sabato 22 maggio 2021

#Cinema&SerieTv: Tenebre e ossa - Recensione

Da qualche settimana, sulla piattaforma di Netflix, hanno preso vita i personaggi dei romanzi di Leigh Bardugo. Il Grishavers ha trovato, così, il suo pubblico oltre che i suoi volti e le sue avventure, ma non con poche imprecisioni. Noi di 4Muses vogliamo portarvi all’interno di questo mondo, cercando di rimbeccare sulle criticità o sugli aspetti positivi di tale serie.

Il pubblico viene immediatamente catapultato in un’ambientazione fantasy che richiama molto l’idea dello “steampunk”; un ambiente dal sapore vittoriano, ma non londinese, bensì russo. Basta guardare lo stile dei vestiti e anche quello dei palazzi, per renderci immediatamente conto che non siamo in un ambiente per nulla medievale. Per intenderci possiamo collocare Game of Thrones in epoca medievale, mentre stoffe, gioielli, palazzi e anche le armi da sparo creano questo cambio temporale nella serie. 

Una cosa che non è chiarissima, raccontata durante lo "spiegone" iniziale, è sicuramente il modo con cui le terre e le popolazioni si suddividono sul territorio. Sembra che tutto sia in una fase di stasi davanti a una guerra imminente. Il pericolo di uno scontro incombe nella maggior parte delle città e vede coinvolte principalmente quattro parti: il nord, che vuole morti i Grisha; il sud, che protegge i suoi monti; il centro, invece, è attraversato e diviso in due da una faglia. 
Il centro, quindi, è socialmente diviso tra i Grisha, uomini e donne dotati di poteri in grado di controllare gli atomi intorno a noi mentre gli altri, e quelli che potremmo definire come uomini “comuni”. Come è possibile immaginare siamo in una guerra di territorio e di supremazia, nella quale gli uomini danno la caccia alle streghe per poter cercare di debellare il diverso e ciò che non conosce. La faglia ha così creato due regni nello stesso territorio. Una barriera che, nonostante venga attraversata, nel corso del tempo ha consolidato la divisione tra le due fazioni e ha consolidato il terrore nell’altro.

In mezzo a questo scenario, due orfani si sono arruolati nel primo esercito come volontari così da poter avere il sostentamento necessario: Alina Starkov e Mal Oretsev, rispettivamente una mappatrice e un tracciatore. I due ragazzi sono cresciuti insieme fin dalla più tenera età, nascondendosi e proteggendosi a vicenda, legandosi in modo insolubile. Tanto che nel momento in cui Mal è costretto a entrare in azione con l’esercito Alina cerca di fare di tutto per poterlo seguire.
Però, quando le avventure dei due li porteranno a dover attraversare la barriera, Alina mostra e scopre il suo potere. Scopriamo immediatamente che ella non è una ragazza comune, ma una Grisha. Il suo potere è quello di evocare e plasmare la pura luce, quindi un potere che si può contrapporre alla maledizione lanciata dall’oscuro: la faglia che divide la terra a metà.

Le prime puntate sono piuttosto lente e mantengono uno stile narrativo molto simile a un testo scritto, la serie si prende i suoi tempi e cerca di portare lo spettatore all’interno del mondo immaginato e scritto da Leigh Bardugo. Ma dalla quarta puntata in poi sembra che ci sia un cambio repentino di marcia. Non è chiarissimo quanta corrispondenza temporale ci sia tra la diegesi e il ritmo del racconto. Perchè sinceramente non è comprensibile se l’iniziale lentezza sia data dal lento scorrere dei fatti o se è per poterli diluire solo per esigenza da spiegone
Nel senso: è lenta perchè così può spiegare tutto oppure è lenta perchè volevano dilungare i fatti? 
Anche perchè, nel corso delle puntate ci sono differenti storyline con differenti protagonisti che poi convergono nello stesso punto quando gli eventi sono agli sgoccioli. E proprio a causa della lentezza che caratterizza le prime puntate; non si è dato, nella seconda parte della narrazione, il giusto tempo agli eventi. Si è andati lenti quando non ve ne era reale motivazione, e quando la storia inizia a farsi interessante si è andati fin troppo rapidamente lasciando quasi disorientati durante la visione. Sarebbero stati doverosi maggiori approfondimenti che non ci sono stati e che rendono poco chiare e incerte le motivazioni che muovono i personaggi. 
Sarebbe stato più interessante vedere altri flashback in grado di chiarire le azioni di ogni singolo protagonista. Con questo modo di raccontare si rischia di non permettere allo spettatore di entrare in empatia con i personaggi, vivendo  la storia con fin troppo distacco. 


