martedì 6 ottobre 2020

#StorieRomane: il Castellaccio di Ponte Milvio

Noi di 4Muses siamo curiose di scoprire fatti e avvenimenti che non tutti conoscono sulla nostra amata città. Roma cela nei suoi vicoli e nei suoi palazzi segreti e misteri, che ci affascinano e vogliamo condividerle con voi. Queste “chicche” non le troverete sulle normali guide turistiche. Con la #StoriaRomana di oggi, ci spostiamo nel quadrante nord di Roma, parlandovi del mistero del “Castellaccio di Ponte Milvio”, un palazzo particolare che sorge nei pressi dell’omonimo ponte.

Il suo vero nome è Villa Brasini ed è stata costruita nel 1938. Questo edificio è molto stravagante, tanto da stonare un po’ con gli altri che lo circondano. Nato dall’architetto Armando Brasini, quest’ultimo cercò di trasportare la propria personalità da eccentrico visionario in un’opera nata in pieno periodo fascista.

Villa Brasini  si presenta come un castello (da qui l’idea di chiamarlo "castellaccio") di sei piani fatti di mattoni grezzi, con un ampio viale che conduce al primo livello da cui si accede alle sale dove si trovano  statue, balaustre e fontane. Nel complesso, la costruzione dà allo spettatore uno strano senso di crescita del palazzo stesso.

Facente parte dell’elitè intorno al Duce, Brasini non si allineò mai allo stile razionalista dell’epoca, rimanendo più legato ai suoi studi esoterici. Il suo desiderio era quello di abbellire le sue creazioni con statue, guglie e torri che erano vistosamente in contrapposizione con il MIAR (Movimento Italiano per l’Architettura Razionalista).


Un edificio così particolare non poté che fomentare dicerie sull’aura maligna che vi aleggiava intorno. Avere un architetto alchimista come creatore e il fatto che questo Castellaccio venisse usato come luogo di interrogatorio e tortura da parte della Gestapo durante la Seconda Guerra Mondiale, ha da sempre ispirato leggende su presenze soprannaturali rimaste lì per i macabri trattamenti. Alcuni ex proprietari parlano di passi, lamenti e frequenti suoni sinistri nelle aree abbandonate della Villa. Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare le credenze popolari secondo cui dietro questa curiosa villa ci fossero segreti esoterici abilmente nascosti dal suo architetto.

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