sabato 31 ottobre 2020

#Halloween: Color del sangue

Sonia corre, trascinata per la mano da Gianluca, il suo fidanzato. Al contrario di lui, non è abituata a quello sforzo fisico. Gli tira il braccio per fargli capire di fermarsi, che ormai stanno scappando da parecchi minuti e che ci sono buone possibilità che il pericolo sia scampato.

Gianluca, però, sembra non accorgersi del suo richiamo, continua a correre. Pensa a quando tornerà a casa, a quando dovrà medicarsi davanti allo specchio i graffi causati dai rami che non è riuscito a vedere in tempo.
«Ci siamo quasi». dice di un fiato a Sonia.   


Lei chiude gli occhi, non sa dove la stia portando, né quanto manchi esattamente all’arrivo. Ma si fida, o forse è l’unica cosa che può fare al momento. Stanno insieme da sole due settimane, la fiducia è un sentimento ancora troppo azzardato.

Sente le labbra spaccarsi per il vento freddo che colpisce il volto, lei è più bassa di Gianluca e almeno riesce a schivare meglio i rami. Prova un dolore intenso alle caviglie e al tallone destro. Le cosce sono rigide, il cuore le scoppia in petto. Vorrebbe solo fermarsi, prendere fiato e riposarsi. Gianluca devia di scatto a sinistra, se non fosse stata sostenuta da lui, sarebbe sicuramente caduta tra le foglie umide del bosco.

Pochi metri e arrivano in una casetta di legno abbandonata. Lui apre la porta, la chiude e senza fermarsi spinge un tavolo verso di essa, per bloccarla. Sonia non riesce ad aiutarlo. Si piega in avanti, le mani sulle ginocchia per stendere i muscoli. È intenta a riportare la respirazione alla normalità.

«Che cos’era?» Gianluca pone la domanda più a se stesso che a lei.        
«Che cos’era?» fa eco Sonia, canzonandolo. «Tu, i tuoi stupidi amici, e le vostre stupide idee, ecco cos’era   
Gianluca la guarda attonito, non sa cosa risponderle, anche perché ha ragione.

Sonia si volta verso la luna, è piena e brilla intensamente in un cielo nero privo di nuvole.     
«Dove siamo?» 
«Nella casetta. La conosco perché ci andavo sempre da bambino, anni fa apparteneva al custode del cimitero».         
Sonia sospira. Non vuole saperne più di cimiteri. Avrebbe voluto passare la notte di Halloween come ogni adolescente: partecipando a una festa, o guardando film horror alla tv. Gianluca l’aveva convinta a partecipare a una seduta spiritica al cimitero del paese, ed ecco il risultato.

«Secondo te era uno spirito?» le domanda lui dopo qualche minuto di silenzio.      
«Di certo non era un essere umano.» Sonia rabbrividisce, più per il ricordo di ciò che ha visto che per il freddo.        
«Pensi che gli altri stiano bene?»
Non sa cosa rispondergli, spera di sì.

Gli occhi di Gianluca si sgranano, il volto sgomento.
«Cos…» si volta e la rivede: la donna bianca, con i capelli color sangue. Scappa verso il suo fidanzato, che la avviluppa in un abbraccio protettivo.

Quella scena insensata fa sorridere la donna dai capelli color sangue, non basta a salvarli. In un grido di terrore dei ragazzi, si appropria della loro anima.

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