mercoledì 8 marzo 2023

#Cinema&SerieTv: Mixed By Erry - Recensione

Che la pirateria sia un reato lo sappiamo un po’ tutti. Chi è nato o cresciuto prima del 2000 ha ben presente, nella propria testa, il video con cui si aprivano la maggior parte dei DVD. Comprare solo e unicamente gli originali Disney era quasi d’obbligo, ma i primi prodotti a essere piratati furono proprio le cassette musicali.

Sydney Sibilia, come ha già fatto in passato, romanza su una storia italianissima poco nota nel presente. Il due marzo è arrivato in sala Mixed By Erry, la storia del successo dei fratelli Frattasio che crearono il loro impero da pirati musicali. In rete è possibile recuperare alcune delle interviste rilasciate dagli stessi protagonisti, le loro dichiarazioni fanno comprendere la verità sulle loro azioni. Ad esempio, per Il Venerdì di Repubblica, dichiararono: “Noi non avevamo la percezione di essere impegnati in un’attività criminale. Avevamo vent’anni, ci occupavamo di una cosa bella come la musica, era passione. Lo so, non è semplice da spiegare, erano altri tempi, tempi di fame. Io ho scoperto solo a trent’anni che si potevano fare le vacanze”.

La storia inizia con l’infanzia dei giovani ragazzi, vediamo l’attività principale del padre e comprendiamo da dove sia nata la loro mente imprenditoriale. Papà Frattasio era dedito al contrabbando del finto Whiskey: ogni giorno, i tre ragazzi, preparavano il tea e con la giusta miscela d’acqua riempivano di liquido ambrato le bottiglie che il padre portava a casa. Rivendute per intere casse con una bancarella all’uscita dalla stazione. La pirateria, in un certo senso, è nel loro sangue.

Enrico, il fratello di mezzo, ha un unico grande sogno: vorrebbe essere un DJ. Le cassette, infatti, nascono dall’esigenza di creare i propri mix personali per far sì che gli altri li potessero sentire. L’impero delle musicassette nasce, quindi, da un’intuizione data da una passione. Il tutto si evolve fin troppo rapidamente, perché il genio paga.

La storia è ben costruita, ma non sappiamo quanto sia aderente con la realtà. È divertente, le battute sono ben congeniate e i tre fratelli funzionano magnificamente sulla scena. Luigi D’Oriano è Enrico; Giuseppe Arena è, il maggiore, Peppe; mentre Emanuele Palumbo, il minore, Angelo.

La musica è iconica, ovviamente si tratta dei classici degli anni ’80, montate da Michele Braga. Il main theme è di Liberato. Grande attenzione, infatti, al territorio e alla ricerca di talenti presenti in Campania. Del resto, questa, è una commedia girata tra Napoli, Roma e Sanremo.

Un po’ come per tutte le pellicole di Sydney, non possiamo fare a meno di consigliarvene la visione. La leggerezza e la spensieratezza che questa storia porta con sé fornisce uno spaccato reale di un’Italia d’altri tempi. Fa strano, infatti, pensare che si stia parlando di soli trenta-quarant’anni fa. È divertente vedere come non vi sia una morale o un giudizio dietro le azioni dei tre ragazzi. Al contrario, vi è solo l’aria che loro potevano realmente respirare e la sfrontatezza figlia della loro giovinezza. Dopo la condanna al carcere, i reali fratelli Frattasio hanno preso parte all’interno di questa pellicola impersonando la pubblica accusa al termine della narrazione scenica. Le loro vite sono state totalmente travolte e stravolte e hanno vissuto tutto quello che neanche avrebbero potuto mai fare.

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