lunedì 27 marzo 2023

#Musica: Alba

Quando abbiamo ascoltato “Alba” per la prima volta, durante la prima serata del Festival di Sanremo 2023, ci è subito venuta in mente un’intuizione su Ultimo: “Vuole dirci qualcosa, vuole lasciarci un messaggio”.
Non prendeteci per pazzi, abbiamo scherzato noi per primi sulla frase che dall’inconscio è salita alla nostra mente, eppure il giorno dopo, ascoltandola per bene, abbiamo avuto quasi un mancamento. Allora ci siamo muniti del video ufficiale e lì non abbiamo più avuto dubbi: Ultimo ha qualcosa da dirci.

Come per confermare tutto ciò, facendo una breve ricerca Google sul brano, ci siamo imbattuti nell’intervista che il cantante romano ha rilasciato al Corriere della Sera:

Due anni fa avevo scritto una frase: ‘Amo l’alba perché è come fosse solo mia’. Quest’estate, poi, mi trovavo alle Isole Eolie, al porto, e non era ancora l’alba, a dire la verità. Ma a partire da quella frase che già avevo in mente, la canzone è venuta da me. Io ci credo, in questo. Sono stato un tramite. L’ho scritta io ma non l’ho scritta veramente io. Sono stato attraversato dalla canzone. […] È un viaggio etereo, quasi astratto. Quando la canto ho come la sensazione di ‘entrare nel tempo’”.

Dato che capita spesso anche a noi, quando scriviamo, non possiamo fare altro che ringraziare Ultimo e cercare di darvi il significato che abbiamo trovato nelle sue parole.

Amo l’alba perché è come fosse solo mia
mi rilassa respirare l’aria pure tua.
Amo l’alba perché è come fosse una bugia
mi rilassa quanto basta, ma tu poi vai via.

E t’immagini se fossimo al di là dei nostri limiti
se stessimo di fianco alle abitudini
e avessimo più cura di quei lividi?

Saremmo certo più distanti, ma più simili
e avremmo dentro noi perenni brividi.
T’immagini se tutto questo fosse la realtà?


Se vi imbattete nell’etichette Metafisica, Pensieri, Disney, Divina Commedia… ma anche Musica o Racconti, vi accorgete che non facciamo mistero di quanto per noi la realtà sia la forma più schietta e limpida della proiezione del nostro inconscio.
Questo ci ha permesso di non lamentarci più della nostra vita, né di pensarla o volerla diversa, perché abbiamo imparato che per cambiare l’esterno, bisogna partire dal modificare il nostro interno.
Niente filosofie new-age da due soldi, lo spiega ogni artista passato su questo pianeta: bisogna vivere il presente e guardarsi dentro per poter cambiare il nostro futuro.

L’alba è l’inizio della giornata, un momento dove tutto è possibile, dove siamo soli più che col tramonto e dove ogni nostra speranza potrebbe essere reale, come potrebbe rivelarsi una bugia con il sorgere della luna.
Come in un crescendo, se ci comportassimo davvero come esseri che vanno oltre quello che sanno, che vivono le proprie abitudini come un aiuto, e non come una schiavitù e che soprattutto dedicano il tempo a curarsi le proprie ferite, come potrebbe essere tutto ciò?

Amo l’alba perché spesso odio la vita mia
camminando senza meta in questa strana via.
Amo l’alba perché è come una sana follia
puoi capirla se la senti e non mandarla via.


Nella quarta strofa troviamo dei riferimenti a tutto ciò che abbiamo già detto nei due articoli “The fool on the hill” e “Scelta tra bene e male”: nel primo abbiamo spiegato cosa sia la follia e perché il matto è guardato male da tutti; nel secondo abbiamo analizzato nel dettaglio come tutti i pensieri, anche quelli negativi, vanno ascoltati e mai ignorati, quindi possiamo anche andare avanti.

E t’immagini se tutto stesse sopra i nostri limiti
e credessimo ai sorrisi come i comici
se non dovessimo parlare per conoscerci
se non amassimo soltanto i nostri simili?

Forse avremmo gli occhi solo per descriverci
perché uno sguardo, in fondo, basta per dipingerci
quando vivi un giorno bello ridi e pensami
ho ascoltato i miei silenzi e ho avuto i brividi

perché dentro un mio respiro sei tu che abiti
e quando vivi un giorno bello ridi e pensami
a me basta solo questo per non perderti
ma t’immagini se tutto questo fosse la realtà?


Se avessi la certezza che tutto ciò che desideri si trovasse oltre la tua comfort-zone, la oltrepasseresti? Se avessi la certezza che tutto l’amore per te vivesse nella persona che più non sopporti, avresti il coraggio di avvicinarti a lei? Se bastasse solo uno sguardo per capire il nostro interno, passeremmo ancora minuti, ore, giornate intere a raccontarcela?

Ultimo ci prende un po’ a schiaffi, svegliandoci da una monotonia che troviamo accogliente solo perché sa di sicurezza. Certo, magari c’è qualcosa che non va nella nostra vita, eppure non vogliamo osare di più per non perdere quello che già abbiamo, perché per quanto brutto e stantio possa essere, almeno è una certezza.     
Ci hanno ripetuto forse un po’ troppe volte “Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che perde ma non sa quel che trova” e ora siamo terrorizzati dall’andare oltre, ma forse è il caso di prendere esempio da Elizabeth Gilbert, protagonista di “Mangia, prega, ama” quando realizza che: “Accettiamo di vivere nell’infelicità perché abbiamo paura dei cambiamenti […] e la sola trappola è restare attaccati a ogni cosa.

Tutto finisce eppure la vita continua lo stesso, con o senza una nostra abitudine. Con o senza una nostra relazione con qualcuno. Quanto sarebbe bello accettare di andare avanti senza portare rancori, ma solo ed esclusivamente ricordandoci con un sorriso delle persone che abbiamo amato ogni volta che ci succede qualcosa di bello?

Ed è vero, questo brano fa nascere delle domande, ci fa pensare a una vita ideale, a un mondo ideale e a come potrebbe essere bello fosse così. È passato più di un mese dalla fine del Festival di Sanremo, forse è arrivato il momento di portare tutti questi scenari nella realtà.

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