martedì 18 maggio 2021

#Costume&Società: La storia degli scacchi

scontro del 1972 tra l'americano Robert James Fischer e il sovietico Boris Spasskij 
“Gli scacchi non sono - come molti credono - un semplice gioco da tavola. Si elevano ad arte non solo per l’incalcolabile numero di combinazioni, ma soprattutto per il concetto, unico nel suo genere, di “scacco matto”. In ciò consiste il fascino e la bellezza degli scacchi, che anche il profano percepisce inconsciamente.”
- Paolo Mauresing

Recentemente la serie NetflixLa regina degli scacchi” (di cui abbiamo parlato qui) ha restituito notorietà al gioco.
In questo articolo non ci occuperemo delle regole, tantomeno della recensione della serie, bensì della genesi e dello sviluppo di questo antico gioco.

Partiamo da una definizione generale: gli scacchi sono un gioco di strategia che si compete su una scacchiera di 64 caselle a colori alternati, sulla quale ogni giocatore dispone di 16 pezzi: un re, una regina, due alfieri, due cavalli, due torri e otto pedoni.
Una leggenda indiana del VI secolo a.C. narra la storia di un uomo di nome Sessa, il quale si presentò presso la corte di un principe indiano con un nuovo passatempo, il “chaturanga”, considerato oggi l’antenato del moderno gioco, e la leggenda divenne così celebre da essere rievocata anche da Dante nel ventottesimo canto del Paradiso nella sua Divina Commedia:

"L'incendio suo seguiva ogne scintilla;
ed eran tante, che 'l numero loro
più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla."

Successivamente il chaturanga si diffuse nella civiltà moresca, a seguito della conquista persiana per mano araba; il primo trattato scacchistico di cui si ha conoscenza fu infatti opera di un medico di Baghdad.
Il gioco fu successivamente esportato in area mediterranea dagli arabi, dove approdò nelle corti medievali riscontrando un certo interesse nella cultura cavalleresca come esercizio di strategia e comando.
Gli scacchi arrivati in Europa prevedevano l'utilizzo dei dadi, ma la censura ecclesiastica, che considerava diabolico ogni tipo di gioco prevedente il ricorso all’azzardo, l’obbligò a perfezionarsi senza l'uso dei dadi.

Alla fine del XV secolo in Italia e in Spagna vennero definitivamente fissate le regole tuttora praticate, creando una variante (quella degli "scacchi occidentali") che si impose sugli altri sistemi di gioco.
I pedoni potettero avanzare di due caselle al momento della loro prima mossa, gli elefanti si trasformarono in alfieri ed ebbero libertà di movimento lungo tutta una diagonale libera invece di essere limitati a muoversi di due caselle, la regina, pare su richiesta di Isabella di Castiglia, sostituì definitivamente la precedente figura del Visir e il cammello si trasformò in torre.
Per arrivare al regolamento completo attuale e utilizzato ancora oggi, si attese il XIX secolo, quando iniziarono i primi tornei internazionali (il primo fu organizzato in occasione dell’esposizione internazionale di Londra del 1851) e nel medesimo periodo fiorirono le organizzazioni e i club, con annesse pubblicazioni specializzate di libri e riviste.
Il 20 luglio del 1924 nacque la F.I.D.E. (Fédération Internationale des Échecs), la federazione internazionale che organizza ancora oggi campionati mondiali e Olimpiadi degli scacchi.

Lo sapevate? A partire dal 1966, ogni 20 Luglio ricorre annualmente la giornata internazionale degli scacchi su proposta dell’UNESCO.

Durante la Guerra Fredda gli scacchi assunsero il profilo di uno strumento politico; infatti, le due superpotenze mondiali, l’URSS e l’America, cercarono di superarsi anche in questo campo.
Per l’URSS gli scacchi erano considerati una sorta di sport nazionale, finanziati sin dall’epoca dello Zar Nicola II. L’incontro del 1972 tra il campione mondiale sovietico Boris Spasskij e l’americano Robert James Fischer detto “Bobby” è tutt’oggi ricordato come il match del secolo, essendo stato uno scontro sanguinoso, nel quale gli americani vinsero dopo 35 anni di sconfitte.

Concludiamo con una piccola curiosità: nella Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni a Palermo si può ammirare il primo dipinto di una delle prime partite di scacchi che si conosca al mondo. L'opera risale al 1143, e fu richiesta dal re normanno Ruggero II d'Altavilla.

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