mercoledì 17 agosto 2022

#Cinema&SerieTv: Purple Hearts - Recensione

Il 29 luglio, su Netflix, è arrivato Purple Hearts: film romantico/drammatico che racconta una verità decisamente attuale negli Stati Uniti d’America. Nonostante, infatti, non sia basato su una storia vera, i fatti che si svolgono in questa pellicola sono decisamente veritieri. In ogni caso le vicende sono l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Tess Wakefield, uscito nel 2017.

Questo articolo conterrà spoiler sul film.

Purple Hearts è la medaglia al valore che viene conferita ai soldati quanto questi, durante una missione, restano feriti nel tentativo di salvare alcuni dei loro compagni. È un onore, nell’ottica guerrigliera, tornare a casa e avere un riconoscimento di questo tipo, specialmente quando la tua famiglia svolge questo stesso lavoro da generazioni. Nonostante il titolo, però, ciò che racconta la pellicola è una storia d’amore. La protagonista Cassie (intrepretata da Sofia Carson) è diabetica e il suo lavoro, nonostante cerchi di fare le cose per il verso giusto, non le permette di poter avere una copertura sanitaria in grado di fornirle l’insulina necessaria per continuare a vivere. Una sera, poco prima di una missione, entrano all’interno del bar nel quale lavora un gruppo di soldati intenti a voler passare divertendosi le ultime sere prima della partenza. Da questo punto in poi possiamo iniziare a lavorare di logica perché la collega di lavoro di Cassie le mette in luce quanto sia facile stare con un militare in quanto la protezione sanitaria che loro hanno in automatico è anche delle mogli. Proprio per tale ragione, infatti, sottolineiamo la veridicità di quanto narrato.

I marine hanno la tendenza a sposarsi giovanissimi, se ci pensiamo bene ogni volta che vediamo un film che ha come protagonista un militare loro sono sempre molto giovani e si sposano proprio subito dopo aver terminato il liceo. Sono numerose le ragazze che si tengono strette gli uomini in divisa proprio per l’assicurazione medica ed è per tale ragione che il contrarre un matrimonio come quello di questa storia è ritenuto illegale. Si sa, in America è peggio vista la frode ai danni dello Stato che l’omicidio (molti contro uno) e in questa storia viene evidenziato solo il modo con cui ciò realmente avviene.

Al di là della veridicità di questa storia, va sottolineato quanto tutto sia estremamente credibile e non stressato nella sua romanticizzazione. I due protagonisti si conoscono appena, si sposano, iniziano la loro storia praticamente a distanza e piano piano il loro sentimento cresce. Lui ispira nuove canzoni a lei, lei fa successo tramite esse e quindi ora che non deve più preoccuparsi delle cure per il diabete, riesce a pensare solo al sogno di voler diventare una cantante, ma a complicare la trama interviene il passato del ragazzo. Forse il tutto viene risolto con un po’ troppa facilità anche perché questo passato è funzionale solo a far emergere l’inganno che vi è dietro il matrimonio che i due protagonisti hanno contratto.

In questa narrazione si toccano tematiche sociali importanti, ma sono solo lievi accenni che servono per accompagnare l’incompatibilità caratteriale che contraddistingue i due sposini all’inizio del film. Tra bandiere colorate e l’inno del Black Lives Matters, senza considerare la testardaggine di Cassie e la “disciplina” di Luke, il tutto resta finalizzato alla caratterizzazione dei due protagonisti.

Purple Hearts ha una narrazione abbastanza lineare che permette al pubblico di affezionarsi ai protagonisti e di seguire le loro vicende incuriosendo quel che basta. Non è di certo il film più innovativo presente nel catalogo di Netflix, ma riesce bene nel suo intento e colpisce lo spettatore. Un po’ di romanticismo non fa mai male, al contrario riesce a dare un contraccolpo al cinismo che sembra governare la nostra società. Una pia illusione che tra verità e finzione riesce a raccontare uno spaccato della società americana. Inutile dire quanto, comunque, questa pellicola sia in grado di enfatizzare il ruolo del soldato americano all’interno della sua società e di quanta importanza venga ancora data al sacrificio per il proprio paese senza pensare alle conseguenze implicate da molte scelte geo-politiche americane compiute nella realtà.

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