venerdì 17 febbraio 2023

#Pensieri: Vieni a vedere perché...

Era il 2002 quando Cesare Cremonini fece uscire “Vieni a vedere perché” e sarò sincera: nonostante sia fan dell’artista, e mi piaccia molto la canzone, non l’ho mai inclusa in nessuna mia playlist, né mi è mai capitata recentemente nella radio di Amazon Music.
Non saprei dire il perché. ma con ciò che è successo posso solo intuirlo: forse non volevo “screditarla”, come se una parte di me sapesse che era destinata al momento che descriverò a  breve e voleva tenersela per riconoscerlo.

Un giorno di dicembre, dopo giorni passati a letto a causa dell’influenza, con pianti e disperazione, ho deciso di passeggiare per la campagna che ho vicino casa. Mentre osservavo il sole perdersi tra le chiome degli ulivi, uno stormo di uccelli si è improvvisamente innalzato verso il blu e assieme al loro cinguettio mi sono venuti alla mente i versi della canzone che qui riporto:

Voglio che tutto intorno ci sia solo la vita per me
voglio te, notte e giorno, devo convincerti che

Capirai che il cielo è bello perché
in fondo fa da tetto a un mondo pieno di paure e lacrime
e piangerai, oh altroché
ma dopo un po’ la vita ti sembrerà più facile
e così fragile ricomincerai.


Ho a stento trattenuto le lacrime, e ora andiamo a vedere perché… 

Se avete letto l’articolo “Ti amo non lo so accettare”, sapete quanto sia dura per me sentirmi amata. Ovvio, non ci vuole una laurea in psicologia per capire che è così perché non amo del tutto prima me stessa. Ma se avete letto anche l’articolo “Angels” sapete quanto sia importante per me la comunicazione con quel mondo che non si vede, ma che nell’effettivo c’è ed è pieno di “gente” pronta a darci tutto l’amore e l’aiuto necessari per il nostro benessere più totale.

Ed è proprio come se questo mio team di supporto mi fosse stato accanto, cercandomi di convincere sulla bellezza della vita e su come i momenti di disperazione capitino veramente a tutti, ma abbiamo il cielo a proteggerci e a darci protezione.

Quasi come a confermare questo mio pensiero, quando sono tornata alla realtà – dopo altri giorni di una nuova influenza – ho parlato con le persone a me vicine (questa volta reali, cioè visibili nel mondo materiale) e ho constatato quanto per tutte loro il periodo di dicembre sia stato difficile dal punto di vista mentale ed emotivo.
Alcune di loro mi hanno raccontato di problemi che si sono ingrossati improvvisamente, altre di fulmini a ciel sereno che hanno squarciato e colpito le poche certezze che riuscivano a farle andare avanti.

Quando mi hanno descritto come si sentivano, cosa la voce che io chiamo “Impostore”, ma che per usare un linguaggio disneyano potremmo definire “Bruno”, ripeteva costantemente loro: “Non vali nulla”, “È tutto inutile”, “Tutti ti odiano, stanno accanto a te solo per gentilezza”… e allora mi sono chiesta: “Perché gli crediamo ma non facciamo altro per noi?
Lunedì vi abbiamo parlato della scelta tra il bene e il male, dove questo non vuol dire ignorare ciò che non ci piace, ma metterci a tavolino a risolvere il problema alla sua radice.

Quando il mio Impostore mi parla, cerco di analizzare le mie emozioni e capire da dove derivano, da quale trauma è scaturito il tutto e dove l’ho rivissuto, per poi prendermi cura della parte ferita.
Quando ho detto ciò ai miei affetti, anche loro hanno cominciato a comunicare gentilmente con la parte lesa e mi hanno confermato quanto, se trattata con amore, quella voce cambia nei nostri riguardi e posata l’armatura della difesa, smette di attaccare.

Cosa voglio dire con questo articolo?

Che ci piaccia o no ammetterlo, tutti abbiamo il nostro Impostore, ma dobbiamo ricordarci che non è mai contro di noi, bensì sta lì per noi.
Il mio Impostore mi ha insegnato a non cedere alla pigrizia, mi ha scosso portandomi sulla strada che sto intraprendendo, mostrandomi giorno dopo giorno ogni mia paura, così da poterla risolvere e trovare coraggio. Mi ha insegnato a farmi scivolare addosso ogni negatività e anche a non prendere sul serio i giudizi degli altri.
Mi ha mostrato da dove derivano invidia, frustrazione, arroganza e avarizia, e ora quando vedo uno di questi atteggiamenti negli altri mi è più facile sorridere e andare avanti, perché so perfettamente quanto la persona che li esprime si senta poco amata.

Ed è proprio tra le lacrime che non ho più trattenuto una volta tornata a casa, che ho capito quanto lo stesso Impostore abbia bisogno d’amore ma che questo sentimento non può provenire dall’esterno.
Se lo acquietassi con la ricerca spasmodica di un partner, o dalla presenza costante di amici, nutrirei solo il suo bisogno di possedere qualcuno, con la gelosia che ne deriva.
No, lo si può tranquillizzare solamente amando noi stessi, che altro non siamo il nostro primo prossimo. Dovremmo ricordarci e ammettere poi che nonostante l’infanzia più tranquilla e ricca di affetti, tutti abbiamo sofferto, tutti abbiamo delle ferite emotive che sanguinano e sono ancora vive in noi. Torneremo a ripetere ancora e ancora ogni nostro errore, facendoci sempre più male se continuiamo a ignorare il nostro dolore.

C’è chi rinuncia all’amore
solo perché non ne ha avuto mai

Non è mai troppo tardi per non rinunciare all’amore verso noi stessi.

Nessun commento:

Posta un commento