lunedì 24 maggio 2021

#Costume&Società: Per te è facile

Se amate leggere i nostri articoli (vi ringraziamo tantissimo) sapete quanto ci battiamo sul fatto che nessuna strada è facile, e che non si dovrebbe scegliere un percorso solo perché ha pochi ostacoli. Si dovrebbe fare ciò che si vuole fare, sempre. Indipendentemente dalle difficoltà. Solo così ogni impedimento può diventare un nostro punto di forza, una nostra arma. 

Abbiamo deciso di far passare un po’ di tempo per commentare la situazione Fedez-Rai, non perché non abbiamo avuto da subito un’opinione, anzi. Se ci seguite quotidianamente su TikTok e su RadioSapienza con il programma settimanale Apollo Station, sapete da che “parte” stiamo, se parte si può definire. Volevamo solo far calmare le acque per dedicarci ai commenti del pubblico. 

Che siate fan di Fedez e/o di un artista che pubblicamente ha ammesso di stare con il rapper (Emma Marrone, Ermal Meta, Vasco, Elio, Mahmood…) o che siate semplicemente un pubblico fedele dei programmi Rai, a noi non importa. Con tutta onestà vi diciamo anche che non ci interessa che supportiate X o Y. In questo articolo andiamo oltre il senso della ragione. Anche perché, per noi non è mai assoluta, ma sta sempre nel mezzo.

Ciò che ci preme dire, ciò a cui vogliamo rispondere ancora una volta, è che no, non è mai facile. Che Fedez abbia dodici milioni o due persone a seguirlo, non cambia il fatto che per lui non sia stato facile parlare di ciò di cui ha parlato.

E non lo diciamo per buonismo, o moralismo. Non siamo persone così. Tutto ciò che finisce con –ismo per noi è sbagliato e tendiamo ad allontanarcene il più possibile. Lo diciamo perché al linguaggio del corpo non si comanda. Lo diciamo perché lo abbiamo visto tremare, lo diciamo perché abbiamo visto il suo volto diventare rosso durante una chiamata che definire orripilante è forse dire poco.

Vedete, se siete venuti a conoscenza ora del fatto che i media siano controllati dalla politica, sappiate che siete caduti dal pero. I media fanno parte di un sistema e definirli liberali è un po’ come affermare che il cielo è marrone.

Andare contro quel sistema non è facile, tanto che nessuno ha avuto mai il coraggio di dire B. Arrivati a un certo punto, però, si deve fare. E cerchiamo ancora una volta di non cadere dal pero, per favore. Sostenere che: “Eh, ma è facile per Fedez parlare, ha le spalle coperte”, vi rende, ci spiace dirlo, ignoranti. Perché da che mondo è mondo, ogni artista (poeta, cantante, pittore) ha sempre denunciato la società del momento. E non perché avesse le spalle coperte, ma perché aveva o ha un grande ascendente sul pubblico.

Quando sei seguito da tantissime persone sai perfettamente che ogni tua mossa è sotto gli occhi di tutti. Scegliere, quindi, di smuovere la massa verso una direzione di giustizia e parità di diritti, lo ripetiamo, non è facile, ma necessario. 

Vi siete forse dimenticati di un John Lennon che nel 1969, nel pieno della guerra del Vietnam ha scritto una canzoncina come “Give Peace a chance”? Dello stesso movimento per la pace supportato da Lennon e della campagna mediatica “Make love, not war”? Inutile parlare ancora una volta di Imagine. E non fu face per John mettersi contro il governo americano, non è facile ora per Fedez mettersi contro una casta italiana.

Sapete qual è l’unica differenza tra gli artisti che fino a qualche tempo fa provavano a smuovere la coscienza dei popoli e quelli di adesso? Che adesso il potere è totalmente nelle loro mani.

Bambini, preadolescenti, adolescenti e adulti fino ai quarant’anni circa, non utilizzano più la televisione come mezzo di informazione primario. Tutto avviene sui social. Ogni campagna sociale nasce e viene fomentata solo dai social. Non serve più andare in piazza e ascoltare un comizio, basta accedere a una qualsiasi live.

E non veniteci a dire: “Eh, ma i cantanti devono fare i cantanti”, perché come l’operaio Mario Rossi può parlare di politica, trovare consensi, crearsi un movimento e fare qualcosa per il Paese, così lo può fare chiunque.

Non sarà che quando ci si allontana dalle parole sacrosante di un rapper evidenziando che per lui è facile, o attaccandosi al marchio sul cappello, si stanno in realtà facendo i capricci perché non si accetta un cambiamento sociale inevitabile?  

“Say: “you want a revolution”/we better get on right away/well you get on your feet/and into the street/Singing power to the people”

“Dici: “Volete una rivoluzione”/ Che faremmo meglio a iniziare da subito/bene, alzatevi in piedi/e andate verso la strada/cantando: “Potere al popolo”

-John Lennon 

Che piaccia o no, stiamo nell’era dei social. Stiamo nell’era dove tutti possono dire la loro, e dove una nostra opinione può arrivare dall’altra parte del mondo in pochi secondi. È ovvio che poi ognuno debba assumersi le responsabilità di ciò che dice o fa, ed è proprio per questo che per Fedez non è facile, così come non lo è per Mario Rossi.

Sono due tipi di difficoltà diversi, lo sappiamo, ma sono pur sempre difficoltà.

Se l’argomento vi infastidisce, non è colpa di Fedez o della politica. Vi siete solo resi conto di aver vissuto sempre in una gabbia invisibile, e ora vi si dà la possibilità di uscire da quella prigione. Solo che non volete, avete paura.

Avete paura di togliere il legame con il vostro politico del cuore, avete paura di capire quanta incompetenza e marcio ci sia. Avete paura di tirarvi su le maniche, alzarvi da quelle ginocchia su cui avete camminato per tutta la vita e far sentire la vostra voce.

La verità è che avete bisogno del nemico. Beh, sorpresa: il nemico non è mai fuori di voi. Il vostro peggior risiede dentro di voi. Lo guardate ogni giorno allo specchio, gli lavate ogni giorno il corpo, lo nutrite e lo coccolate.

Se cominciaste a vedere anche questa realtà, capireste che chi ha vissuto nella facilità della vita, siete voi. Capireste che non è semplice alzarsi e dirsi: “Cosa posso fare per vivere davvero?” e mettersi dalla parte dei battaglieri, dei temerari, dei precursori. Continuano a non piacervi le parole di Fedez? Benissimo, replicate. Ma non attaccatevi ai testi delle sue canzoni, a un cappello sul palco, o al tipo di macchina che utilizza. Replicate con contenuti.

Nessun commento:

Posta un commento