venerdì 2 settembre 2022

#Anime: Voglia di Angst

Che siano libri, film o anime, il segreto per catturare le attenzioni del pubblico è il fargli amare tanto un personaggio e poi “farlo fuori” nella maniera più triste possibile. Il lettore o lo spettatore devono rimanere allibiti, senza parole, increduli davanti a una morte così drammatica e la dipartita di un personaggio importante è sempre presente all’interno di un prodotto di successo. Nell’articolo di oggi vogliamo parlarvi delle scene degli anime più angst (tristi e strazianti appunto) per noi. Due avvertenze: la prima è che ci saranno degli spoiler su Ano Hana, Fullmetal Alchemist e Naruto Shippuden; la seconda è che quella che segue non è una classifica dalla scena meno alla più tragica.

Menma
(Ano Hana)
Il vero nome di questo personaggio è Meiko Honma, di cui “Menma” è il soprannome. Nell’anime Ano Hana, questo personaggio ci appare come un fantasma che “perseguita” Jinta Yadomi che, dalla morte di lei, non è più riuscito a esprimere le proprie emozioni. Da quando Menma se ne è andata, il gruppo “Super buster della Pace” (di cui anche Jinta e Menma facevano parte) si è disperso, ma la ricomparsa sotto forma di spirito di lei permette alla banda di riformarsi. La scena angst a cui facciamo riferimento è l’ultima, nel momento in cui tutti i ragazzi credono che lo spirito di Menma sia ormai svanito, ma trovano su di una collina cinque biglietti, ognuno dei quali con un messaggio personale, volto a farli riavvicinare, uniti dal bene che si vogliono tra loro e che vogliono alla giovane scomparsa. Esaudito quello che si scopre essere il desiderio dello spirito, Menma riesce a raggiungere il Nirvana. Non negheremo le nostre lacrime.

Nina Tucker
& Maes Hughes (Fullmetal Alchemist)
Due scene dello stesso anime distruggono emotivamente lo spettatore. Nel loro percorso alla ricerca della Pietra Filosofale e del segreto della trasmutazione umana, Edward Elric e suo fratello Alphonse arrivano a casa Tucker, dimora di un famoso alchimista che è riuscito a creare una chimera in grado di utilizzare il linguaggio umano, cosa che gli permise di ottenere il titolo di “alchimista di stato”. Quando Ed e Al lo raggiungono, scoprono che Shou Tucker ha una figlia (Nina), un cane (Alexander) e che la chimera di cui i fratelli avevano sentito parlare era morta da tempo. Per due episodi l’anime ti fa affezionare alla piccola Nina Tucker, una bambina di quattro anni dolce e solare, che vuole un bene dell’anima a suo padre. Lega molto con Edward – che chiama di continuo “fratellone piccolo” per distinguerlo da Alphonse (perché anche se è più grande a livello di età, è molto basso di statura). Una sera, però, Tucker presenta ai fratelli Elric la sua nuova chimera, anch’essa in grado di parlare. A primo impatto tale creazione ha un che di sbalorditivo, ma il momento di distruzione emotiva arriva quando l’essere si avvicina a Ed e lo chiama “fratellone piccolo”. In quel momento sia il maggiore dei fratelli che lo spettatore realizzano che la chimera è stata creata fondendo Nina con Alexander. Ogni volta che vediamo quella scena, ci vengono i brividi.

La seconda scena angst (drammatica) di Fullmetal Alchemist riguarda la morte di Maes Huges. Fa parte dell’esercito nel ruolo di Maggiore e a primo impatto ci viene mostrato come eccessivamente innamorato di sua moglie e di sua figlia, ma nel momento in cui c’è da passare all’azione diventa un personaggio formidabile. È il migliore amico di Roy Mustang e stringe un legame molto forte e importante per i fratelli Elric. Quando, però, Huges scopre che tra i capi dell’esercito ci sono degli infiltrati e fa per avvertire i suoi compagni, un homunculus prende le sembianze di sua moglie e gli spara a sangue freddo. I ricordi insieme a Mustang si alternano al giorno del suo funerale, in cui la figlia piccola comincia a urlare che i camposantieri non devono mettere sotto terra suo padre, perché sennò come farà ad andare a lavoro? Una scena straziante che vede anche il freddo Roy Mustang piangere.

È uno dei tre Ninja Leggendari della serie e jonin (generale) del Villaggio della Foglia. Conosciuto come “Eremita dei Rospi”, diviene un famoso scrittore di libri per adulti. Ha il ruolo di tutore di Naruto e lo addestra perché riesca a maneggiare il Rasengan (una speciale tecnica ninja) e per la fine della prima serie, i due partono per un allenamento intensivo. Nelle due stagioni ricopre un ruolo molto importante per la crescita del protagonista, diventando quasi una figura centrale. Durante la seconda stagione, “Shippuden” appunto, Jiraiya si stacca dal protagonista per compiere delle missioni segrete. Si infiltra nel Villaggio della Pioggia entrando in contatto con l’Organizzazione Alba (gruppo criminale che promuoveva la pace e l’idea di un posto migliore facendo sperimentare al mondo una morte e una distruzione così catastrofica da non poter alimentare più l’idea di conflitti). Jiraiya si trova, però, a fare i conti con i Pain, corpi morti manovrati da un suo ex allievo, Nagato. Nello scontro, il personaggio viene trafitto da cinque lance sulla schiena e i suoi ultimi pensieri vanno a Naruto: ricorda quando Minato e Kushina (i genitori del protagonista dell’anime) lo scelsero come padrino di Naruto, del fatto che quest’ultimo sia l’allievo della profezia e di quanto sia orgoglioso del ninja che è diventato. Mentre muore, ripensa alla propria vita come a un libro e, prima di posare metaforicamente la penna, ne sceglie il titolo: “Le avventure di Naruto Uzumaki”. Impossibile trattenere le lacrime.

Queste sono per noi le tre (quattro) scene più angst degli anime che abbiamo amato nel corso degli anni, per voi quali sono invece?

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