venerdì 24 marzo 2023

#Cinema&SerieTV: il banchiere anarchico

Il banchiere anarchico è un film del 2018 di Giulio Base, liberamente ispirato a un omonimo racconto di Fernando Pessoa.

Un film con una peculiare ambientazione,  questa è molto minimale, pochi colori e pochi oggetti, il tutto volto a rispecchiare la vita privata e domestica del protagonista. 

Nel film sono presenti solo due attori, Giulio Base è, oltre che regista, interprete del banchiere. Paolo Fosso è il narratore, nonché unico amico del banchiere. 

Il banchiere vive totalmente isolato dal mondo, è un uomo molto ricco e potente che non ostenta nulla. 

La pellicola è interamente ambientata nella casa del banchiere, egli trascorre il proprio compleanno quasi in completa solitudine, è presente solo un amico a tenergli compagnia.

Gli unici due personaggi del film iniziano una partita a scacchi, aprendo anche un dialogo. 

Il dialogo è il fulcro della narrazione, il banchiere racconta al suo unico amico il suo passato e i suoi ideali apparentemente inconciliabili con il suo stile di vita. 

Più prosegue il dialogo, più il banchiere espone le sue tesi, lasciando che la partita a scacchi prosegua nel corso dello scambio di domande e risposte tra i personaggi.

Come già anticipato dal titolo, il banchiere è anarchico. Apparentemente è un ossimoro, ma come riteneva Pasolini, “Nulla è più anarchico del potere”.

Dunque la pellicola non è di certo pensata per chi vuole vedere azione, ma certamente induce alla riflessione ed è particolarmente introspettiva.

Più che una storia in alcuni frangenti sembra una lezione di filosofia politica, ma ciò non toglie alla pellicola il suo fascino.

Riconosciamo che la pellicola possa essere pesante per molti spettatori, ma per altri è un vero e proprio trattato utile per ampliare i propri orizzonti di riflessione e la propria visione del mondo. 

Cosa provoca la disuguaglianza? Gerarchia o individualismo? Per il banchiere è senza dubbio la gerarchia a creare disuguaglianze e siccome ogni gruppo umano possiede le proprie gerarchie (anche i gruppi rivoluzionari), il solo e unico modo per essere liberi è agire da soli affinché si possa rendere irrilevante il sistema sociale e politico che ci circonda. 

Il banchiere è fiero della sua vita e del suo operato, egli è riuscito quantomeno a rendere libero un uomo: se stesso. L’immenso capitale che ha accumulato, nonché lo spropositato potere che detiene, gli ha permesso di non sentire più alcuna minaccia alla propria libertà, né limitazione della stessa. Da tempo ha rinunciato all’ideale di salvare tutta l’umanità dalle disuguaglianze, capendo che perseguire da solo la libertà lo avrebbe reso più anarchico di qualsiasi anarchico. Agire dentro il sistema per liberarsi dai suoi limiti è molto più fruttuoso che contrastarlo. 

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