mercoledì 29 marzo 2023

#Musica: Woman

Come già accennato nell’articolo “Girl”, dove abbiamo analizzato il testo della canzone dei Beatles, “Woman” di John Lennon è una sorta di evoluzione della prima, dove John osserva la figura femminile e cerca di descriverla, probabilmente a seguito del trauma subito nella sua infanzia dalla madre Julia.

Per questioni di spazio e tempo, vi invitiamo a recuperare l’articolo sulla biografia di John Lennon, oppure quello dedicato alla recensione del film “Nowhere Boy” se volete approfondire il rapporto tra John e la madre.

La canzone è contenuta nell’album “Double Fantasy”, uscito il 17 novembre 1980. Il singolo esce il 12 gennaio 1981, dopo la morte di John.    

Attenzione: questo articolo potrebbe essere emotivo...

For the other half of the sky.
(Per l’altra metà del cielo.)

Woman, I can hardly express
(Donna, posso a malapena esprimere)
my mixed emotions at my thoughtlessness
(le mie emozioni contrastanti e la mia incoscienza)
after all, I’m forever in your debt
(dopotutto, sarò per sempre in debito con te)
and woman, I will try express
(e donna, proverò a esprimere)
my inner feeling and thankfulness
(il mio sentimento interiore e la mia gratitudine)
for showing me the meaning of success.
(per avermi mostrato il significato del successo.)

Siamo quasi alle lacrime perché stiamo pensando che questo brano è uscito a sole tre settimane dalla morte di John. Non vogliamo pensarlo come una sorta di testamento, ma purtroppo è più forte di noi e non riusciamo a cacciare questo pensiero, di conseguenza le lacrime hanno iniziato a scorrere sul nostro viso. O almeno, su quello di chi sta scrivendo questo articolo.

Non è un mistero che John abbia iniziato un percorso di terapia nei primi anni Settanta per poter finalmente superare il dolore dell’abbandono subito da bambino ma soprattutto quello per la morte improvvisa della madre in un momento della sua vita in cui era riuscito ad avvicinarsi sul serio a lei.

Julia era una donna eccentrica per l’epoca, uno spirito libero (ha avuto quattro figli da tre uomini diversi), amante della musica e con un carattere impulsivo e molto ironico. John ha decisamente preso molto da lei, tanto che il suo biografo Ian MacDonald ha scritto che la madre era decisamente la musa numero uno di John.

Per questo, nella sua maturità, John riesce a ringraziarla per tutto anche perché non si è fermata a passargli solo l’interesse per la musica, infatti è stata proprio Julia a insegnare al figlio a suonare prima il banjo e poi l’ukulele.

Woman, I know you understand
(Donna, so che comprendi)
the little child inside the man
(il piccolo bambino dentro l’uomo)
please remember my life is in your hands
(per favore, ricorda che la mia vita è nelle tue mani)
and woman, hold me close to your heart
(e donna, stringimi vicino al tuo cuore)
however distant, don’t keep us apart
(per quanto possiamo essere distanti, non lasciare che ci separino)
after all it is written in the stars.
(dopotutto è scritto nelle stelle.)

Woman, please let me explain
(Donna, per favore, lascia che ti spieghi)
I never meant to cause you sorrow or pain
(non ho mai volute causarti tristezza o dolore)
so let me tell you again and again, and again.
(quindi lascia che te lo dica ancora e ancora e ancora.)

I love you, yeah yeah now and forever.
(Ti amo, yeah yeah, ora e per sempre.)

Anche se queste ultime strofe potrebbero sembrare essere dedicate a Yoko Ono, e probabilmente nel flusso della scrittura è stato così, ci teniamo a dire anche quanto John si sentisse in realtà colpevole nei confronti della madre. Quando aveva appena quattro anni, il padre Alfred lo rapì, intenzionato a portarlo nel nord Europa insieme a lui.

La zia Mimi e Julia riuscirono a evitare il peggio, ma i due genitori – totalmente incapaci di essere effettivamente tali – caricarono il piccolo John di un peso decisamente troppo grande per la sua età: gli chiesero con chi dei due volesse andare. John scelse il padre, facendo scappare in preda al pianto Julia. Vedendo la reazione della madre, John le corse dietro, cambiando idea, ma il tutto si concluse con l’affido definitivo alla zia Mimi, sorella di Julia.

Successivamente Julia rimase incinta di un soldato, ma per pressione della famiglia mise in adozione la bambina appena nata. Qualche anno dopo ancora, incontrò John Dykins dal quale ebbe altre due figlie: Julia e Jackie. Nonostante John vedesse assiduamente la madre, solo in adolescenza riuscì a passare effettivamente del tempo con lei, rimanendo a volte a dormire anche a casa Dykins.
Di certo deve essere passato per la mente di John, almeno una volta nella vita, che se non ha vissuto con la madre è perché ha sbagliato quella volta a fare la sua scelta. Si sarà forse chiesto: “E se avessi detto subito ‘con mamma’?”.

Che in queste strofe lui senta di doverle delle scuse è davvero straziante, soprattutto nell’immagine di lui che chiede alla donna di stringerlo stretto al cuore e nella sicurezza che per quanto possano essere distanti, non saranno mai separati.

Per chi crede in una qualsiasi forma di vita dopo la morte, poi, c’è una nota molto dolce quanto amara: mentre il mondo all’epoca stava iniziando a cantare i brani del nuovo disco di John – forse non tutti erano riusciti ad ascoltarlo, visti i tempi senza Spotify et simili – lui viene assassinato improvvisamente, e chissà che la sua anima non si sia finalmente riunita a quella della madre. Ora e per sempre.

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