lunedì 20 marzo 2023

#Musica: Centuries

Oggi vogliamo parlarvi di un brano consigliato da un nostro lettore: “Centuries” della band statunitense Fall Out Boy. Come sempre, se avete qualche consiglio da darci non esitate a contattarci su ogni nostro social.

La canzone, uscita nel 2014, non è di certo passata in sordina in Europa, tanto da aver ispirato la trama dell’omonimo romanzo di Giulia Piccionetti, di cui vi abbiamo parlato tempo fa (cliccate qui per leggere la recensione).
Ammettiamo, però, di averla dimenticata, almeno fino a poco tempo fa. La recuperiamo con piacere, parlandone, come sempre, a modo nostro.

P.s. ringraziamo i Fall Out Boy o chi per loro per aver deciso di ambientare il video ufficiale nell’antica Roma.

Some legends are told
(Alcune leggende vengono raccontate)
some turn to dust or to gold
(alcune si trasformano in polvere, altre in oro)
but you will remember me
(ma tu ti ricorderai di me)
remember me for centuries.
(ti ricorderai di me per secoli.)

And just one mistake
(E solo un errore)
is all it will take
(è tutto quello che ci vorrà)
we’ll go down in history
(andremo dentro la storia)
remember me for centuries.
(ricordati di me per secoli.)

Quando diciamo che la interpretiamo a modo nostro vogliamo intendere, e lo ripetiamo per chi non conosce il nostro stile di scrittura, che tendiamo ad andare oltre il significato apparente e/o letterale.
Ve lo diciamo da subito, in caso voleste interrompere la lettura di questo articolo: parliamo di anima e di reincarnazione.

Sono tante le storie del passato che sono giunte fino ai giorni nostri, ma per quante possiamo conoscerle ce ne sono un migliaio (o più) che sono rimaste nell’anonimato, divenute polvere nel corso del tempo.
Ricordiamo le grandi gesta del passato, la vita seppur breve di personaggi famosi, ma cosa dire delle milioni di persone comuni che il ricordo ha portato via?

Ora, non vogliamo fare i supponenti o i pazzi della situazione, ma vi assicuriamo che si arriva a un punto dove la nostra anima comincia a ricordare le sue vite precedenti, soprattutto quelle più recenti.
Chi sta scrivendo questo articolo le ricorda, bene o male, dal 1600 in poi e se facciamo due conti sono già quattro secoli di ricordi…

Mummified my teenage dreams
(Ho mummificato i miei sogni adolescenziali)
no, it’s nothing wrong with me
(no, non c’è nulla di sbagliato in me)
the kids are all wrong
(tutti i bambini sono sbagliati)
the stories are off
(le storie sono spente)
heavy metal broke my heart.
(l’heavy metal mi spezza il cuore.)

Non è assolutamente un caso si sia scelta la parola “mummificazione” per associarla ai sogni adolescenziali. Sappiamo, infatti, che gli egiziani (spoiler: abbiamo tutti vissuto almeno una vita in Egitto) credevano nell’immortalità dell’anima e per questo conservavano il corpo, rendendolo intatto con il processo di mummificazione.
Tale idea, quindi, associata ai sogni adolescenziali vuol dire proprio non abbandonarli mai, anche se la vita ci porta da tutt’altra parte.

Siamo fortemente convinti che i bambini che siamo stati un tempo, rimasti così poi dentro di noi (il bambino interiore della psicologia) già sapessero il destino e in un certo senso, tramite i sogni che facevamo, e attraverso i giochi che sceglievamo di portare avanti per ore e giorni, ci aiutavano ad allenare la persona che saremmo dovuti diventare.
Nutrire questo bambino interiore significa non abbandonare la rotta, utilizzandolo come bussola e punto di riferimento.

Tutti i bambini sono sbagliati” semplicemente perché i loro ideali, se confrontati con quello che insegna la società, appaiono erronei ed è proprio nel processo dell’adolescenza, quando ci si avvicina al mondo adulto che bisognerebbe mummificare sogni e desideri inconsci, così da non perderli conformandosi con una società che non rispetta e soprattutto non accetta la diversità, sotto ogni punto di vista.

Lo vediamo quotidianamente nei social presi d’assalto dai boomer (e non solo): frustrazione, ansia per il futuro e rancori portano a criticare gli altri, tappando loro le ali solo per paura di vedere qualcuno riuscire in quello che avrebbero voluto fare.
Guai a far vedere loro che si può davvero amare il proprio lavoro, che si può guadagnare anche andando in giro per il mondo o alimentando le passioni.
Ma guai soprattutto a far notare il fatto che anche se un sogno, una vocazione di vita, questo può spezzare il cuore. Proprio come quando si decide di amare qualcuno: per quanto sentimento possa esserci, bisogna scendere a patti che l’altro potrebbe tradirci e lasciarci in qualsiasi momento, ma non per questo si deve smettere di amare, o di provarci, per lo meno.

