martedì 11 aprile 2023

#StorieRomane: Campo de' Fiori

Non è un quartiere, né un rione. È semplicemente una piazza, ma per ogni romano e turista Campo de’ Fiori è ovviamente molto di più, probabilmente difficile spiegare a parole. Potremmo definirla sede del mercato mattutino, o il cuore pulsante della movida notturna, tanto che persino la sua trasformazione al crepuscolo affascina chiunque abbia la fortuna di poterci passare. In verità, però, ci accorgiamo che ancora una volta non stiamo rendendo giustizia all’aria che lì si respira.

Forse basta sapere che alla persona che sta scrivendo questo articolo tremano sempre le gambe quando si ritrova davanti alla nota statua che si erge come un’araba fenice. O che ancora riesce a sentire il rumore dei cavalli e delle carrozze, le urla di mercanti e bambini ottocenteschi. Insomma, Campo de’ Fiori è a tutti gli effetti un teatro a cielo aperto, con la sua energia che come un’eco scorre impetuosa nei secoli. 

Si trova esattamente a metà tra il rione Parione (Piazza Navona) e il rione Regola (Piazza Farnese) e oggi vogliamo raccontarvi la sua storia. Prima, però, una curiosità: è l’unica piazza romana in cui non è presente una chiesa. Chissà perché...

Il nome deriva quasi sicuramente dall’estetica che fino al Quattrocento manteneva luogo: la piazza, infatti, non esisteva e l’aerea era un immenso prato fiorito, con orti sparsi qua e là. I romani lo chiamavano comunemente proprio Campo de’ Fiori, dando poi il nome di Via Florea al grande viale che collegava Sant’Angelo in Pescheria con ponte S. Angelo.

Dalla seconda metà del XIII secolo gli Orsini ne acquistano numerosi immobili lì attorno, arrivando a ottenere diritti di baronia anche su Campo de’ Fiori. Tali diritti rimangono immutati fino al Settecento, con una piccola parentesi dal XV secolo al XVI, quando i terreni vengono ceduti alla famiglia veneziana Condulmer, per poi tornare agli Orsini.

Nel 1456, sotto Papa Callisto III, la piazza viene pavimentata ed entra a tutti gli effetti nel rione Parione, con la costruzione di nuovi palazzi adiacenti – questa volta sotto Papa Paolo III – tuttora importanti: palazzo della Cancelleria e palazzo Farnese. Ancora oggi il luogo è di importanza politica e culturale, e non crediamo sia difficile immaginare le stesse vie popolate da uomini ugualmente importanti dell’epoca.

Quasi immutato è anche lo scopo della piazza che fin dal suo rinnovamento ha ospitato ogni lunedì e sabato il famoso mercato dei cavalli. I numerosi palazzi che circondano la piazza sono per lo più locande (la più famosa è quella del Gallo, di Vannozza Cattanei), alberghi e botteghe.

Se l’urbanistica è poco cambiata dall’epoca, ci arriveremo a breve, di certo uno dei suoi scopi principali è stato fortunatamente abolito. Sono tanti, infatti, i nomi di donne e uomini puniti o condannati a morte, uno dei più importanti è sicuramente il filosofo e frate Giordano Bruno, che il 17 febbraio 1600 abbandona definitivamente quel suo corpo mortale.

L’Ottocento è un secolo di rinnovamenti un po’ in tutta Europa e Roma non ne è esente.
Nel 1858 vengono abbattute le abitazioni tra via dei Baullari e vicolo del Gallo, dando alla piazza l’estensione che conosciamo ancora oggi. Dallo stesso anno è posizionata la copia della fontana della Terrina, prima collocata al centro esatto.
Nel 1869 il mercato si sposta definitivamente da Piazza Navona a Campo de’ Fiori dove continua la sua attività quotidiana.

Nel 1876 un grande gruppo di studenti e intellettuali, tra cui Whitman, Hugo e Ibsen decidono di unirsi e sostenere la realizzazione di un monumento in onore a Giordano Bruno, proprio nel luogo dove è stato barbaramente ucciso. Inutile dirlo, la chiesa si oppone in modo netto, ma il buon senso ha la meglio e l’opera di Ettore Ferrari si innalza maestosa sulla piazza dal 9 giugno 1889.

Nel 1943 la zona, ma soprattutto il mercato, è il protagonista del film “Campo de’ fiori” con protagonisti Anna Magnani (nel ruolo di Elide) e Aldo Fabrizi (nel ruolo di Peppino).
Peppino è un pescivendolo, Elide una fruttivendola sua vicina di banco. Tra vivaci scambi di battute e piccole incomprensioni, i due finiranno per innamorarsi.
Il film comunque ha dato l’idea di come si vivesse nella Capitale e di come fosse solare e autoironico il carattere dei romani. Certo, se doveste visitare Campo de’ Fiori adesso, tutto vedreste tranne quello mostrato dalla Magnani e Fabrizi, ma la piazza rimane pur sempre un’importante zona culturale e storica.

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