppo sulla trama o sugli avvenimenti che riguardano i protagonisti, se non strettamente necessari per spiegare alcuni passaggi, o se già visibili all’interno del trailer. Ulteriori specifiche potranno essere discusse nei commenti, anzi sono più che benvenuti perché abbiamo bisogno di parlarne in lungo e in largo.

Partiamo dall’inizio: abbiamo lasciato Scott Lang dopo gli eventi di End Game. L’eroe, parte degli Avengers, ha dovuto fare i conti col tempo passato all’interno dell’universo Quantico e quindi recuperare il rapporto con la propria figlia. Le cose vanno alla grande, tanto che ha scritto un libro sulla sua esperienza come Avenger. La sua relazione con Hope (Evangeline Lilly) prosegue e il rapporto con i suoi suoceri è talmente tanto splendido che Cassie li considera realmente dei nonni.
Nota particolare, siamo al terzo re-cast per il ruolo di Cassie, in questa pellicola i suoi panni sono vestiti da Kathryn Newton. Non sappiamo ufficialmente cosa abbia spinto la Marvel a cambiare volto al personaggio che avevamo avuto già modo di conoscere successivamente all’uscita di Scott dal mondo quantico. Tra gli altri due capitoli di Ant-Man e End Game c’era da risolvere l’age gap che segnava la distanza di tempo trascorso tra le due pellicole. Quindi era quasi ovvio passare da Abby Ryder Fortson a Emma Fuhrmann, proprio per mostrare la crescita del personaggio. È probabile che la scelta, cercando di comprendere al meglio le parole del regista, sia ricaduta su Kathryn perché sembra più giovane nonostante in realtà sia più grande della Fuhrmann. Del resto, Ant-girl o Stature con buon probabilità sarà inserita negli Young Avengers. Se avete trovato una reale motivazione, fornitecela qui sotto. Gli unici dati trovati riguardano la volontà di riuscire a ricreare un rapporto padre-figlia più intenso e in grado di colmare il tempo che hanno trascorso separati. Siamo davanti a una Cassie che, in ogni caso, ha le sue idee ed è ormai una giovane adulta in grado di mettersi in pericolo. Non abbiamo davvero un’esplorazione dei suoi poteri, al contrario essi sono legati principalmente all’uso della tuta.

Un piccolo genio, insomma, che darà il via alla narrazione grazie a una sua invenzione. I nostri eroi, così, si ritrovano all’interno dell’universo quantico (ancora una volta), con un nuovo pericolo da dover affrontare. I segreti che, infatti, Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer) ha taciuto su questo universo verranno a galla. Scott e la sua famiglia si troveranno faccia a faccia davanti al temibile Kang Il Conquistatore (Jonathan Majors). Abbiamo avuto modo di conoscere questo personaggio attraverso la serie televisiva di Loki e, sapendo che arriverà la seconda stagione, siamo davvero curiosi di sapere come i vari puntini andranno a unirsi.

Ed ecco cosa fa questo terzo episodio sull’uomo formica: fornisce un continuum all’interno di un arco narrativo più ampio per poter far fare il grande ingresso a Kang all’interno di Terra616. Si delineano, in questo modo, le basi per ampliare la storia di quello che sembra essere il vero e proprio nemico della fase 4/5. Dimentichiamoci di Wanda, quindi, o di chiunque altro, abbiamo il conquistatore che col suo delirio di onnipotenza vuol dominare lo spazio e il tempo.
È, dunque, importante aver visto la serie televisiva di Loki. Noi abbiamo evitato di parlare degli episodi che riguardano la TVA, proprio perché cercavamo di capire quanto intrinsecamente connessa fosse la descrizione del suo multiverso considerato che l’MCU ha dato diverse versioni. Differenze che qui vengono annullate e sintetizzate nella stessa specie di rete neuronale che si interseca esattamente come accadeva sotto lo sguardo di Loki.

Se la fase 4 ci ha abituati a una versione più introspettiva dei personaggi e un po’ meno alle botte ad orbi, qui si torna un po’ più alle origini. Ma, se con Wanda avevamo avuto modo di esplorare la maternità e il dolore di una donna, qui abbiamo modo di esplorare il rapporto tra padre e figlia e il suo lento recupero. Scott mette al primo posto il tentativo di salvaguardare la figlia, cercando persino di salvarla da se stessa. Impresa non facile considerato che ella è abituata a badare a sé da ormai anni.

L’introduzione di questo nuovo pericolo e di questo universo, però, fa sorgere alcuni dubbi di base scientifica che ci divertiremo a esplorare più avanti, ma che accenniamo solo per poter sapere cosa ne pensate anche voi. Ma se l’universo quantico è infinitamente piccolo ed esploso dentro il nostro stesso universo, di quanto poco si ingigantisce Ant-Man?

Visivamente è davvero ben fatto. Era da un po’ che non si vedeva qualcosa di organico nell’universo MCU riguardante i VFX. I soldi spesi non deludono le aspettative. Dell’universo quantico in sé non viene detto molto, abbiamo altri esseri più o meno antropomorfi, il che ci fa sentire all’interno di un nuovo capitolo di qualche viaggio spaziale piuttosto che dentro un’infinitesimale parte del nostro stesso universo. Fa strano pensare che ci siano dei sub-umani all’interno di un singolo atomo. In ogni caso, i VFX sono curati dalla Lucas Film ed è una cosa che è praticamente visibile a occhio nudo.

Siamo davanti a una pellicola che aggiunge un’ennesima tessera in un puzzle di cui ancora non riusciamo a vedere i contorni. Appunto, parlando di spazio quantico, questa storia si inserisce esattamente come un micro-universo esistente in un più ampio ecosistema di atomi. Gente scientifica, aiutateci a capire l’incoerenza di tutto ciò perché noi siamo ancora confusi.

Ant-Man è sempre Scott Lang, le sue battute e l’interpretazione di Paul Rudd lo rendono sempre lo stesso improbabile eroe che abbiamo avuto modo di imparare ad amare. Ottime musiche, ma del resto abbiamo compreso che la Marvel ha trovato la chiave di volta per poter far presa anche sull’orecchio del pubblico oltre che sul suo cuore.

Ricorda che le scene post-credits sono due e sono fondamentali per poter riuscire a collegare qualche trama e linea temporale. Siamo curiosi, ma sappiamo che arriveremo al pensionamento con questa sensazione pellicola dopo pellicola!

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