mercoledì 26 aprile 2023

#Cinema&SerieTv: Old - Recensione

Quando furono resi pubblici i primi trailer di “Old” venimmo catturati dalla sua tematica, oltre al fatto che la regia è di M. Night Shyamalan. Il regista naturalizzato americano è solito portare il suo pubblico all’interno di grandi riflessioni morali o filosofiche. In attesa di guardare “Bussano alla porta”, quindi, abbiamo deciso di addentrarci all’interno della piattaforma di Prime per recuperare una pellicola che non avevamo avuto il tempo di guardare. “Tempo”, in questo caso, non è un modo di dire, ma un concetto sul quale dobbiamo necessariamente soffermarci.

Arrivato nelle sale italiane il 21 luglio 2021, Old è l’adattamento cinematografico della graphic novel “Castello di sabbia” di Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters. Una storia che ci spinge a riflettere sulla cosa più preziosa che realmente possediamo e che molto spesso diamo per scontata: lo scorrere del tempo. La versione editoria è definita come ipnotica, sensazione che viene restituita anche dalle atmosfere che Shyamalan è in grado di costruire all’interno dei suoi film. Del resto, non è di certo un neofita considerata la sua filmografia. Dedito a trasposizioni come quella di “Unbreakable”, anche in questo caso, quello che potrebbe sembrare il paradiso terrestre viene lentamente dipinto per l’inferno che maschera di essere.

Old inizia con una vacanza. Alcune coppie, insieme ai figli, hanno raggiunto un resort tropicale nel quale poter riuscire a passare qualche giorno lontano dai problemi quotidiani. I primi ospiti che conosciamo sono Guy (Gael García Bernal) e Priscia (Vicky Krieps) Cappa, marito e moglie con due figli di sei e undici anni. Quella dovrebbe essere l’ultima vacanza prima del loro imminente divorzio: i problemi della coppia sono intensificati dal tumore che ha colpito Priscia. La vacanza, dunque, sembra un buon modo per poter dare la notizia ai figli. Quando il direttore del resort propone loro una spiaggia lontana da occhi indiscreti, la coppia pensa che possa essere un’opportunità da non lasciarsi scappare. Insieme a altre due coppie, quindi, raggiungono questa spiaggia incontaminata, ma ben presto le cose iniziano ad apparire strane.

Il tempo, su quell’isola, passa in maniera del tutto non convenzionale. I primi effetti si palesano sui più piccoli, visto che le loro cellule sono in continua evoluzione. I ragazzi presto diventano giovani adulti e le malattie dei protagonisti evolvono più in fretta. Ovviamente non si può scappare da quella spiaggia, ogni volta che si tentano di arginare gli scogli o di nuotare verso un’altra costa si viene colti da svenimenti e malori. È come se tutta la fisica cambiasse su quella sabbia paradisiaca.

Nella ricerca di un’uscita e di una soluzione, dunque, si possono vedere i diversi decorsi e i diversi percorsi di crescita. Quelli che erano dei bambini, adesso, devono cercare di convivere con i nuovi colori che si sono aggiunti ai loro pensieri. Nuove sensazioni, nuove emozioni, nuovi corpi con i quali dover fare i conti. Perdita dopo perdita, dolore dopo dolore, i figli di quella coppia si ritrovano faccia a faccia con il pensiero del non riuscire a recuperare il tempo perduto. La crescita, infatti, è fatta di momenti che non potranno mai più recuperare. La loro vita è, praticamente, terminata con l’arrivo su quella spiaggia. Nel corso delle sole ventiquattro ore loro hanno perso i primi amori, i diplomi, il lavoro. Attimi preziosi ed esperienze che formano in maniera unica ognuno di noi.

Old, quindi, con la sua narrazione ci porta all’interno di questa vivida e cupa atmosfera dalla quale non esiste via di fuga. Lo spettatore è, dunque, quasi costretto a fare mente locale di tutti gli istanti che ha avuto modo di vivere per poterne apprezzare il sapore o le sfumature. Il tempo diviene qualcosa di prezioso che è totalmente perduto.

Ovviamente non vi spieghiamo i perché e i per come di questa storia, restiamo solo sulla superficie per lasciarvi con tutti i dubbi morali che verranno sollevati col finale. Del resto, Castelli di Sabbia ha cambiato profondamente il regista di questa pellicola, così come il film può cambiare la visione della vita al proprio pubblico.

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