mercoledì 10 marzo 2021

#Libri: L'inizio di ogni cosa


"Una voce maschile che non ha paura di raccontare, con profonda tenerezza, sentimenti e paure di un'intera generazione."

La scrittrice Sara Rattaro ci ha preso in pieno, non c'è altro modo per riassumere questo libro se non con queste parole.
Ne "L'inizio di ogni cosa" edito da Sperling & Kupfer e scritto da Luca Ammirati, autore di "Se i pesci guardassero le stelle" si svela e si mette in risalto con una dolcezza disarmante l'insicurezza che vivendo i rapporti umani ci piomba addosso e si insinua dentro di noi.
È inevitabile: che sia volontariamente o meno, ci troviamo perennemente feriti dagli altri, e feriamo perennemente gli altri.
Non deve essere per forza una questione di cattiveria, sia ben chiaro, ma è nella natura dell'uomo essere egoista nel cambiamento e nella crisi.
Anche se si è sempre stati altruisti e premurosi.
Anche se si è amata una persona con ogni pezzo di cuore e anima.
È semplicemente inevitabile.Sarà che noi di 4Muses siamo affascinate dai protagonisti un po' antipatici (vedi: la protagonista de "Il mio anno di riposo e oblio"), ma sta di fatto che anche Tommaso non è proprio il massimo della simpatia, per quanto con lo scorrere delle pagine sarà sempre più facile capirlo e giustificarlo.
Ha paura di vivere (lo capiamo bene da come non vada mai oltre gli incipit dei libri, incipit che è solito annotare nella sua Moleskine arancione), soffre di un complesso di inferiorità che lo spacca in due e che lo porta a guardare sempre tutti dal basso, la sua insicurezza cronica sfocerà già nelle primissime pagine del libro nella gelosia totalmente irrazionale che manifesterà nei confronti della sua compagna, Irene, vedendola parlare con un altro uomo, e l'inettitudine che mostra in moltissimi punti del libro risulta a tratti sinceramente fastidiosa.
È un uomo che non riesce ad andare avanti, è perennemente incartato su sé stesso.
Tommaso però è ben consapevole dei suoi limiti e della sua inettitudine, lui stesso ammette provare fastidio nei suoi confronti, e quando scopriremo che la gelosia tanto irritante che prova è scaturita da un profondo senso di insicurezza causato da due delle donne più importanti della sua vita, sarà inevitabile comprendere e immedesimarsi completamente nel dolore di quest'uomo.

"Sei anche tu la mia donna destinata a diventare quella di qualcun altro?"

In questa domanda che il nostro protagonista si pone pensando a Irene e mentre parla con Irene c'è tutta la disperazione di un uomo, anzi, di una persona che non solo si è vista più volte abbandonata, ma si è vista abbandonata per qualcuno o qualcosa di apparentemente migliore, abbandonata senza ricevere mai nemmeno uno straccio di spiegazione.
"L'inizio di ogni cosa" parla di schemi che si ripetono all'infinito per colpa di traumi mai superati, Tommaso si è visto sparire sua madre dalla sua vita senza mai ricevere spiegazioni, e Monica - il suo primo vero amore - lo lascerà senza mai dargli spiegazioni. Entrambe se ne vanno, così, senza dire quasi niente.
Anche in questo caso, lui sa.
Sa di non aver superato il trauma causatogli da sua madre, e sa anche che forse non lo supererà mai.
Tommaso non rimarrà fermo e immobile per tutto il libro, arriverà un punto in cui zittirà per la prima volta il suo ego che lo rende un inetto cronico, e impulsivamente scapperà dalla sua Sanremo - che ama, ma che lo faceva sentire in gabbia - e approderà a Bussana Vecchia, frazione del sopracitato comune.

Per non fare troppi spoiler non vi sveleremo il reale motivo che spingerà il nostro protagonista in questo borgo che oggi viene chiamato "paese degli artisti" né vi sveleremo la conclusione del suo viaggio (che a noi sembrerà durare mesi ma che in realtà durerà pochi giorni).
Quello che però possiamo dirvi è che proprio in quel borgo abitato da soli artisti un po' fuori di testa e stravaganti, Tommaso troverà il coraggio di iniziare a vivere sul serio.
Non gli basteranno più i soli incipit delle storie, e riuscirà finalmente a lasciare andare, dopo tanto dolore, parte del suo complesso di inferiorità, parte del suo astio, parte dei suoi traumi.
Inizierà ad avere la consapevolezza che nessuno è perfetto, che tra umani ci si ferisce e distrugge a vicenda e capirà che forse in fondo, va veramente bene così.

"- Non sono più un prete, ma pregherò il Signore per te, gli chiederò di farti capire che siamo tutti peccatori. Sai, anche questa è una fortuna.
- Perché mai dovrebbe esserlo?
- Perché ci rende perdonabili."

Tra le lacrime che abbiamo versato leggendo questo libro abbiamo compreso l'antipatia che provavamo nei confronti di Tommaso; abbiamo capito che la verità è che siamo tutti un po' quell'uomo con tremila insicurezze e complessi di inferiorità.
Ci sentiamo tutti un po' inadeguati, bloccati, spaventati e feriti, dobbiamo tutti imparare a superare quella rabbia nei confronti di quella persona che ci ha fatto un male cane e che ci ostiniamo a portarci dietro.
Alla fine Tommaso ci è piaciuto tantissimo, perché al contrario di tanti personaggi di tanti libri, non conclude mai veramente il suo viaggio interiore; anche alla fine del libro, nonostante le lezioni apprese, sa che la strada per la guarigione è ancora lunga e tortuosa e non si illude nemmeno per un momento di essere "arrivato".

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