Come on, come on and let me in
(Dai, vieni e fammi entrare)
the bruises on your thighs like my fingerprints
(i lividi sulle cosce come le mie impronte digitali)
and this is supposed to match
(e questo dovrebbe corrispondere)
the darkness that you left
(all’oscurità che hai lasciato)
I never meant for you to fix yourself.
(non ho mai voluto che ti aggiustassi.)

[…]

And I can’t stop ‘till the whole world knows my name
(E non mi fermerò finché il mondo intero non conoscerà il mio nome)
‘cause I was only born inside my dreams
(perché sono nato solo nei miei sogni)
until you die for me, as long as there’s a light
(finché tu non morirai per me, finché ci sarà una luce)
my shadow’s over you ‘cause I am the opposite of amnesia
(la mia ombra è su di te perché sono l’opposto dell’amnesia)
and you’re a cherry blossom
(e tu sei un fiore di ciliegio)
you’re about to bloom
(che sta per fiorire)
you look so pretty, but you’re gone so soon.
(sei così carino, ma te ne andrai così presto.)

[…]

We’ve been here forever
(Siamo qui da sempre)
and here’s the frozen proof
(ed ecco la prova congelata)
I could scream forever
(potrei urlare per sempre)
we are the poisoned youth.
(siamo la gioventù avvelenata.)

[…]

In questi versi è come se l’anima parlasse a noi stessi. Per chi crede alla reincarnazione la spiegazione viene semplice, ma proviamo a porla allo stesso modo anche per chi non ci crede: la nostra anima decide di prendere un corpo per fare un’esperienza e lo farà a ripetizione finché non avrà compreso tutte le lezioni necessarie per non aver più bisogno di conoscersi nella materia.

Certo, agli occhi umani la vita dura abbastanza, ma agli occhi più distaccati della nostra parte divina, il tutto è così rapido che dura davvero un giro di giostra, o, come nell’esempio della canzone, come un fiore di ciliegio: è meraviglioso quando sboccia, ma dura solo due settimane circa, ecco perché è impossibile apprendere tutto in una o poche vite ma ne servono – almeno – centinaia.

Una delle primissime lezioni da apprendere per interrompere il ciclo di incarnazione è quella di vedere come non siamo il nostro Ego. Non siamo la persona che abbiamo costruito e che abbiamo deciso di essere.
Persona” deriva dal latino, che a sua volta deriva probabilmente dall’etrusco, con significato di: “maschera teatrale”. La persona, quindi, è un attore, un ruolo che abbiamo deciso di interpretare a seconda delle esigenze della nostra vita.
Possiamo cambiarla nel corso della nostra crescita, a maggior ragione possiamo modificarla nel corso dei secoli. Quando parliamo con chi ricorda le proprie vite precedenti ci viene da ridere nel constatare quanto fossimo diversi. Chi vi sta scrivendo, per esempio, in questa vita non desidera figli, né ha mai voluto una famiglia. Ebbene, nelle due ultime vite (in realtà anche in precedenza, ma più per costrizione che per volere) era felicemente sposata con due/tre figli. E ancora: chi sta scrivendo è stata una suora, come è stata in precedenza una pagana e poi di fede ebraica. Insomma, nessuna delle nostre convinzioni durerà eterno.

Così, quando ci attacchiamo a difesa delle nostre opinioni non stiamo facendo altro che alimentare l’Ego, quell’ombra grande e scura che va bene per vivere su questo pianeta, ma che non va presa sul serio per la vita stessa, così come non prendiamo sul serio le opere teatrali, letterali o cinematografiche; al massimo possono aiutarci a capire meglio noi stessi e tutto ciò che ci circonda.     
L’ombra, però, ci ricorda che se la vediamo è solo perché è presente una fonte di luce. L’ombra cambia, evolve, ingigantisce il piccolo e crea disegni e simboli a cui la mente dà il suo significato, ma nulla di ciò che vediamo esiste realmente. È la luce l’unica presenza immutabile, un’attenta osservatrice di quelle che sono le nostre emozioni a seconda delle immagini che vediamo. Lei attende solo il momento in cui smetteremo di prendere per assurde e reali le ombre, e cominceremo a concentrarci sulla vera fonte di vita che ci ha permesso di vivere il presente su questo minuscolo pianeta nel minuscolo sistema solare che ci ospita.

Quando lo faremo, allora, vedremo che le ferite, i lividi che abbiamo sono retaggio di un passato dimenticato ma che ha lasciato in noi oscurità e malcontento. Le speranze e i sogni, invece, sono il modo per redimerci e salvarci, di scrollarci di dosso la nube di insicurezze che abbiamo riversato sulla nostra “persona” nel corso dei secoli.

Ecco perché seguire i propri sogni è fondamentale per liberarsi e vivere sul serio. Per poterlo fare, però, è necessario mummificarli così che niente e nessuno possa modificarli per noi.

Nessun commento:

Posta un commento