mercoledì 14 settembre 2022

#TheBeatles: Oh! Darling

Premessa: non sappiamo dove andremo a parare con l’analisi di questo testo. Che siamo shippers della McLennon (cioè sosteniamo la teoria secondo la quale i due siano stati insieme, o che comunque tra i due c’era più di un’amicizia) non è un mistero, è già scritto tutto nero su bianco nella fan fiction Penny Lane, come anche nell’articolo Two of us.
Abbiamo scelto di analizzare “Oh! Darling” sotto consiglio di Giulia e non abbiamo saputo dire di no…
Bicchiere di vino a portata di mano – chi sta scrivendo non riesce a farlo da sobria quando ha a che fare con i Beatles, ma soprattutto con John e Paul – e si inizia.

“Oh! Darling” è la quarta traccia dell’album “Abbey Road”, pubblicato il 26 settembre 1969. Del clima di tensione che aleggiava ne abbiamo già parlato nell’articolo dedicato all’album, ma anche a quelli dedicati al docu-film Get Back (Prima parte, seconda parte e terza parte).
Oggi parleremo solo ed esclusivamente del testo, se questo sfocerà nella McLennon, che sia...

 Oh! Darling, please believe me
(Oh, tesoro, per favore credimi)
I’ll never do you no harm.
(non ti farò mai del male.)
Believe me when I tell you
(Credimi quando ti dico)
I’ll never do you no harm.
(che non ti farò mai del male).


Il brano si apre nel più classico dei modi: una coppia ha appena litigato, probabilmente per un fraintendimento, o forse per essersi inconsapevolmente feriti. Le parole sembrano semplici, ma basta ascoltare il tono di voce di Paul per capire tutto il dolore che sta provando.
Per carità, un bravo artista deve anche sapere interpretare la canzone, farla rabbiosa anche se in realtà prova calma, per questo ci è venuto in soccorso “Get Back”, e vi assicuriamo che Paul in quei giorni tanto calmo non era…

Oh! Darling, if you leave me
(Oh, Tesoro, se tu mi lasci)
I’ll never make it alone.
(Non riuscirò mai a farcela da solo.)
Believe me when I beg you
(credimi quando ti prego)
Don’t ever leave me alone.
(di non lasciarmi mai da solo.)


La canzone, come dicevamo, inizia con il più totale dolore, è una supplica di essere creduto. Ci basta veramente poco per immaginare l’altra parte che non ne vuole sapere di ascoltare, si amano ma hanno eretto un muro.
Paul sostiene di non potercela fare da solo, forse ad andare avanti, o forse a continuare a essere Paul McCartney. Qualsiasi motivo fosse, comunque, non cambia il fatto che lo immaginiamo praticamente in ginocchio, disperato per ciò che ha detto o fatto e che inevitabilmente ha ferito la persona che amava.

When you told me
(Quando mi hai detto)
You didn’t need me anymore
(che non avevi più bisogno di me)
well you know I nearly broke down and cried.
(beh, lo sai, sono quasi crollato e ho pianto.)
When you told me
(Quando mi hai detto)
you didn’t need me anymore
(che non avevi più bisogno di me)
well you know I nearly broke down and cried.
(beh, lo sai, sono quasi crollato e ho pianto.)


Qui la voce di Paul cambia, diventando più rabbiosa. Non spiega cosa ha fatto, ma il perché ha agito un modo. Si è sentito dire, da chi amava, che non aveva più bisogno di lui e questo l’ha portato a piangere, quasi a distruggersi.

Ora, chi ha seguito “Get Back” ha visto gli stati d’animo di Paul, soprattutto nella prima parte. Si batte molto sul cambiamento della relazione con John, da quando Yoko è entrata nella vita di quest’ultimo. Non crediamo che sia un caso che Oh! Darling sia “uscita” proprio in quel periodo.

Nel processo creativo di Paul – lui stesso lo ha ammesso su Paul McCartney Lycris – quando scrive si pensa come se quella canzone non parlasse di lui. Gli dà la giusta carica per non prenderla sul serio, per non avere filtri ed essere completamente libero. Solo quando finisce di comporla, comprende quanto sia sua.

Non pensiamo, quindi, che Paul abbia scritto questa canzone per uno scopo preciso, ma crediamo che in questo brano ci sia tutto il suo bisogno di tirare fuori quello che aveva dentro: il rapporto che si stava sfaldando con John, i Beatles che erano ai ferri corti, lui che come leader non riusciva più a tenere le redini…

Abbiamo notato tutto ciò mentre cercava di lavorare su “Let it be”, ma la verità è che Paul si sentiva in quel modo dal primo giorno di registrazioni. È vero che col tempo il gruppo sembrava essere tornato quello di una volta – fa tenerezza vedere come John cerchi sempre lo sguardo di Paul, e di come sia praticamente l’unico ad ascoltare ogni sua paranoia, senza mai andare via, senza sbuffare o cercare di cambiare discorso. – Certo, “Oh! Darling” potrebbe essere una canzone fine a se stessa, ma dopo aver ascoltato così tanto il discorso di Paul stesso sulla relazione con John (lo sappiamo praticamente a memoria) non ci fa così tanto strano pensare che sia dedicata proprio a una lite con John che voleva prendere le distanze dai Beatles.

Nessun commento:

Posta un commento