Diciamolo chiaramente, la cosa più interessante della serie è principalmente una: Ben Barnes. Vorremmo sapere chi di voi non è tornata/o nuovamente quattordicenne provando, di nuovo, quei sentimenti contrastanti e quei friccicori per lui? 
Praticamente è palese, fin dal primo istante, che il cattivo in realtà sia lui. L'oscuro, nella serie (non sappiamo molto del libro) è un personaggio abbastanza scontato e, in questi casi, la cosa migliore da fare è quella di dargli delle motivazioni e delle giustificazioni che siano credibili e chiare. 
L'Oscuro potrebbe cadere nell'etichetta del personaggio grigio: agisce secondo sua personale morale, in modo quasi machiavelliano ed è ambiguo e mellifluo. Non si capisce quanto vero possa essere l'interesse verso Alina, o quanto questo avvicinamento possa andare ben oltre al cieco sfruttamento del potere. Se notate, è come se l'interesse nei riguardi del potere e del suo ossessivo possesso fossero scaturiti da una visione distorta del momento in cui Alina l’ha “tradito”. 
La sua caratterizzazione e le sue motivazioni sono la cosa più interessante dell’intera serie; anche se, come già detto, risultano banali: all'apparenza sembra voglia proteggere i Grisha e far in modo che essi possano essere addestrati alla magia; a tal proposito, sembra che egli voglia scatenare una guerra per difendere la sua specie dagli uomini che la cacciano. Proprio per difesa, in maniera inconsulta e senza controllo, egli ha creato la faglia e le creature che la popolano.
Ha perso tanto a causa degli uomini, e questo lo ha spinto a creare qualcosa che potesse essere d’aiuto a tutti i Grisha.
Nel corso del tempo, per aiutare gli altri stregoni, ha costruito il piccolo palazzo, ma questo punto continua a essere abbastanza incerto e non comprensibile attraverso la serie.

Sostando la nostra attenzione sulla vera protagonista, Alina, lei non rientra nella classica definizione della Mary Sue solo per merito del suo aspetto: elemento che la connota in senso dispregiativo perchè la rende diversa dagli altri Grisha; in quanto le sue denotazioni fisiche la rendono appartenente ad un gruppo specifico di individui. Lei è un "mista" alla popolazione degli Shu e si vede dai suoi tratti somatici, cosa che le permette anche di confondersi tra le persone comuni che ancora non sanno del suo potere. Solo, dunque, grazie al suo aspetto fisico lei non è la classica eroina desiderata e voluta da tutti, ma la sua fama precede il suo aspetto fisico tanto che da tutti viene considerata e chiamata Santa. 
In ogni caso, appare interessante il modo con cui venivano mostrate le sue paure, le sue emozioni, e anche il modo con cui lei stessa si sia battuta per se stessa in linea con ciò che ha fatto per tutta la vita. Non ho amato particolarmente il modo con cui ha voltato le spalle a Mal, ma credo che ciò lo si deve proprio a causa della rapidità narrativa che ha contraddistinto la narrazione dal suo arrivo al piccolo palazzo.
Non crediamo che ci sia molto da dire su di lei, quanto più vedere come evolverà nella seconda stagione ora che deve cercare di nascondersi ed è consapevole di essere una Santa. Sottolineiamo che non è un personaggio alla quale ci si affeziona particolarmente. 

Mal è il classico compagno che sta a pochissimi passi dalla friend zone, ma del resto sta reggendo il confronto con l’Oscuro, il che non è affatto semplice. Si è dimostrato combattivo, ma anche lui sembra il cavaliere errante senza macchia e senza paura pronto a salvare Alina persino da se stessa. Un po’ sottone, ma ci sta.

I corvi: Kaz, Inej e Jesper sono la seconda storyline che si muove nel sottotrama. Anche in questo caso è facilmente intuibile quanto importanti potranno essere i loro personaggi, soprattutto andando avanti nella narrazione, ma in alcuni momenti sembra un po’ disorientante la loro presenza così prepotente nell’azione. Sono tutti e tre molto diversi tra di loro e costituiscono anche una combo particolare il che permette loro di imparare reciprocamente. Inej e Jesper sono quelli che ci hanno colpite maggiormente. Il secondo, però, lo lasciamo alla sua capra perchè preferiremmo parlare di questo personaggio femminile. Inej è molto interessante sia dal punto di vista della morale e del credo, ma sopratutto anche dalla forza che sprigiona. Crediamo che ci sia molto da sapere sulla sua storia, anche perchè ci sta proprio un libro a parte sui corvi, quindi crediamo che lei possa avere un maggior respiro narrativo. Ma tutto sommato rappresenta anche un modo forte e decisamente non stereotipato di rappresentare un’assassina su commissione, in un’altra circostanza sarebbe stata facilmente accostabile a una morale quasi da paladina dell’esercito dei crociati.

È un buon fantasy quello proposto da Netflix che ha una sua mitologia all’apparenza abbastanza originale, e parliamo di mitologia non di trama... ma ci aspettiamo che con una prossima stagione si possa essere in grado di approfondire i personaggi e gli eventi in maniera più attenta e particolare, anche se non sappiamo quanto si sia staccata dai libri.
Una serie che, dunque, rimandiamo a settembre! 

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